14 settembre, Venerdì
Si può circolare dalle 10 alle 18. Anche se si sono sentiti spari forti nella notte, nelle strade sembra ci sia meno tensione, e finalmente si può andare in centro. Mi incammino con la solita cravatta da “turista", provo a pensare ai compagni che approfittano di queste ore per spostarsi da zone o case pericolose, magari per preparare qualche azione per la notte:Forse qualcuno dei passanti che incrocio è un militante che sta andando da qualche parte. 

 14 settembre, Venerdì
Si può circolare dalle 10 alle 18. Anche se si sono sentiti spari forti nella notte, nelle strade sembra ci sia meno tensione, e finalmente si può andare in centro. Mi incammino con la solita cravatta da “turista", provo a pensare ai compagni che approfittano di queste ore per spostarsi da zone o case pericolose, magari per preparare qualche azione per la notte:Forse qualcuno dei passanti che incrocio è un militante che sta andando da qualche parte. Non è facile entrare in questa nuova dimensione. Cerco volantini per terra, ce n’è solo uno, piccolo, della Giunta: “l'uso di uniformi dell’esercito da parte di persone non autorizzate sarà punito con la fucilazione immediata".
Vado a trovare un amico, militante di base del MIR, un tecnico specializzato, sulla trentina, da pochi anni in Cile. E' in casa, bene, non gli è successo niente e non ha perso l'abituale ottimismo e ironia. "Ma che bel turista borghese, cosa ti è successo? ". Mi racconta che la mattina dell'11 ha aiutato a sistemare i compagni alla difesa di alcune fabbriche, con la sua macchina. Poi gli è arrivato l'ordine di ritirarsi, deve stare allo “scoperto” solo l'apparato militare del partito, con compiti difensivi e di sabotaggio. Ma pare che anche molti compagni del FTR (fronte operaio) e FER (studentesco) abbiano combattuto. Pedro non è più tornato a casa, ma non c’è ancora da preoccuparsi, "se la sa cavare”.
“Credo che tutti i partiti abbiano dato l'ordine di non fare combattimenti di massa, un sacrificio di vite inutile. Neanche il tipo di spaccatura dell'esercito a cui lavorava il MIR, cioè la ribellione di truppe, si è verificato. Forse era una ingenuità, forse il nostro.. lavoro era ancora troppo recente ... però il bello comincia adesso, perchè te ne vuoi andare? Hai sentito gli spari stanotte, dal Cerro San Cristobal... i militari non sono molto sicuri, e adesso comincerà la resistenza, armi ne hanno sequestrate ben poche, e non hanno preso molti dirigenti, nessuno del MIR”. Ha una buona radio, ha sentito le radio straniere c'è una mobilitazione incredilbile in tutto il mondo, Allende è stato ammazzato (così abbiamo pensato per parecchio tempo) e all'estero questo si sa, anche i governi europei hanno protestato. Chiacchieriamo a bassa voce, in una lingua straniera, andando verso il centro, gente ferma a gruppi guarda curiosa i soldati che entrano a perquisire alcuni edifici. Mi spiega che è rimasto senza contatti ma “mi verranno a cercare ". Mi invita a casa sua, a sentire le radio straniere.
In piazza della Moneda c'è molta gente a guardare in silenzio il palazzo semi-distrutto, i soldati armati regolano il traffico pedonale, per terra vetri rotti, anche molti vetri delI'Hotel Carrera sono rotti, albergo di lusso. Su alcuni muri penzolano ancora i festoni e le lampadine colorate della manifestazione del 4 settembre. Nelle altre strade c'è meno gente, dal giardino del parlamento sono fina1mente sparite le "mogli " dei carnionisti, dopo tre settimane di petulante accampamento. Hanno vinto la loro controrivoluzione. La posta è aperta, semideserta, spedisco le lettere mentre un funzionario avverte che “non possiamo assicurare una partenza regolare".
Fuori è scomparso l'eterno strillone di fogli e buste, magari è rimasto nella sua poblacion: mi viene in mente che non si è più fatta viva neache la donna a ore di Roberto, anche lei pobladora, ma democristiana. L'istinto di classe, una proletaria simpatica, umana, non può essere con questi militari. Nella posta incontro uno studente ecuadoriano, borsa di studio di due mesi, racconta mezzo ridendo e mezzo spaventato le scene dalla finestra della pensione, in centro. E' convinto di poter stare fino allo scadere della borsa di studio, mah...
Al ritorno, incontro una coda per il telegrafo internazionale. Mi dicono che c'e la censura, scrivo un testo mezzo in piemontese e come mittente “Pinco Pallino”, alla peggio non arriverà. La coda è lunga, dietro di me due anziani signori parlano in francese. E' un sociologo famoso, mi inserisco neIla conversazione. “Non credo ci siano da fare molte ipotesi poliziesche sulla CIA” dice “i militari qui sanno benissimo che tanto l'appoggio USA ce l'hanno comunque”. E cosa faranno? "Proprio come il Brasile non possono fare, si daranno una vernice nazionalista-corporativa, i gremios, I'industria di stato, chissà ?”.
Sulla DC, e difficile dire. Circola un aneddoto; che Frei, interpellato per telefono sul golpe, abbia risposto incazzato: “Sara contento Altamirano ... tutta colpa sua". Comunque è un gruppo di potere troppo potente per essere stato scavalcato, c'entra di sicuro. Davanti a noi, una coppia di mezzi “momios” argentini, beneducati. “Non è colpa di Allende se è successo tutto questo massacro, è che c'erano dei fanatici; degli intransigenti. Sa che Allende lo hanno ucciso quelli del GAP, la sua guardia personale, perche voleva arrendersi...”. Necessariamente, purtroppo, la repressione sarà sanguinosa. Gli sbircio il telegramma “Stiamo bene, viva ilCile!”. II funzionario gli censura "Viva il Cile” perchè è politico". Del resto hanno detto che è vietata anche ogni manifestazione a favore, che lascino fare all'esercito. Mi danno un passaggio in macchina, a casa sempre nessuno, Jaime e Coppelia sono rimasti dai suoceri. Riesco a telefonare finalmente a Torino, che sto bene, e che mi mandino un biglietto Alitalia senza data, poi vedremo. In fondo si può circolare, domani voglio andare a cercare altri amici, poi forse, più avanti, dare una occhiata ai quartieri proletari.
Arriva una telefonata di Joao, studente brasiliano. E' arrivato in Cile. sul mio stesso pulman, voleva “studiare il marxismo in un paese libero ". “Allora, Joao, quando vieni a Milano? ".
 

Cile
4 settembre
1973
Cile
5 settembre
1973
Cile
6 settembre
1973
Cile
7 settembre
1973
Cile
8 settembre
1973
Cile
9 settembre
1973
Cile
10
settembre
1973
Cile
11
settembre
1973
Cile
12
settembre
     1973
Cile 
13
settembre
1973
Cile
14
settembre
1973
Cile
15
settembre
1973