Italia 1969, un attentato ogni tre giorni

Le bombe del 12 dicembre sconvolgono e sorprendono, sopratutto per la loro ferocia, ma sarebbe inesatto dire che giungono inattese, rappresentano il momento culminante di una escalation di fatti noti e ignoti che avvengono durante l'intero 1969 e che fanno farte di un preciso disegno politico. Alcuni di essi riconsiderati oggi nella loro sinistra successione acquistano un significato molto chiaro.

Le bombe del 12 dicembre scoppiano in un paese dove, a partire dal 3 gennaio 1969, ci sono stati 145 attentati: 12 al mese uno ogni tre giorni, e la stima forse e' in difetto.

Novantasei di questi attentati sono di riconosciuta marca fascista, o per il loro obbiettivo (sezioni del PCI e del PSIUP, monumenti partigiani, gruppi eztraparlamentari di sinistra, movimento studentesco, sinagoghe, ecc) o perche' gli autori sono stati identificati. Gli altri sono di origine ufficialmente incerta (come la serie di attentati sui treni dell' 8-9 agosto) oppure vengono addebitati a gruppi della sinistra estrema o agli anarchici (come le bombe del 25 aprile alla fiera campionaria e alla stazione di Milano). In realta' ci vuole poco a scoprire che la lunga mano che li promuove e' sempre la stessa, e cioe' una mano che pone diligentemente in atto i presupposti necessari alla "strategia della tensione" che sta maturando a piu' alto livello politico.

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