![]() Messina 12 settembre 2010, traghetti e treni bloccati per ore: protestano contro i tagli dei posti di lavoro previsti dal ddl Gelmini. |
Stamattina il comitato Insegnanti precari della Sicilia ha organizzato a Messina l'iniziativa "Invadiamo lo Stretto: un ponte per la scuola". In tutto sono oltre quattromila (non più di 2500 per la questura) i manifestanti che hanno protestato contro i tagli dei posti di lavoro previsti nel ddl Gelmini. Insegnanti e personale Ata, provenienti da tutte le province della Sicilia, si sono radunati in piazza Cairoli, e tanti precari sono arrivati, per manifestare, anche da Basilicata, Campania e Puglia. Alcuni indossando t-shirt con scritto "Nè farabutti, nè fannulloni, sono lavoratori", e intonando cori come "Vogliamo un solo licenziato: ministro Gelmini disoccupato". Tante le bandiere della Cgil e tante anche le forze dell'ordine.
Una precaria di 25 anni, Claudia Urzì, del coordinamento di Catania, ha spiegato: "Quello di oggi è un ponte umano che unisce le giuste rivendicazioni dei lavoratori, contro quel ponte degli sprechi che dovrebbe unire Sicilia e Calabria". I precari chiedono che proprio i fondi per il collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto vengano utilizzati, invece, per la loro stabilizzazione nella scuola. La protesta in Sicilia è stata promossa dalla "Rete dei precari" di Agrigento e vi hanno aderito Flc-Cgil, Cobas, Coordinamento dei precari in lotta e Comitati provinciali, Pd, Idv e Sinistra Ecologia e Libertà, gli studenti medi, l'Udu, il Coordinamento genitori democratici ed una delegazione del Comitato genitori di bambini autistici di Palermo e l'associazione politico-culturale "DeM - Democratici e milazzesi".
Oltre alla cancellazione del provvedimento del governo che prevede la soppressione di 130mila posti, tra docenti e Ata, entro il 2011, i precari chiedono "a gran voce le dimissioni del ministro Gelmini a causa di una politica fallimentare e distruttiva sul settore della conoscenza". Secondo la Flc-Cgil siciliana, che ha aderito alla protesta, "i tagli agli organici sfasciano la scuola pubblica, dividono socialmente il paese allontanando ancora di più il nord dal sud, rompendo i legami sociali e solidali".
All'iniziativa sullo Stretto di Messina ha partecipato anche uno degli ultimi docenti supplenti ancora in sciopero della fame: si tratta di Giuliana Lilli, del coordinamento precari scuola di Roma, che da una decina di giorni porta avanti, realizzando una sorta di staffetta, il digiuno iniziato dai due precari siciliani Giacomo Russo e Caterina Altamore.
Il ministro: "Parte una riforma storica". Ma il debutto di tre milioni di studenti è accompagnato da disagi e polemiche. Insegnanti, precari e genitori sul piede di guerra 12 settembre 2010 SALVO INTRAVAIA ROMA 12 settembre 2010 - Il ministro Mariastella Gelmini la definisce "una giornata storica". Via alla riforma della scuola, oggi, con la prima campanella per oltre tre milioni di studenti, ma è un debutto tra un rumore assordante di polemiche. La rabbia dei precari, le critiche alla scuola coi simboli leghisti e dalla festa del Pd Pierluigi Bersani parla di "licenziamento di massa" dei precari e di "emergenza nazionale" per l'istruzione. A tenere banco in queste ore è la polemica sul nuovo polo scolastico di Adro (Brescia), dedicato all'ideologo della Lega Gianfranco Miglio. L'esposizione del "Sole delle Alpi" (simbolo della Lega) su banchi, vetrate e perfino sullo zerbino non è andato giù neppure alla ministra di Leno. "Francamente, il sindaco di Adro ci ha abituato ad un centro folklore, ad un certo estremismo, che ovviamente io come ministro dell'Istruzione - dice la Gelmini - non condivido, ma forse nemmeno tutto il partito della Lega può condividere esasperazioni che non fanno bene neanche a quel movimento". Una vicenda, questa di Adro, che Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd, bolla come "inqualificabile" e da "ventennio" fascista. |
Mense più care, classi super affollate così protestano genitori e insegnanti Sono già centinaia i messaggi arrivati a "Come va scuola?", l'iniziativa di Repubblica.it per raccontare l'inizio dell'anno scolastico. E le incognite sulla riforma Gelmini, a leggere queste storie, sono parecchie Centinaia di interventi a Repubblica.it |
Roma Per un bambino disabile da 22 a 14 le ore di sostegno Il taglio del governo l'anno scorso ha provocato nei confronti di mio figlio diversamente abile di 9 anni (con diritto di avere a scuola il rapporto 1 a 1 tra lui e la figura educativa) un taglio di ben 14 ore di sostegno su 22. Questo taglio ha provocato un danno a mio figlio a livello educativo e l'indignazione del team di maestre che si prendono cura della sua istruzione. Laura Trebbiani, genitore Cagliari Reggio Emilia Messina Bergamo Foggia Chieti Roma |
Istituto Giianfranco Miglio diventa "Leghista" 12 settembre 2010 MICHELE SERRA ![]() L'episodio, quasi incredibile nei suoi termini di cronaca, e decisamente spaventoso in termini di democrazia, è inedito nella storia della Repubblica. Scuole di Stato con lo scudo crociato, o la falce e martello, o altri simboli di partito, ovviamente non se ne erano mai viste, per il semplice fatto che nessuno aveva mai osato concepire una così inconcepibile violazione di uno spazio pubblico: nemmeno nelle fasi più convulse e faziose della nostra tormentata vita politica. A Adro invece è accaduto, anche grazie alla partecipe collaborazione di una comunità fortemente coinvolta nella costruzione del nuovo plesso scolastico, fino a finanziarne gli arredi. La stessa comunità, con in testa il sindaco Oscar Lancini, non era intervenuta con altrettanta sollecitudine quando si trattò di far quadrare i conti della mensa scolastica, messi in crisi da una mora di poche migliaia di euro. Fu un imprenditore locale, allora, ad accollarsi generosamente quella spesa, guadagnandosi lo spregio e l'ira di molti suoi concittadini, sindaco in testa. Alla maggioranza leghista di Adro (non solo alla Giunta) dev'essere sembrato ovvio considerare ininfluenti eventuali obiezioni, disagi, proteste da parte di chi leghista non è, e ritenendo di iscrivere i figli alla locale scuola pubblica (che vuol dire: la scuola di tutti) li ritrova iscritti d'ufficio a una scuola "verde", involontaria parodia delle scuole coraniche. L'omissione di questo scrupolo basilare (esistono minoranze, a Adro? vanno rispettate? tenute in considerazione?) è l'aspetto più sconvolgente della vicenda. Perché illustra una sorta di intolleranza "naturale" tipicissima dei regimi e delle masse plaudenti che li sostengono, alla quale non siamo più avvezzi da sessantacinque anni. Le macroscopiche violazioni di legge, e perfino gli aspetti anticostituzionali, passano quasi in second'ordine rispetto all'impressionante spettacolo di una comunità così autocompiaciuta della propria coesione politica da stabilire l'inesistenza degli "altri", e non solo gli stranieri: ora anche i non leghisti. Gli italiani. Ce ne sarà pure qualcuno, a Adro, di non leghista. Che deve fare? Subire e tacere? Emigrare, perché italiano e non "padano", inaugurando così l'incredibile paradosso di italiani che si sentono extraterritoriali in Italia (non più "padroni a casa loro", per dirla con la Lega)? Sarà molto istruttivo vedere, al di là delle dichiarazioni di circostanza, quali provvedimenti concreti vorranno prendere autorità varie e istituzioni di ogni ordine e grado, tutte direttamente coinvolte da un simile affronto alla democrazia: a partire, ovviamente, dal ministro della scuola Gelmini e dal ministro dell'Interno Maroni. Si pensa, in genere, che ad ogni azione corrisponda una reazione uguale e contraria. Nel caso del progressivo manifestarsi, in alcune zone del Nord, di una secessione di fatto, la reazione fin qui non ha certo corrisposto all'azione. Si spera che l'esproprio leghista di una scuola pubblica sia la goccia che fa traboccare il vaso. O gli italiani non leghisti, al Nord, devono sentirsi cittadini di grado inferiore? |
Si apre uno dei più incerti anni scolastici, tra tagli pesanti, precari a casa e classi sovraffollate. la Repubblica chiede ai lettori di essere testimoni delle mille realtà della scuola italiana Leggi le storie |
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