Licenziamenti: Francia, operai in rivolta.
Più di 100 dipendenti dell'azienda italiana New Fabris perderanno il lavoro
Chiedono un'indennità o faranno esplodere bombole di gas già piazzate
"Facciamo saltare la fabbrica"

PARIGI 13 luglio 2009- Operai francesi in rivolta. I lavoratori della New Fabris di Chatellerault, nell'ovest della Francia,
una fabbrica italiana di componenti automobilistici in fallimento, sono pronti ad un gesto estremo: se i gruppi Psa Peugeot Citroen e Renault - ex clienti dell'azienda - non verseranno 30mila euro di indennità ad ogni dipendente licenziato, faranno esplodere l'impianto. L'ultimatum scade il 31 luglio.

I 366 operai affermano di aver già posizionato delle bombole di gas collegate tra di loro in varie parti della fabbrica e di essere pronti a far saltare tutto se non si arriverà ad un accordo entro la fine del mese.

L'azienda, proprietà della veneta Zen, di Florindo Garro, da giugno è in liquidazione. Un centinaio di operai, in gran parte cinquantenni, resteranno senza lavoro e difficilmente ne troveranno un altro. Il valore dell'indennità richiesta è la stessa cifra che Renault e Psa avrebbero già versato a circa 200 dipendenti licenziati del gruppo Rencast, anche questo specializzato in componentistica auto.

"Non lasceremo che Psa e Renault aspettino agosto o settembre per recuperare i pezzi in stock e i macchinari. Se non avremo nulla noi, non avranno nulla nemmeno loro", ha detto Guy Eyermann, responsabile sindacale. Le richieste sono state respinte dalla Psa e dalla Renault, proprietari di componenti e macchinari che si trovano all'interno della fabbrica per un valore complessivo di quasi 4 milioni di euro. "Non sta a noi sostituirci agli azionisti", è stata la risposta della direzione di Psa Peugeot-Citroen. I rappresentanti degli operai della New Fabris, che hanno già incontrato i responsabili del gruppo Psa la settimana scorsa, saranno ricevuti giovedì dalla Renault. I lavoratori a rischio licenziamento hanno ottenuto inoltre un incontro con il ministro dell'Industria e dell'Economia Christian Estrosi il prossimo 20 luglio.

La scorsa primavera, sotto le minacce di licenziamento, centinaia di operai avevano sequestrato i dirigenti di alcune fabbriche come la Caterpillar di Grenoble (al sud), la 3M di Pithiviers (nel centro) e l'impianto Sony nelle Landes (sulla costa atlantica).
 

A Parigi operai bloccano per quasi un'ora l'auto del patron del gruppo leader nel lusso
caccia ai manager Assediato il miliardario Pinault
Contro i licenziamenti,
a Grenoble rinchiudono in ufficio i dirigenti della Caterpillar

GRENOBLE 31 marzo 2009- In Francia la rabbia scatenata dalla crisi economica è sfociata ancora una volta nella "caccia al manager". Oggi ne ha fatto le spese anche Francois-Henri Pinault, patron del gruppo PPR, leader del lusso: è stato "sequestrato" per quasi un'ora da alcuni dipendenti della sua azienda che hanno bloccato il taxi su cui viaggiava a Parigi. E' andata peggio ad alcuni dirigenti della Caterpillar che da stamane sono tenuti sotto chiave dagli operai nella sede della multinazionale a Grenoble. 

Pinault liberato dalla polizia. Un centinaio di operai colpiti dalla crisi economica e preoccupati dall'imminente taglio di 1.200 posti di lavoro, hanno preso d'assedio il taxi su cui Pinault lasciava la sede del suo gruppo a Javel, il quartiere industriale sulla Senna al di là della Tour Eiffel. Per liberare l'imprenditore, dopo 55 minuti, è stato necessario l'intervento della polizia che ha sgomberato la zona dai manifestanti. Quarantasette anni, Francois-Henri Pinault gestisce l'immenso impero del lusso PPR fondato dal padre, Francois. E' proprietario di un vasto gruppo che va dal marchio Gucci alla casa d'aste Christie's, dalla Fnac a Printemps, al marchio sportivo Puma. In Italia, Pinault possiede tra l'altro Palazzo Grassi a Venezia. 

A Grenoble "bloccati" manager Caterpillar. Da Parigi a Grenoble. I lavoratori della Caterpillar hanno rinchiuso nei loro uffici alcuni dirigenti. Inizialmente erano quattro i manager "sequestrati"; in serata solo uno, il direttore del personale, è stato liberato per motivi di salute. I sindacati chiedono di riaprire le trattative arenatesi sulla decisione dell'azienda di licenziare 733 delle 2.500 persone che lavorano in Francia per la multinazionale statunitense leader nella costruzione di macchinari per il movimento terra. "Una scelta - sostengono i dirigenti - dettata dal calo delle vendite del 55%". 

"Libertà in cambio di trattativa". "Li tratteniamo per discutere con loro", ha detto Benoit Nicolas, delegato del sindacato Cgt. "Chiediamo che fissino una riunione coi rappresentanti del personale per sbloccare i negoziati. Loro sostengono che non ci sono margini di trattativa perché non hanno tutti i poteri - ha aggiunto il sindacalista - ma penso che si possa arrivare a qualcosa". Caute le dichiarazioni fatte filtrare oltre la cortina di operai dal direttore "sequestrato" della sede di Grenoble, Nicolas Polutnick: "Un piano di ristrutturazione è un procedimento complesso. Senza la libertà di movimento sarà difficile poter arrivare ad un negoziato". 

Caccia al manager. Non è la prima volta che succede. Qualche settimana fa, sempre in Francia, nella caccia al manager sono incappati l'amministratore delegato della Sony France, tenuto in ostaggio una notte, e il direttore della filiale 3M, liberato solo dopo la firma di un protocollo d'accordo e l'apertura dei negoziati sul taglio di 110 posti di lavoro su 235. La Francia non è l'unico Paese europeo in cui la crisi economica provoca episodi del genere. A Edimburgo pochi giorni fa è stata assaltata la villa di sir Fred Goodwin, ex amministratore delegato della Royal Bank of Scotland, ridotta al fallimento dal management. La responsabilità dell'azione è stata rivendicata dal gruppo "Bank bosses are criminals" ("I dirigenti di banca sono criminali").