Fabio Granata:
un "fascista" onesto, con il senso dello Stato.
Questione morale: “Espelleteci tutti: per antimafia e legalità…”


Con questa dichiarazione il Vicepresidente della commissione Antimafia, Fabio granata,
interviene nel dibattito apertosi all’interno del PDL sulla questione morale.
13 luglio 2010
“Per i vertici del PDL la questione morale non esiste. Il problema gravissimo ed imbarazzante non è rappresentato da ciò che emerge dalle ultime inchieste, un quadro torbido di affari, logge, dossieraggi ed associazioni a delinquere, quanto piuttosto da Italo Bocchino, Fabio Granata ed in generale dai finiani.”

“Il problema per alcuni autorevoli esponenti del PDL è rappresentato da chi parla delle inchieste e non da chi di quelle inchieste è oggetto e protagonista. Se siamo giunti a questa assurda e paradossale situazione, la mia proposta è semplice: provate ad espellerci tutti per antimafia e legalità.”


Il diktat di La Russa a Granata: "Si scusi o vada via"
La replica: "Non ho nulla di cui scusarmi"
25 luglio 2010
Da Berlusconi messaggio al sindaco di Roma Alemanno: "Sì a congressi, no alle correnti".
Ma intanto si riaccende lo scontro interno. Dal ministro-coordinatore aut aut all'esponente finiano. Che risponde: "Ho detto verità oggettive"

ROMA - Sale ancora la temperatura interna del Pdl. E anche oggi si registra un nuovo durissimo scontro tra i berluscones e i finiani. Intanto il premier Silvio Berlusconi ha detto sì a Gianni Alemanno, che ieri dal convegno di Orvieto dei circoli "Nuova Italia" aveva proposto di svolgere entro l'anno i congressi comunlai e provinciali del Popolo della libertà. "Dobbiamo far crescere il nostro partito - dice il Cavaliere in un messaggio al sindaco di Roma -, dobbiamo organizzarlo sempre meglio sul territorio, garantendo la piena partecipazione democratica a tutti gli iscritti e a tutti gli elettori secondo quanto previsto dallo statuto per lo svolgimento dei congressi". Nel messaggio il premier auspica anche di "non lasciare spazio a contrapposizioni correntizie che paralizzerebbero la vita" del Pdl.

Anche oggi però il terreno dello scontro interno al partito di maggioranza relativa è il rapporto con i finiani. Dopo i violenti botta e riposta di ieri 1 Ignazio La Russa, uno dei tre coordinatori nazionali, intima al finiano Fabio Granata: "Chieda scusa oppure lasci il partito".  Ecco le sue parole: "Dico all'amico Fabio Granata: o dici nomi, cognomi o almeno dai indizi forti sui pezzi del governo che starebbero ostacolando la lotta alla mafia, e in quel caso io non potrei stare un minuto di più nel governo se una cosa del genere fosse vera, oppure tu chiedi scusa o lascia il partito".

Quasi immediata la replica del deputato siciliano: "Non ho davvero nulla di cui scusarmi - dice - perché le verità che ho detto sono oggettive e sostenibili in qualsiasi sede, anche in quella (se esiste) dei probiviri del Pdl dove La Russa e gli ex amici di An potranno chiedere con forza la mia espulsione e ribadire la loro fraterna solidarietà a Verdini e Cosentino".

Poi, nel merito, aggiunge: "La Russa continua a strumentalizzare affermazioni serie ed equilibrate da me portate avanti nel contesto della Commissione Antimafia e che erano riferite all'inopinata negazione da parte della Commissione ministeriale presieduta da Alfredo Mantovano del regime di protezione per Spatuzza, considerato attendibile da ben tre Procure sulla questione delle stragi del '92". E ancora: "Visto che La Russa mi chiede spiegazioni sulle mie affermazioni gli dico anche che io mi riferivo alle decine di esternazioni contro le Procure di Caltanissetta e Palermo colpevoli di cercare irriducibilmente la verità sulle stragi. E, per avere i nomi, La Russa può semplicemente consultare le agenzie di stampa degli ultimi due mesi".

"Poi - conclude - mi riferisco anche ad un ddl sulle intercettazioni, difeso con forza dal governo in una stesura originale che, per quanto riguarda le intercettazioni telefoniche ambientali, avrebbe indebolito lo strumento più importante per le indagini di mafia, se non fosse intervenuta la nostra volontà radicale di modificarlo. E alle decine di attestazioni di stima e solidarietà, anche da parte di esponenti del governo, dopo una condanna a sette anni a Marcello Dell'Utri per associazione mafiosa e dopo la sua ennesima proclamazione ad 'eroe' di un mafioso conclamato come Mangano".

E la Russa vuole Fini ministro. Arriva infine la proposta-provocazione dello stesso La Russa: "Sono ancora pronto a spendermi perchè si trovi un accordo tra Fini e Berlusconi. Facciamo ad esempio un'ipotesi fantascientifica: se si trovassero d'accordo che Fini entri nel Governo, magari al ministero delle Attività produttive, lasciando la carica istituzionale per svolgere un ruolo anche nel partito, la situazione cambierebbe radicalmente. So che è molto difficile, ma se si chiudesse anche questo spiraglio avrebbero ragione i pessimisti". 
 


Fuori uno...
Libero-news- 24 luglio 2010
Primo atto di riscossa dei berlusconiani contro i finiani.
Chiesta l'espulsione di Granata che aveva accusato il governo di ostacolare
le indagini sulle stragi del '92-93. Cicchitto e Lupi: "Via chi non si ritrova nel nostro partito"

“ O va via lui o ci saranno i probiviri”. Un'altra scintilla di scontro fra i sostenitori del PdL "uno e non divisibile in correnti" e i finiani. All'attacco vanno i berlusconiani, stanchi di subire i continui attacchi gratuiti dei confratelli in odore di tradimento. L’affermazione è del vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi. Necessario precisare: retaggio del passato, i "probi viri" sono i cosiddetti uomini onesti investiti del compito di giudicare sui contrasti interni di un'associazione. Lui, invece, è Fabio Granata, vicepresidente della commissione Antimafia, parlamentare del PdL e in (alta) quota alla corrente di Gianfranco Fini. Lo sfogo di Lupi avviene a cinque giorni dalla sparata di Granata, che aveva lanciato una pesante accusa al suo partito in materia di mafia in occasione del giorno della commemorazione di Paolo Borsellino: "Ci sono pezzi dello Stato, del governo e della politica che fanno di tutto per ostacolare le indagini  sulla strage di via D’Amelio e creare condizioni di delegittimazione della magistratura". Parole dure che non sono piaciute, per dirla con un eufemismo, all’interno del Popolo della Libertà. Quindi l’estrema ratio. “Lo statuto che anche Granata ha votato è molto chiaro, netto e preciso: chi non si ritrova nel nostro partito” prende e se ne va oppure affronta il giudizio interno. Nel partito di Berlusconi e Fini si va verso lo scontro finale. Finito il dialogo, finita la diplomazia, chiusi i rapporti.

Al convegno dei Circoli e della Fondazione Nuova Italia in corso a Orvieto, Mario Lupi viene invitato a commentare la presa di posizione di Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti della Camera, sulla necessità di prendere azioni disciplinari nei confronti di alcuni esponenti finiani. Il collegamento con Granata è automatico e scatena la risposta del vicepresidente di Montecitorio, che poi aggiunge: "Certi parlamentari dovrebbero ricordarsi che senza il Pdl e senza Berlusconi non sarebbero in Parlamento, e forse non avrebbero quella visibilità di cui godono". 

Le acque sono state calme per poco. La battuta di Granata era passata un po’ sotto traccia, anche se aveva prodotto forti malumori e nella riunione successiva a Palazzo Grazioli di due giorni fa Berlusconi aveva espresso il suo disappunto (altro eufemismo) sull’uscita del finiano. Dalla stessa platea di Orvieto giunge il commento di Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera. Granata viene dipinto come un “polemista che per di più ignora quel che è accaduto” nel biennio ’92-92. "Non abbiamo nulla da temere - afferma Cicchitto - casomai a temere devono essere altri: coloro che allora erano al governo e controllavano i servizi, poi traferiti al Csm, e quel partito che riteneva che dal crollo" della Prima Repubblica avrebbero potuto "conquistare il potere: ogni riferimento al Pds di Violante è puramente casuale".

Replica di Granata – Se ne infischia il finiano a partire dalle parole di Valducci. “Procedano pure, prendano pure provvedimenti. Dovranno motivare tale sanzione disciplinare con il fatto che ho difeso i valori della legalità repubblicana". La mette sul piano etico, si considera messo alla gogna mentre il PdL resta "indifferente di fronte alle parole pronunciate da Napolitano e alla questione morale che attraversa la politica ".

Attacco a Verdini e Cosentino – Non sembra per niente intimorito il vicepresidente dell'Antimafia. Informato della messa in stato d’accusa di fronte al partito, Granata non ci sta e prontamente replica: “Mi piacerebbe conoscere quali sono le frasi tanto incriminate da me pronunciate che dovrebbero passare il loro vaglio – dichiara Granata - e attendo di capire se i probiviri si dovrebbero interessare anche di quei dirigenti accusati di comportamenti gravi e non compatibili con la politica di un grande partito nazionale e conservatore che dovrebbe preoccuparsi del bene comune, anziché di azioni lobbistiche, affari o di rapporti con ambienti oscuri”. Troppo forte la tentazione di attaccare qualcuno in particolare, di fare i nomi. Granta cede: “Sarei felice di andare dai probiviri insomma insieme a Nicola Cosentino e a Denis Verdini”.

Bocchino difende Granata - A scudo di Granata interviene Italo Bocchino, il più vicino a Gianfranco Fini. Deferire Fabio Granata ai probiviri del Pdl "non è una proposta saggia" perché‚ "prima di deferire chi chiede di affrontare la questione morale, si dovrebbe deferire chi ha fatto dossieraggio contro il candidato alla presidenza della Campania", ossia Cosentino, e "chi faceva riunioni con Carbone", ossia Denis Verdini. 
 


Pdl, Lupi a Granata:
"Vada via o dai probiviri" Bocchino: "Prima ci vadano Verdini e Cosentino"
Il Giornale 24 Luglio 1010

Dibattito all'interno del Pdl. Lupi a Granata: "Chi non si ritrova nel partito o va via o si fa giudicare dai probiviri". Granata si difende e attacca: "Sarei felice di andare dai probiviri insomma insieme a Nicola Cosentino e a Denis Verdini". Bocchino: "Prima vadano loro"

Milano - Giornata di dibattito all'interno del Pdl in occasione del convegno dei circoli Nuova Italia a Orvieto. A infiammare il dibattito alcune dichiarazione del finiano Granata sulla questione morale. "Dipende dalla buona volontà. Io conosco Berlusconi dal 1993 e lui ha sempre mantenuto le promesse. Bisogna però essere in due per essere d’accordo. Certo, non aiutano frasi che evocano il pericolo di una questione morale. La legalità è nel nostro dna, non accettiamo lezioni da nessuno", ha dichiarato il ministro degli Esteri Franco Frattini a margine del convegno in Umbria. "Noi - ha prosegue il titolare della Farnesina - siamo convinti che in un grande partito si debba favorire la libera espressione del pensiero, non un’opposizione interna continua e costante. Noi pensiamo ad un partito che non segue il teatrino della politica e le logiche pesanti degli apparati. Anche il congresso rappresenta un’occasione". 

"Respingiamo con sdegno le dichiarazioni di Granata" "Non possiamo accettare chi adombra semplicemente il pericolo che ci siano collusioni con ambienti criminali. È molto triste che lo faccia Fabio Granata, un esponente del Pdl, quando questo governo è quello che più di tutti negli ultimi venti anni si è impegnato nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata", ha detto Frattini commentando le dichiarazioni dell’esponente finiano in difesa della legalità. Sempre riferendosi a Granata, Frattini ha concluso: "Respingiamo con sdegno queste insinuazioni". 

Lupi: "Granata vada via o a giudizio" "Lo statuto che anche Granata ha votato è molto chiaro, netto e preciso: coloro che non si ritrovano nel nostro partito ma hanno parole durissime e strumentali nei confronti del Pdl o vanno via o c’è un luogo in cui l’atteggiamento va valutato e si chiama Collegio dei probiviri". Ha puntato il dito contro il deputato finiano anche il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, rispondendo a chi gli chiedeva un commento alle affermazioni di Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti della Camera, sulla necessità di prendere azioni disciplinari nei confronti di alcuni esponenti finiani. Alcuni parlamentari, ha proseguito Lupi, dovrebbero ricordarsi che "senza il Pdl e senza Berlusconi non sarebbero in Parlamento e forse non avrebbero quella visibilita che oggi hanno".  

Cicchitto: "E' un polemista" "Ogni giorno ha il suo affanno. Una volta conclusi i lavori parlamentari sulla manovra e le intercettazioni esamineremo la situazione interna al partito" nell’ambito della quale vanno esaminati gli "attacchi che vengono portati dall’interno del Pdl", ha risposto il presidente dei deputati del Popolo della Libertà, Fabrizio Cicchitto, a chi gli chiedeva della polemica scatenata dalle parole del deputato Franco Granata e della richiesta di Mario Valducci di adottare provvedimenti disciplinari. Cicchitto ha definito Granata un "polemista che per di più ignora quel che è accaduto", negli anni della fine della prima Repubblica. "Non è certamente Berlusconi - ricorda il capogruppo Pdl - che può temere che si verifichi quel che accadde nel 92-93, perchè allora altri erano in attesa di ereditare" il lascito della prima Repubblica.  

Granata: "Con me Verdini e Cosentino" "Attendo che mi convochino i probiviri con assoluta tranquillità". Il finiano Fabio Granata ha risposto così al vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. "Mi piacerebbe conoscere quali sono le frasi tanto incriminate da me pronunciate che dovrebbero passare il loro vaglio - ha aggiunto - e attendo di capire se i probiviri si dovrebbero interessare anche di quei dirigenti accusati di comportamenti gravi e non compatibili con la politica di un grande partito nazionale e conservatore che dovrebbe preoccuparsi del bene comune, anzichè di azioni lobbistiche, affari o di rapporti con ambienti oscuri". "Sarei felice di andare dai probiviri insomma - conclude Granata - insieme a Nicola Cosentino e a Denis Verdini".  

Bocchino: "Prima Verdini e Cosentino" Deferire Fabio Granata ai probiviri del Pdl "non è una proposta saggia" perché "prima di deferire chi chiede di affrontare la questione morale, si dovrebbe deferire chi ha fatto dossieraggio contro il candidato alla presidenza della Campania", ossia Cosentino, e "chi faceva riunioni con Carbone" ossia Denis Verdini. È questo il commento del finiano Italo Bocchino alle dichiarazioni di Maurizio Lupi.  

Lupi: "Ci riconosciamo nel Pdl?" "Un partito non sta insieme perchè deve, ma perchè si riconosce in valori e ideali condivisi. E allora: è ancora il Pdl il partito in cui ci riconosciamo?". È la questione posta dal vice presidente della Camera, Maurizio Lupi, nel corso del dibattito sul Popolo della Libertà. "La mia sensazione di questi giorni - ha precisato -, è che esistano più partiti, non un solo partito: ci sono sempre finiani da una parte e il resto del Pdl dall’altra". Lupi ha ricorda ai colleghi che il congresso del Pdl è stato fatto appena un anno fa: "in questo congresso tutti abbiamo votato delle regole e ora non dobbiamo inventarcene altre ma solo applicarle". Dopo una "fase necessaria di transizion" il vice presidente della Camera ha detto di condividere l’iniziativa di avviare i congressi locali. Il leader del Pdl "è condiviso e riconosciuto ed è stato scelto dagli elettori", ha sottolineato Lupi. Il quale aggiunge che "non si può discutere di legalità come strumento di battaglia politica", perchè la legalità "è la condizione dell’essere in politica". La strada da intraprendere, secondo Lupi, è quella di "non continuare a sopravvivere e tergiversare", ma piuttosto bisogna recuperare la "moralità del fare". Per questo anche all’interno del partito "si vota per decidere, ma una volta che si è votato si seguono le indicazioni". Se non c’è cambio di rotta, conclude Lupi, "saranno gli elettori stessi che ci manderanno a casa".