"Non si difende facilmente da sè la Costituzione.
La devono difendere i cittadini". Il messaggio del presidente della Corte
Costituzionale, Ugo de Siervo, oggi a Pistoia a margine della sua lectio
magistralis "I giovani valori della Costituzione",
è chiaro. Così come le risposte via
via date agli studenti: "Quello del giudice costituzionale è un
mestiere delicato, che
però la corte fa da tanti anni, 55, e per
18 mila decisioni", ha detto. "Polemiche? ogni tanto. Ultimamente un po'
troppe".
E la Carta sta al di sopra di tutti, anche del
premier: "La maggiore novità introdotta dalla Costituzione italiana
è la superiorità della Costituzione
stessa rispetto a ciò che vogliono il Parlamento, il governo e il
presidente del Consiglio".
Costituzione rigida uguale libertà.
Così al presidente è stato chiesto "perché
la Costituzione è spesso messa in croce?". "
Perché è facile, è facile scaricare
su altri problemi che invece sono problemi di legislazione ordinaria o
di governo
o di efficacia di una serie di interventi", ha osservato
De Siervo secondo il quale quella italiana "è una buona Costituzione"
di cui "dovremmo essere più orgogliosi". Se
la Costituzione italiana è "rigida" non significa che "mi tolgono
la libertà",
ha detto ancora De Siervo. La "rigidità" della
carta italiana, ha precisato, segue l'esempio di "tutte le altre Costituzioni
democratiche del Novecento". Come quelle, la Costituzione italiana ha distinto
da "quel che il legislatore può fare liberamente", "un'area di principi,
valori e regole di cui può sempre disporre il parlamento ma con
una procedura speciale, aggravante, complicata". Tale procedura, ha concluso
De Siervo, non è comunque "tanto complicata".
La Carta non invecchia mai. "I
cittadini C'è un sentimento di difesa della Costituzione nei
cittadini?, gli hanno chiesto dai giornalisti. "Credo di sì - ha
risposto De Siervo -, dagli inviti che riceviamo ad andare in giro a parlarne,
direi
che c'è molta sensibilità". "Non bisogna
preoccuparsi del fatto che la nostra Costituzione ha qualche anno - ha
sottolineato
il presidente della Corte Costituzionale -. Ha tanti
anni quanti ne ha la Costituzione tedesca che è una ottima Costituzione
che, non a caso, quando la Germania si è riespansa
verso est, la Costituzione si è espansa verso est. Nessuno ha osato
dire
che era vecchia. Le buone Costituzioni sono come il
vino, possono invecchiare molto. La nostra è una buona Costituzione,
come giudizio a livello internazionale degli studiosi e dei politici. Non
a caso, quando in Europa negli anni Settanta del secolo scorso la Spagna,
il Portogallo, la Grecia si sono dovuti dare Costituzioni democratiche
il primo testo a cui hanno fatto riferimento è stata la Costituzione
italiana, così tutti i Paesi che si sono staccati dall'Unione Sovietica
o dalla fascia dei Paesi comunisti si sono riferiti, tra le altre, a quella
italiana. In questo senso dobbiamo essere più orgogliosi della Costituzione
che ci governa".
"Si può cambiare non peggiorare".
"In materia regionale, se il Parlamento si occupasse di più a mettere
gambe
al titolo V e poi magari nei singoli punti anche a
modificarlo sarebbe utile. Non è una cosa cattiva modificare la
Costituzione,
è una cosa relativamente facile. Dal 1948 ad
adesso ci sono state 34 modifiche costituzionali della Carta. Non è
difficile farle,
ma bisogna migliorare la Costituzione, non peggiorarla.
A questo mi raccomanderei". "Il titolo V della Costituzione -
ha osservato De Siervo - che ha dei difetti certamente,
ma ha soprattutto dalla sua il fatto che nessuno ha mai tentato di applicarlo
seriamente. Soprattutto un nuovo riparto di potere tra lo Stato e le Regioni
e gli Enti locali esigerebbe poi una forte attività legislativa
del Parlamento che faccia leggi cornice, leggi di principio, leggi attuative,
leggi di finanziamento e così via. Invece, se queste cose non si
fanno, applicare direttamente il titolo V è all'origine di un'infinita
di liti, di contrasti, di conflitti tra Stato e Regioni che sono troppi".
"Il parlamento ripete errori a raffica".
"Quando una Corte Costituzionale con grande, grandissima pazienza - siamo
tutti vecchietti, io sono un po' più Pierino - ma siamo tutta gente
responsabile, prudente, quando la Corte dichiara illegittima una norma
non bisogna porsi il problema di chi dice: ma insomma voi disattendete
la sovranità popolare.
La Costituzione è alla base della legittimità
della sovranità popolare. Vi dovete perciò porre l'altro
problema: come mai noi, organo rappresentativo della sovranità popolare,
non ci siamo resi conto di aver fatto o supportato l'entrata in vigore
di una norma illegittima costituzionalmente ....il
Parlamento questi errori li reitera un po' a raffica".
"Il Parlamento - ha osservato De Siervo - ha enormi
praterie a propria disposizione per galoppare liberamente
e dare la caccia ai bisonti. Poi ci sono le montagne:
però, le montagne non le deve toccare, è tutto qui il problema".
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"Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole
e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito?
Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente
le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora
Piero CalamandreiRoma 11 febbraio 1950 (Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale) |
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