e "l'assoluta indispensabilità" di queste per la prosecuzione delle indagini. E' quanto prevede l'emendamento presentato dal governo al ddl intercettazioni 1 ora all'esame della commissione giustizia del Senato. Tra governo e maggioranza sono stati presentati 12 emendamenti. Due sono stati depositati in commissione giustizia del Senato dal sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo e circa 10 sono quelli firmati dal relatore Roberto Centaro. |
Eliminando dal testo gli "evidenti indizi di colpevolezza", si può disporre intercettazioni anche nei procedimenti a carico di ignoti. Per poter intercettare, però, è necessario che l'utenza sia intestata (o effettivamente in uso) o all'indagato o a una terza persona che, già emersa dalle indagini come a conoscenza dei fatti per i quali si procede, si ritiene ne farà uso per conversazioni o comunicazioni che riguardino i fatti oggetto dell'indagine. Il principio vale anche per le riprese visive. I luoghi sottoposti a sorveglianza devono appartenere o essere utilizzati dall'indagato o da persone diverse sempre che risultino, dalle indagini, già a conoscenza dei fatti.
Punibilità. L'emendamento al ddl intercettazioni presentato dal relatore Roberto Centaro prevede inoltre che "chiunque fraudolentemente effettui riprese o registrazioni di comunicazioni e conversazioni a lui dirette o comunque effettuate in sua presenza sia punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni". La punibilità, si legge ancora nella proposta di modifica, è esclusa quando dalle riprese o dalle registrazioni emerge una notizia di reato e questa viene tempestivamente comunicata all'autorità giudiziaria.
Per chi pubblica in tutto o in parte atti o documenti di un procedimento penale di cui sia vietata per legge la pubblicazione è punito con l'arresto fino a due mesi o con l'ammenda dai due ai diecimila euro. Se a essere pubblicato è il contenuto delle intercettazioni, si applica l'arresto fino a due mesi e l'ammenda dai quattromila ai ventimila euro. La condanna comporta anche la sospensione temporanea dall'esercizio di una professione o di un'arte. Identiche le pene per chi pubblica riprese e registrazioni.
Aumentano le pene per le talpe delle Procure, che rischiano il carcere, con una pena massima da 5 a 6 anni. Il testo dell'articolo del ddl è stato modificato in questo modo: "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque rivela indebitamente notizie inerenti ad atti o a documentazione del procedimento penale coperti dal segreto, dei quali è venuto a conoscenza in ragione del proprio ufficio o servizio svolti in un procedimento penale o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza è punito con la reclusione da 1 a 6 anni di carcere".
Autorizzazione. Sarà il tribunale a decidere l'applicabilità delle intercettazioni, e non più il gip. Il tribunale nella sua valutazione non potrà basarsi su dichiarazioni rese dal coimputato in procedimento connesso, non riscontrate, né su testimonianze indirette rese da chi si rifiuta o non è in grado di indicare la fonte diretta, né, infine, su dichiarazioni rese da informatori di polizia giudiziaria non interrogati. Sempre nello stesso emendamento il governo prevede che si possa chiedere una proroga delle intercettazioni quando si ritiene, dalle indagini, che "l'attività delittuosa sia prossima a ulteriori conseguenze", oppure che si stiano per commettere nuovi reati. La proroga può avere una durata massima di 15 giorni, anche non consecutivi.
Parlamentari. Se il magistrato intercetta qualcuno che conversa con un parlamentare, sarà necessaria comunque l'autorizzazione della Giunta di Camera o Senato. L'autorizzazione dovrà essere richiesta anche se si acquisiscono tabulati di comunicazioni. E questo varrà soprattutto se si intercetta o si acquisiscono tabulati per accedere comunque "alla sfera delle comunicazioni del parlamentare". I verbali o i tabulati contenenti le registrazioni che riguardano anche un parlamentare, dovranno essere immediatamente trasmesse al procuratore della Repubblica che ne disporrà l'inserimento in un fascicolo separato conservato in una apposita sezione dell'archivio riservato. Della loro esistenza verrà data comunicazione riservata al parlamentare interessato a conclusione delle indagini preliminari.
Processi in corso. La legge sulle intercettazioni non potrà comunque essere applicata ai processi in corso per i quali è già stata chiesta l'autorizzazione a farle, così prevede un emendamento del governo appena presentato al ddl intercettazioni. Nella proposta di modifica che porta la firma del sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo si chiarisce comunque che possano essere applicate immediatamente a tutti i processi in corso le norme del provvedimento relative ai divieti di pubblicazione e gli obblighi di segreto. Si differisce poi di sei mesi dall'entrata in vigore della legge l'efficacia della norma che attribuisce al tribunale distrettuale in composizione collegiale la competenza ad autorizzare le intercettazioni.
Sub-emendamenti. Il termine per la presentazione dei sub-emendamenti agli emendamenti depositati oggi al ddl intercettazioni da governo e relatore sono fissati per lunedì prossimo, alle ore 17. Lo ha reso noto il presidente della commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, a margine della seduta di oggi. "Martedì pomeriggio, sempre della prossima settimana - aggiunge Berselli - si procederà all'illustrazione dei sub-emendamenti con il parere del governo e del relatore. Il mercoledì mattina, alle 8.30, saremo pronti a votare, sempre che ci arrivino tutti i pareri necessari".
Le reazioni. La Federazione nazionale della stampa annuncia che il 28 aprile i giornalisti scenderanno in piazza per manifestare contro il ddl intercettazioni, giudicato "una legge bavaglio". Alla manifestazione seguiranno altre iniziative di lotta. A dar corpo alla contrarietà del Pd al provvedimento è il senatore Felice Casson, che giudica gli emendamenti presentati oggi "un'apertura", che però "non basta assolutamente". In particolare, Casson giudica sballata la norma che trasforma in reato il fatto che un cittadino registri una conversazione di cui è parte. "E' il cosidetto emendamento anti-D'Addario - spiega Casson - ma è molto pericoloso". Durissime critiche anche dall'Italia dei Valori. Secondo il presidente di senatori del gabbiano, Felice Belisario, "questo testo resta impresentabile". Più duro il segretario nazionale del Pdci, Oliviero Diliberto che sul suo Facebook scrive: "Non sapremo più nulla degli imprenditori che ridevano a crepapelle per il terremoto dell'Aquila, delle parole oscene di Berlusconi contro chi non era capace di cacciare Santoro, di calciopoli e via discorrendo. Non ci sarà più né mafia né camorra, alla faccia delle 'balle' di Saviano. Ci sarà solo l'Italia che vuole Berlusconi, truccata con lo stesso cerone usato da lui".
L'associazione Nazionale Magistrati INTERCETTAZIONI, MOLTI I NODI IRRISOLTI:
Gravi indizi di reato Intercettazione utenze soggetti estranei Riprese visive Acquisizione tabulati Sul testo complessivo permangono ancora numerosi nodi irrisolti. Limiti di tempo Intercettazioni ambientali Divieto di pubblicazione Registrazioni senza consenso Competenza |
L'Anm: "A rischio le indagini di mafia" Il leader dell'IdV annuncia iniziative di "disobbedienza civile" contro il governo che vuole limitarne l'uso e la pubblicazione. Previsto anche il carcere per chi le mette in stampa. Le critiche dell'Associazione nazionale magistrati ROMA 21 aprile 2010- A mali estremi, estremi rimedi. Non potendo bloccare la legge che limita fortemente le intercettazioni 1, l'Idv di Antonio Di Pietro gioca di fantasia. Il ddl del governo vieta la pubblicazione sui giornali? L'Idv le leggerà in Aula. "Ogni volta che ci sarà un'intercettazione regolarmente depositata e a disposizione delle parti, al termine della seduta d'Aula (alla Camera o al Senato) si alzerà un parlamentare dell'Idv e la leggerà" dice l'ex pm. Un modo, questo, che comporterà l'inserimento delle intercettazioni lette nel resoconto parlamentare e la loro conseguente pubblicazione. Senza conseguenze penali per il cronista. Una strategia messa a punto ieri nel corso di una riunione del partito per evitare che con gli emendamenti che la maggioranza ha presentato al ddl intercettazioni "si passi dalla padella alla brace" così come dimostrerebbe, secondo l'ex pm, la cosiddetta norma "Anti-D'Addario" che vieta e punisce riprese e registrazioni considerate 'fraudolente'. Polemica anche l'associazione nazionale magistrati che ribadisce la "più netta contrarietà" al testo che "rischia di vanificare, soprattutto per i reati di mafia e di criminalità organizzata, la possibilità di utilizzare un fondamentale e insostituibile strumento d'indagine". Il testo del governo prevede che chiunque pubblichi o riveli atti di un processo penale coperti dal segreto istruttorio rischia una pena detentiva che va da uno a sei anni di reclusione. E' previsto anche che nessun documento o intercettazione di un processo penale possa essere pubblicato prima dell'udienza preliminare. Tra le novità indicate al ddl sulle intercettazioni spicca anche la non applicabilità della nuova normativa alle indagini già in corso: restano quindi i presupposti per proseguire con l'attività intercettativa in atto, ma soltanto per un periodo massimo di ulteriori 75 giorni. Dopodichè l'ascolto o la ripresa video devono cessare. Nel secondo emendamento si prevede che potranno essere intercettati soltanto soggetti indagati dalla magistratura o direttamente connessi ai fatti delittuosi e non, come invece avviene ora, purchè abbiano contatti di qualche genere con persone eventualmente connesse con il soggetto indagato. In buona sostanza, viene sancito il concetto di 'individualizzazione' dell'intercettazione. Non solo: i luoghi sottoposti a sorveglianza devono appartenere o essere utilizzati dall'indagato o da persone diverse, purchè risultino, dalle indagini, già a a conoscenza dei fatti sui quali si sta conducendo l'inchiesta. Inoltre, cambia anche il destinatario della richiesta di autorizzazione a procedere con l'intercettazione: non più il gip, ma il tribunale. Oltre ai due emendamenti governativi, sono state presentate anche una decina di modifiche proposte dal relatore. Una di queste, per chi pubblica in tutto in parte atti o documenti di un processo penale di cui sia vietata la pubblicazione è punito con l'arresto fino a due mesi o, in via alternativa, con l'ammenda da due a diecimila euro. Se la pubblicazione riguarda invece una intercettazione, la pena sarà l'arresto fino a due mesi o l'ammenda dai quattro ai ventimila euro. Chiunque invece effetti "fraudolentemente riprese o registrazioni di comunicazioni o conversazioni a lui stesso dirette o comunque effettuate in sua presenza - si legge in un altro emendamento del relatore - è punito con la reclusione da 6 mesi a quattro anni", a meno che, è specificato nello stesso emendamento, dalla conversazione non emergano notizie di reato immediatamente riferite all'autorità giudiziaria. Per potersi avvalere di conversazioni in cui sia coinvolto un parlamentare, sarà poi sempre necessario ricevere autorizzazione da parte della giunta della Camera di appartenenza del parlamentare stesso. |
Dispositivo dell'art. 192 c.p.p. 1. Il giudice valuta la provadando conto nella motivazionedei risultati acquisiti e dei criteri adottati [546 1 lett. e](1). 2. L'esistenza di un fatto non può essere desunta da indizi a meno che questi siano gravi, precisi e concordanti [c.c. 2729 (Art. 2729. Presunzioni semplici. Le presunzioni non stabilite dalla legge sono lasciate alla prudenza del giudice, il quale non deve ammettere che presunzioni gravi, precise e concordanti.] (2). 3. Le dichiarazioni rese dal coimputatodel medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso a norma dell'articolo 12 sono valutate unitamente agli altri elementi di prova che ne confermano l'attendibilità [210, 238bis, 500 4] (3) (4). 4. La disposizione del comma 3 si applica anche alle dichiarazioni rese da persona imputata di un reato collegato a quello per cui si procede, nel caso previsto dall'articolo 371 comma 2 lettera b) (3) (4).
http://www.brocardi.it/codice-di-procedura-penale/libro-terzo/titolo-i/art192.html Codice di Procedura Penale (Testo coordinato ed aggiornato del D.P.R. 22 settembre 1988, n. 447) il testo del codice di procedura penale coordinato ed aggiornato con le ultime modifiche che sono state introdotte dalla Legge 20 novembre 2006, n. 281 in materia di intercettazioni telefoniche, dalla Legge 31 luglio 2006, n. 241 in materia di indulto, dalla Legge 21 febbraio 2006, n. 102 in materia di conseguenze derivanti incidenti stradali, dalla Legge 18 marzo 2008, n. 48 in materia di criminalità informatica, dal Decreto Legge 23 maggio 2008, n. 92 in materia di sicurezza e dal D.L. 23 febbraio 2009, n. 11 (Decreto Sicurezza). http://www.altalex.com/index.php?idnot=2011 |