CATANIA VENDESI
E’ ORA CHE I CATANESI SAPPIANO
L’Amministrazione Comunale sta svendendo il patrimonio immobiliare della città.

Alla societa' s.r.l. Catania Risorse (privata, anche se totalmente partecipata dal Comune) sono stati trasferiti molti immobili, tra i quali alcuni pregiati edifici storici del patrimonio comunale, con il compito di venderli nonostante il parere contrario
del Collegio di Difesa del Comune di Catania e della Sovrintendenza ai Beni Culturali.
La svendita e l’impoverimento del patrimonio immobiliare della città è preoccupante; testimonia il perdurare dell’assenza
di una qualsivoglia politica di inclusione sociale e di recupero del territorio.
Chiediamo all’amministrazione di revocare questa decisione e che venga aperto un dibattito pubblico, che coinvolga
tutta la città, sulla rivalorizzazione a fini sociali del patrimonio comunale.
Chiediamo, inoltre, alla cittadinanza di partecipare attivamente e sentirsi coinvolta rispetto alle assurde decisioni
che l’attuale giunta ci impone.

LISTA DEGLI IMMOBILI MESSI IN VENDITA E RELATIVI PREZZI

Palazzina al Tondo Gioieni lato ovest   732.000
Ex esattoria comunale di via Dusmet  3.315.000
Centro di quartiere S.G. Galermo  4.800.000
Ex mercato rionale di Nesima  1.588.500
Mercato ittico 6.195.550
Ex avvocatura comunale di piazza Verga  1. 473.800
Immobile di via A. Gagini  2.401.850
Ex caserma Malerba  2.880.680
Ex Monastero di S. Agata  14.257.000
Immobili tra via Manzoni, via Sangiuliano e via Crociferi  12.229.500
Immobile di viale Mario Rapisardi  1.246.100
Villa Fazio (Librino)  867.000
Autoparco Comunale  3.365.550
Ex Monastero di S. Chiara  9.720.416
Totale  63.599.146

s.r.l. Catania Risorse

Per ripianare parte dell’enorme buco di bilancio, accumulato negli ultimi sette anni, Scapagnini, la sua giunta e la maggioranza che lo sostiene in Consiglio Comunale scelgono, senza interpellare la città e la cittadinanza, di creare l’ennesimo “carrozzone” clientelare, una società che ha il compito di vendere gli edifici comunali, la s.r.l. Catania Risorse. Questa società nasce la notte del 30 dicembre 2006(!!) con il voto di una risicata maggioranza in Consiglio Comunale, senza un piano industriale, economico e finanziario, con una delibera poco chiara e piena di zone d’ombra. Il comune di Catania trasferisce (in realtà vende)
gli immobili della città a Catania Risorse che per acquistarli deve accendere un mutuo sugli stessi,
mutuo che servirà a ripianare solo in parte i debiti pregressi dell’Amministrazione.
La mancanza di trasparenza e di chiarezza sulla vicenda hanno reso necessario un esposto alla Procura ed alla Corte dei Conti, sia sulle modalità di approvazione della delibera che sulle scelte degli edifici oggetto di questa ignobile speculazione
realizzata a vantaggio dei soliti noti.

Al Sindaco di Catania
Alla Giunta comunale di Catania
Al Consiglio comunale di Catania
PER FIRMARE LA PETIZIONE BASTA PASSARE DALL'AURO
O CERCARE I PUNTI DI RACCOLTA FIRME CHE NEI PROSSIMI GIORNI SARANNO IN CITTA'
 

PETIZIONE CONTRO LA VENDITA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DI CATANIA

Il 30 dicembre il consiglio comunale di Catania ha deliberato la vendita di 14 edifici, dei quali alcuni storici, del patrimonio immobiliare della citta' alla societa' "Catania Risorse srl".
Compiuta nonostante il parere contrario del Collegio di Difesa del Comune di Catania e della Sovrintendenza che ha confermato la inalienabilita' del patrimonio storico, l'operazione e' finalizzata esclusivamente a coprire il buco di bilancio
di circa quaranta milioni che l'amministrazione Scapagnini ha creato nel 2003. Ed e' solo l'inizio: per saldare il passivo di oltre cento milioni accumulato tra il 2004 e il 2005 c'e' gia' pronto un elenco con altri 45 siti, di proprieta' del Comune di Catania, da mettere in vendita.
Riteniamo che tra i compiti principali di un'amministrazione ci sia quello di preservare, come memoria e ricchezza storica,
e rendere produttivo, il patrimonio della propria citta': una prospettiva di cui i catanesi sono stati privati. A tutto cio' va aggiunto il paradosso che le amministrazioni a venire dovranno pagare affitti salati per tutti quegli uffici comunali,
e sono tanti, che oggi si trovano all'interno di molti di questi edifici venduti.
 

CHIEDIAMO, QUINDI:

- che il consiglio comunale revochi in autotutela la delibera n° 66 del 24/10/2006, con la quale e' stata approvata la costituzione della societa' "Catania Risorse srl", e la n° 85 del 30/12/2006, che ha approvato la vendita del primo gruppo di 14 siti comunali.

- che l'amministrazione comunale apra alla citta' un dibattito su come valorizzare e rendere produttivo, anche a fini sociali, il patrimonio immobiliare di Catania

COMITATO CITTADINO

il Comitato cittadino contro la svendita del patrimonio immobiliare della città di Catania, recentemente costituitasi, intende riaffermare con convinzione il diritto di esercizio di critica alla “operazione” relativa al trasferimento di alcuni beni immobili di proprietà Comunale alla società privata, anche se totalmente partecipata dal Comune, “Catania Risorse s.r.l..”.
Stupisce, infatti, il tenore del comunicato emesso dall’Amministrazione Comunale nei giorni scorsi e contenente frasi ed epiteti che offendono e ledono la reputazione di quanti, componenti del comitato, consiglieri comunali, membri di associazioni e semplici cittadini hanno criticato in maniera specifica e puntuale la vendita di importanti edifici, alcuni di indubbio pregio artistico ed architettonico, di proprietà comunale.
Si è più volte posto l’accento sulle gravissime responsabilità di un’amministrazione cittadina che presenta al Consiglio comunale, al di fuori di ogni logica di programmazione e con procedura d’urgenza, una delicata e complessa delibera che ha per oggetto il trasferimento di taluni beni. Il tutto nascondendo sia il parere del collegio di difesa, che contiene osservazioni e rilievi non di poco conto sulla struttura societaria di Catania Risorse s.r.l., sia la lettera pervenuta da più di un anno a vari uffici dell’Amministrazione ed anche al Sindaco da parte della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali di Catania. Questa, alla luce del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 – artt. 53 e 54, precisa l’inalienabilità di molti dei beni trasferiti a Catania Risorse, e ciò fino a quando non sia intervenuta la sdemanializzazione degli stessi.
Il comitato ritiene che quanto sopraddetto sia sufficiente per dimostrare alla città la gravità di questa operazione della giunta di centro-destra che per evitare (ma fino a quando?) la dichiarazione di dissesto finanziario ha posto in essere iniziative, atti e comportamenti che appaiono censurabili in riferimento alla gestione della cosa pubblica ed anche in riferimento alla conformità alle norme di legge.
Il comitato si augura infine che la proposta di atto deliberativo recentemente presentata dai gruppi dell’opposizione possa essere al più presto dibattuta in Consiglio Comunale con la conseguente assunzione di piena responsabilità dell’organo consiliare, questa volta pienamente informato di tutti i pareri e delle note esistenti sulla materia.