AUTOSTRADE SICILIANE (Consorzio Autostrade Siciliane)
La Siracusa-Gela costruita con materiali scadenti
sequestrate quote azionarie all'azienda appaltatrice
3 dicembre 2010

L'accusa della procura aretusea: la Baldassini Tognozzi Pontello ha usato materiale "inidoneo".
Nell'inchiesta coinvolti anche i responsabili dei lavori e i collaudatori nominati dall'Anas.
I periti dei magistrati hanno appurato che l'autostrada così fatta "è inidonea a sostenere il peso di un traffico pesante"

Avevano costruito l'autostrada Siracusa-Gela usando "materiale di riempimento assolutamente inidoneo e ben diverso da quello previsto nel capitolato d'appalto" e prelevando il materiale "non da cave ma da scavi e pertanto inadeguato a sostenere il peso di un traffico pesante". E tutto con il benestare dei responsabili e dei collaudatori del cantiere. Una frode che, secondo quanto accertato dalla procura di Siracusa, causò agli enti appaltanti - Anas a Consorzio autostrade siciliane - un danno patrimoniale di quasi sette milioni di euro. Sono queste la principali motivazioni per cui polizia e guardia di finanza hanno sequestrato, su disposizione del gip Vincenzo Panebianco, 6.673.000 euro in titoli azionari alla società Baldassini Tognozzi Pontello costruzioni generali, con sede a Calenzano, in provincia di Firenze.

Nell'inchiesta relativa agli appalti per la realizzazione dell'autostrada siciliana e che nel 2008 aveva portato al temporaneo sequestro del tratto Noto-Rosolini, risultano coinvolti l'amministratore delegato dell'impresa costruttrice, Diego Lazzarini, Carmelo Grosso Camelo, amministratore della Italappalti costruzioni di Catania e Giuseppe Genovese, legale della Techital. Ma in base alle indagini, nella frode un ruolo determinante avrebbero avuto anche Felice Siracusa, ingegnere capo dei lavori dell'autostrada, e i tecnici collaudatori nominati dall'Anas Mauro Coletta, Francesco Bonparola, Augusto Tornusciolo, Antonello Colosimo, Edoardo Flaccomio, Gaspare Guadagnino e Carlo Iacchia. Questi ultimi avrebbero certificato la perfetta realizzazione di un tratto di circa dieci chilomentri dell'opera, tra Noto e Rosolini, senza aver prima effettuato le verifiche previste dalla legge. La frode aveva poi spinto Anas a Cas ad assegnare oltre 21 milioni di euro all'impresa appaltatrice per i lavori di formazione dei rilevati stradali e di regimentazione delle acque piovane.