Assalto libico al peschereccio italiano, mistero italiano, giallo sulle armi:
In Italia può accadere di tutto, anche l'impossibile:
Motovedette fornite disarmate (nude) dal nostro governo, per "fermare l'immigrazione",
improvvisamente si mettono a sparare, sparano in aria e colpiscono il pescereccio
con armi potentissime che forano fiancate, in acciaio:

"Alla Libia motovedette prive di armi", che sparano in aria, colpiscono pescherecci:
La Procura di Agrigento intenzionata a fare chiarezza dopo la perizia balistica dei Ris, secondo cui a sparare contro l'Ariete sarebbero state le mitragliette fisse in dotazione alle motovedette. Armi che l'Italia non ha fornito alla Libia. La Guardia di Finanza ribadisce: "Erano armi leggere". Da Tripoli la notizia: indagato e sospeso il comandante della motovedetta libica

ROMA 16 settembre 2010- L'Italia ha fornito a Gheddafi sei motovedette senza armi. Ma secondo una prima ricostruzione degli esperti del Ris sui fori provocati dalla sventagliata che domenica scorsa ha raggiunto il peschereccio "Ariete" a trenta miglia dalla costa di Tripoli, non sarebbero state usate "armi portatili" bensì mitragliette fisse. Quelle, cioè, solitamente installate sulle motovedette.

Si configura come un giallo la perizia su quei cinquanta colpi esplosi ai danni del motopesca di Mazara del Vallo. Perizia che, spiega il procuratore della Repubblica di Agrigento Renato Di Natale, "gli specialisti dell'Arma dei carabinieri non hanno ancora depositato, per farlo hanno chiesto un termine non molto lungo". Ma la Procura vuole vederci chiaro. Anche sentendo, la prossima settimana, i sei militari che quel giorno erano a bordo dell'imbarcazione.

La Guardia di Finanza ribadisce in una nota: "Spari da armi portatili di proprietà dei libici". E conferma che le motovedette furono cedute ai libici "prive di qualsiasi armamento". Intanto dalla Libia rimbalza la notizia: il comandante della motovedetta libica che ha aperto il fuoco sul peschereccio Ariete è stato sospeso dal servizio 1 e messo sotto inchiesta. In serata è stato interrogato assieme a tutto l'equipaggio.

E intanto fonti dei carabinieri smentiscono che il Ris abbia già consegnato i risultati della perizia sull'Ariete ai giudici, e smentiscono che sia possibile determinare il tipo di armi usate soltanto dall'esame dei fori di entrata dei proiettili che ranno raggiunto il peschereccio.

La Procura: "Sentiremo i finanzieri". "Secondo quanto risulta dagli accordi italo-libici, l'Italia avrebbe fornito alla Libia solo le imbarcazioni e non le armi - sostiene la Procura - ma sul punto intendiamo interrogare i sei finanzieri che erano a bordo durante l'attacco all'Ariete". Per l'episodio, al momento, i magistrati siciliani ipotizzano il reato di tentato omicidio plurimo a carico di ignoti. L'inchiesta è coordinata dal procuratore della Repubblica Renato Di Natale e dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, condotta dal sostituto procuratore Luca Sciarretta.

"Non armi portatili ma mitragliette fisse". Stando alle analisi del reparto speciale dei carabinieri, a sparare non furono dunque mitra e kalashnikov, come da una prima ricostruzione contenuta in un rapporto del Viminale 2, ma le armi in dotazione alla motovedetta, una delle sei fornite ai libici dall'Italia. Mitragliette fisse, la cui fornitura non sarebbe però inclusa nell'accordo stipulato nel 2008 con Gheddafi per arginare il flusso di clandestini dalle coste nordafricane.

L'analisi sui fori. Il Ris ha analizzato i fori provocati dai proiettili: i buchi sono di circa 10 millimetri, segno, secondo gli esperti, che sono stati sparati da mitragliette pesanti, come quelle fisse in dotazione delle motovedette militari. Non è possibile, invece, stabilire la nazionalità delle armi. Potrebbe anche trattarsi di copie delle armi italiane. Ma è sempre più urgente un chiarimento sui reali contenuti dell'accordo italo-libico.

GdF ribadisce: "Armi leggere libiche". "I colpi esplosi in direzione del peschereccio italiano provenivano da armi portatili di bordo, non montate su supporto fisso, di proprietà della Guardia Costiera libica". Lo spiega la Guardia di finanza in una nota, in cui si precisa anche che "le motovedette originariamente dotate di armamento navale di tipo mitragliera Breda calibro 30mm., sono state cedute alla Guardia Costiera libica prive di qualsiasi armamento fisso e/o portatile".