"Volevano fermarmi"

PALERMO 11 Ottobre 2004 -
Pressioni subite negli anni Ottanta dall'allora capitano dei carabinieri Gennaro Scala, ex comandante della compagnia di Termini Imerese, da parte di due generali per evitare di indagare sull'imprenditore di Caccamo Salvatore Catanese, imputato
di concorso in associazione mafiosa, sono state rivelate in aula stamani dallo stesso ufficiale.

Scala ha deposto davanti ai giudici che stanno processando Catanese e il deputato di Forza Italia Gaspare Giudice, anche lui accusato di concorso in associazione mafiosa. L'ex capitano, rispondendo alle domande del pm Gaetano Paci, ha detto che fra il settembre e l'ottobre del 1983 incontrò il generale Pasquale Mazzeo, allora comandante della Regione Sicilia.

«Mi disse - ha detto Scala - che dovevo smettere di perseguitare il dottore Salvatore Catanese». «Risposi, restando sugli attenti, in maniera dura - ha quindi aggiunto Scala - dicendo che non sapevo che Catanese avesse conseguito una laurea e che la mia non era una persecuzione ma, come diceva il termine stesso, perseguivo dei reati».

Scala denunciò allora questo episodio, oltre che ai suoi superiori, anche a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il teste ha poi ricordato un altro episodio legato al generale Umberto Cappuzzo, che allora era capo di Stato maggiore.

«Lo avevo conosciuto - spiega Scala - quando l'allora sindaco di Termini Imerese, Giovanni Aglieri Rinella, gli conferì la cittadinanza onoraria. Io indagavo già su Catanese e dopo alcuni mesi Cappuzzo mi fece chiamare nella sua villa di Trabia e in quella occasione mi propose una prospettiva di carriera, quella di fare il suo aiutante di campo. Risposi che non avevo mai fatto il portaborse a nessuno e non avevo intenzione di cominciare allora. Dopo una settimana venni trasferito da Termini a Palermo, erano appena trascorsi nove mesi di permanenza nella cittadina».

Il pentito Gaetano Lima ha raccontato ai magistrati che il cancelliere della procura di Termini, Vivinetto, avrebbe tentato, attraverso l'uomo d'onore Antonino Gattuccio, di esercitare pressioni sul comandante generale dei carabinieri Umberto Cappuzzo, al fine di far trasferire il capitano Gennaro Scala, comandante della compagnia di Termini Imerese, che all'epoca conduceva le indagini sulla cosca mafiosa di Caccamo, su appalti pubblici della zona e che aveva portato a individuare i favoreggiatori della latitanza del boss Michele Greco che si nascondeva in una masseria della zona di Caccamo. Scala fu uno dei primi investigatori a inserire in un rapporto inviato alla procura il nome di Antonino Giuffrè, oggi collaboratore di giustizia.