La spia del 22 Marzo

Chi, per assurdo ritenesse Pietro Valpreda e gli anarchici del 22 Marzo colpevoli degli attentati, dovrebbe concludere logicamente che con loro e’ responsabile la polizia romana, dato che essa e’ sempre stata minuziosamente informata da uuna spia circa le attivita’ degli anarchici. La presenza di questa spia nel circolo di Via del Governo Vecchio e’ stata, dopo lunga reticenza, ammessa ufficialmente dai funzionari del’Ufficio Politico, i quali tuttavia si sono ancora per molto tempo rifiutati di rrivelarne il nome allo stesso magistrato sebbene cio’ non fosse consentito dalla legge. (la norma "protezionistica" introdotta da Scelba per cautelare i confidenti non e’ applicabile in questo caso giacche’ non e’ estesa ai poliziotti in servizio).

E a quanti avanzano l’obbiezioni di cui sopra, e cioe’ che la polizia doveva essere stata informata dalla polizia di quuanto gli anrchici andavano architettando, si e’ dapprima risposto che cio’ era impossibile dal momento che la spia aveva cessato di frequentare il circolo dal mese di settembre. Poi si dice che Andrea non pote’ sapere delle bombe perche’ negli ultimi tempi gli anarchici non si fidavano piu’ di lui e lo lasciavano in disparte. Ma tutto cio’ e falso.

La spia si chiama Salvatore Ippolito, calabrese, sedicente studente, in realta’ agente scelto di P.S., con residenza a Genova ma da tempo domiciliato a Roma presso uuna pensione. Si introduce tra gli anarchici del bakunin nell’aprile del 1969. Nel mese di settembre Slvatore Ippolito, che si fa chiamare Andrea il genovese, ha lasciato la pensione ma continua a frequentare assiduamente il 22 Marzo fino al 14 decembre. Questo puo’ essere provato da diverse testimonianze dirette e indirette (queste costituite dal fatto che agli anarchici continuamente femati in quel periodo venivano contestate delle frasi, precise alla lettera, che essi avevano pronunciato durante le loro riunioni: tanto precise che piu’ volte il circolo fu messe sottosopra alla ricerca di eventuali microfoni istallati dalla polizia).

Tra le testimonianze dirette vale la pena di citarne almeno una.

"Verso le ore 22 di martedi 9 dicembre, tre giorni prima degli attentati, Pietro Valpreda, Emilio Bagnoli, Emilio borghese e altri anarchici del 22 Marzo si incontrano con alcuni studenti di un collettivo romano che stanno preparando un libro bianco sulla repressione in Italia. Tra gli anarchici c’e’ anche Andrea il genovese, alias Salvatore Ippolito, spia della polizia.

Questa testimonianza (come innumerevoli altre) smentisce recisamente sia l’una che l’altra delle giustificazioni che si e’ preteso di dare al fatto che la spia del 22 Marzo nulla seppe e nulla riferi’ delle bombe che stavano per scoppiare. "Andrea" infatti era sempre assieme a Valpreda e ai suoi compagni e ancora nel pomeriggio dell’11 dicembre si trovava nella sede del 22 Marzo, in Via del Governo Vecchio, quando a Macoratti -recatovisi dopo le 17,30 per vedere Valpreda- Bagnoli disse che Il Pietro era appena andato via, in partenza per Milano.

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