Mario Merlino Fascista

Gli anni dal 1962 al 1968 vedono Mario Merlino militare attivamente nei gruppi di estrema destra: Avanguardia Nazionale,Giovine Italia e Ordine nuovo. In prima fila nel corso di innumerevoli azioni squadriste egli nutre tuttavia ambizioni intellettuali. Passa ogni anno l'estate in Germania, di preferenza a Monaco e Francoforte. Tra il '65 e il '66 vi rimane sei mesi; al suo ritorno raccontera' di aver frequentato un campo clandestino di addestramento organizzato dai neonazisti tedeschi di "Nazione Europa". In questi anni stringe stretti rapporti, tra gli altri con Stefano Delle Chiaie, Pino Rauti e con il deputato del MSI Giulio Caradonna.

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Mario Merlino compare per la prima volta mescolato alle forze di sinistra durante la battaglia di Valle Giulia che si combatte tra studenti e polizia ai primi di febbraio 68 davanti alla facolta' di architettura. Per Merlino che e' presente tra le file di un gruppetto di picchiatori fascisti di Avanguardia Nazionale, gli scontri di Valle Gilia sono su deu fronti: i camerati cercano di bastonare in parti uguali pliziotti e studenti, l'importante per loro e' provocare il massimo di incidenti. Il neofascismo romano a quella data e' infatti ancora incerto: con l'esplosione dell' "anno degli studenti" sono finiti i bei tempi in cui dominava incontrastato con le sue squadre di manganellatori nell'universita' romana. Che fare quindi? La nuova tattica dell'infiltrazione tra i gruppi di sinistra, il momento in cui i "nazimaoisti" tenteranno di confondere le acque col loro slogan "Hitler e Mao uniti nella lotta" sono ancora lontani. D' altra parte l'attacco frontale come una volta e' ormai impossibile.

Ci riprovano, certo, e il 17 marzo un manipolo di duecento picchiatori giunti da ogni parte d'Italia, gli onorevolo Almirante, e Turchi in testa, da l'assalto alla facolta' di lettere occupata dagli studenti e provoca gravi incidenti (lo studente Oreste Scalzone ha la colonna vertebrale fratturata). Anche in questa occasione Mario Merlino marcia con i fascisti. tuttavia questa fase sta per concludesi: il viaggio in Grecia che i giovani fascisti compiono nell'aprile 1968 segna una svolta definitiva. Il viaggio e' promosso dall' ESESI, la lega degli studenti greci fascisti in italia ed e' organizzata dal giornalista Pino Rauti del "Tempo" di Roma e da Stefano Delle Chiaie i quali scelgono tra i militanti di Nuova Caravella, Ordine Nuovo e l'ex Avanguardia Nazionale una quarantina di giovani che si sono particolarmente distinti nelle attivita' a favore del regime dei Colonnelli. Giunti ad Atene, i fascisti romani si recano in delegazione all'ambasciata italiana per presentare una nota di protesta "contro il modo in cui la "RAI-TV diffama il regime greco". Qualche giorno dopo appendono sul petto del ministro Pattakos un distintivo di Nuova Caravella: nella foto ricordo della cerimonia si vede anche Mario Merlino (Merlino quando sara' interrogato dal giudice dichiarera' che "non vi furono conferenze e non fummo ricevuti da personalita' ") Ad Atene i giovani fascisti italiani prendono anche contatti con il movimento nazista greco "4 Agosto" diretto da Costantino Plevris.

Da quel momento, tornasto a Roma, Mario Merlino cambia pelle. La cambia fisicamente, perche' comincia a vestire in modo dimesso e si fa crescere i capelli, poi anche barba e baffi. E la cambia politicamente: non sono passati quindici giorni dal rientro da Atene, che ha gia' fondato il gruppo XXII Marzo, (da non confondersi con il 22 Marzo, che verra molto piu' tardi). Un volantino diffuso nella citta' universitaria rappresenta la sua prima carta politica: il gruppo dichiara di "rifarsi alle esperienze del Maggio Francese e, in particolare, alle sue punte piu' avanzate: Danie Cohn Bendit e gli arrabbiati di Nanterre"

L'esordio in piazza avviene qualche giorno dopo, nel corso di una manifestazione di protesta indetta dal Movimento Studentesco romano davanti all'ambasciata francese. Dietro Mario Merlino, che sventola una grande bandiera nera con la scritta  XXII Marzo; ci sono gli esponenti piu' rappresentativi del gruppo, e del neofascismo romano: Stefano Della Chiaie, Serafino Di Luia, Loris Facchinetti e l'ex legionario e para' Buffa, detto il Lupo di Monteverde. Mentre gli studenti si disperdono sotto le violente cariche della polizia, il XXII Marzo celebra il battesimo del fuoco incendiando con bottigli Molotof due auto parcheggiate a diverse centinaia di metri dal teatro degli scontri.

Il giorno dopo i quotidiani romani parlano con toni apocalittici di "piano preordinato", di "guerriglia cittadina", di "inutili vandalismi" e della "cieca violenza con cui i teppisti, manovrati dal PCI, hanno danneggiato e incendiato auto di privati cittadini" ("Il Tempo").

La provocazione non passa inosservata, gli studenti hanno riconosciuto tra i seguaci di Merlino i piu' noti esponenti del fascismo romano e il XXII Marzo, a neppure un mese dalla sua fondazione, cessa di esistere. Merlino non si scoraggia, da Cohn Bendit passa al libretto rosso del presidente Mao Tze Tung, da leader mancato si trasforma in semplice militante di base e avvicina un esponente del gruppo di sinistra Avanguardia Proletaria vantando certi contati politici che dice di avere con la redazione di "Etincelle", una rivista marxista-leninista svizzera. L'approccio fallisce: i suoi precedenti sono noti all'esponente di Avanguardia Proletaria.

Merlino ci riprova con il Partito Comunista d'Italia (linea rossa). qui non lo conosce nessuno e oltretutto lui si offre come semplice diffusore della rivista di Verona "Lavoro Politico", in attesa di essere ammesso al partito. Ma ancora una volta si tradisce. Viene fermato durante gli scontri con la polizia che seguono un tentativo di assalto contro la direzione del PCI in Via Delle Botteghe oscure organizzato da diversi gruppi fascisti, al termine di un comizio di Arturo Michelini. Il nome di Merlino compare nella lista degli arrestati pubbliata da tutti i giornali. D'ora in poi sara' piu' prudente nel mantenere i contatti con i suoi "ex" camerati.

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