17 gennaio 2008 CARLO BONINI e DARIO DEL PORTO
NAPOLI - In principio, fu una banalissima multa. 380 euro per un'infrazione di velocità pizzicata dall'autovelox della Municipale in quel di Alvignano. Furono l'arroganza di chi aveva commesso l'infrazione al volante della sua "Mini" e non intendeva pagare, la sua "macroscopica disponibilità a colloquiare al telefono". In principio, insomma, fu Carlo Camilleri, 58 anni, presidente dell'Autorità di Bacino del Sele. Ma, soprattutto, consuocero di Clemente Mastella, segretario nazionale dell'Udeur e ministro di Giustizia. Camilleri parla. Parla. Si presenta - o almeno così viene rappresentato e percepito - come plenipotenziario locale del guardasigilli. E porta ovunque. I carabinieri ascoltano. Il vertice di un intero partito e la famiglia che ne è al vertice e lo controlla finiscono nel registro degli indagati.
IL "SISTEMA" Scrive il gip: "Senza tema di smentite, può essere sostenuto che risultasse strutturato un vero e proprio "sistema" illecito, che lascia fortemente basiti per i metodi sfacciatamente irregolari con cui veniva esercitato. Con modalità evidentemente funzionali all'acquisizione e mantenimento di posizioni di potere e/o assegnazione di lavori pubblici e, più in generale, di profitti economici (...) Basti pensare - ad esempio - all'indagato Camilleri, che ha dimostrato di non avere remora a utilizzare il "sistema" (di cui peraltro è risultato uno dei principali artefici) sia per rispettare contingenti esigenze personali (l'annullamento di una contravvenzione), sia per fare assegnare a sé e ai suoi sodali incarichi pubblici per decine se non centinaia di migliaia di euro. (...) Con le dovute approssimazioni, sembra di poter distinguere: reati commessi all'evidente e diretto scopo di ottenere le aggiudicazioni di appalti pubblici; reati commessi per far "occupare" posti nevralgici presso enti e istituzioni da persone gradite; reati commessi per condizionare le decisioni della giustizia amministrativa. (...) Un complesso di reati compiuti soprattutto grazie alla sapiente conduzione di almeno due personaggi: Carlo Camilleri e Vincenzo Lucariello (ex segretario generale del Tar Campania ndr.)". "CLEMENTE STA Il ministro di giustizia - scrive il gip - "in qualità di segretario nazionale dell'Udeur non partecipa all'associazione a delinquere" in modo diretto. Concorre "esternamente". Perché "esercitando un potere di controllo sulle attività degli Enti pubblici e locali della Campania offre un contributo concreto, specifico, consapevole e volontario alle finalità dell'associazione". Perché "consapevole delle iniziative" del consuocero (Camilleri), gli indica le persone "a cui rivolgersi "a suo nome"" per ottenere ciò di cui c'è bisogno. Perché "fornisce il proprio nullaosta all'inizio dell'associazione criminosa" e "prefigura agli associati le strategie da adottare". E' accaduto che alla presidenza dello Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari) di Benevento sia stato nominato dalla giunta tale Umberto Del Basso De Caro, esponente locale dei Ds e non un uomo in quota Udeur, come sembra prevedessero gli accordi. Il tipo dei Ds si "mette a disposizione". Il 30 novembre parla al telefono con il consuocero di Mastella. Dice: "Io non sono contro Mastella, né contro la Signora (la moglie). Voglio dire, quando hanno bisogno non devono chiamare... mi fanno chiamare. Non è che Mastella deve chiamare me. Ci mancherebbe altro. Mi fa chiamare e mi dice: "Guarda, io desidero questa cosa". E io, figurati, mi metto a disposizione. D'altra parte, lo vedranno. Non contano le enunciazioni di regime. Contano i fatti. E penso di essere molto più efficiente dei suoi iscritti". Ma non serve. Il ministro è fuori di sé. L'assessore regionale all'ambiente dell'Udeur Luigi Nocera ne parla al telefono con Camilleri. Dice: "Clemente mi ha chiamato per il casino dello Iacp. Mi ha detto: ""ti faccio il mazzo quadrato". Sai, non ti fa neanche parlare.. Dice: "Voi non mi dite niente". Ma io, guarda, domattina mi dimetto, perché quello pensa che lo pigliamo per il culo". Anche Andrea Abbamonte, assessore Udeur alle risorse umane, ha sentito il ministro. Dice a Camilleri: "Clemente sta incazzato come un cane. Mi ha mandato a fare in culo a me e a Nocera. Lui dice: "Non è possibile che io tengo due assessori con i quali mi sento in continuazione e che su una cosa così importante non so niente"". "QUELLO Il 6 marzo 2007, al telefono è Sandra Lonardo Mastella, presidente del Consiglio regionale della Campania e, soprattutto, moglie del ministro della Giustizia. Parla con il solito Carlo Camilleri, rimproverandolo per aver incontrato insieme all'assessore regionale Andrea Abbamonte, il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna e Sebastiano di Caserta, Luigi Annunziata. Un tipo che, nonostante sia stato nominato dall'Udeur, fa di testa sua. Non ne vuole sapere di piazzare i primari di cardiologia e neurochirurgia indicati dal partito. Peggio, gli preferisce un professionista in quota Forza Italia. L'assessore Abbamonte ne ha già parlato con Clemente. Racconta: "Il ministro mi continua a dire: "Io non capisco se Gigi Annunziata è dei nostri o di un altro. Ha dato l'incarico di ginecologia al fratello di uno di Forza Italia. Ma non teniamo un altro ginecologo?"". Tocca dunque a Sandra irrobustire il concetto: "Allora, per quanto mi riguarda lui è un uomo morto. E lo è anche per mio marito. Quindi per cortesia tenetevene alla larga. Dal punto di vista professionale incontri chi vuoi, ci mancherebbe. Ma dal punto di vista politico le cose passano attraverso di noi perché essere presi per i fondelli da questa gente se lo possono scordare". Per il gip, questa è una "tentata concussione" che "merita" gli arresti domiciliari. Anche perché la moglie del ministro, un uomo da nominare primario di neurologia lo avrebbe avuto: un professionista indicato dal consigliere regionale Nicola Ferraro "in quanto medico di fiducia di suo padre". Osserva ancora il gip: Annunziata (che in una conversazione con una terza persona si riferisce alla Lonardo come "La nutella") sarebbe stato messo in una "condizione di generale isolamento", confermata dall'espressione "è un uomo morto", e "colpito da una interpellanza in consiglio e da una denigrazione della sua figura professionale compiuta da Ferraro sulla stampa". Solo in un secondo momento - si legge ancora nell'ordinanza - la moglie di Mastella avrebbe poi prospettato "soluzioni alla complessa situazione di isolamento politico di Annunziata che essa stessa ha contribuito a creare e fomentare, purché lui venga incontro per la nomina di due primari". LUCARIELLO UOMO |
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