E' bello poter dire qualcosa di buono di questa Amministrazione;
urbanistiche, e assistiamo alla declamazione dei pregi di nuovi progetti che vedono la cementificazione selvaggia di aree protette, sulla carta, ma destinate da questa amministrazione, alla "concessione" per nuovi "mega-alberghi" esclusivi per il turismo del'elitè, come quello previsto alla "tonnara" del plemmirio, quello, nel ex Palazzo delle Poste, o quello da insediarsi nel'ex-carcere borbonico in Ortigia.
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Siracusa Un altro villaggio sulla costa protetta di Terrauzza La proposta attualmente al vaglio della commissione consiliare urbanistica Un altro villaggio turistico in via di approvazione nella costa siracusana: Il commento del presidente della prima commissione consiliare Salvo Sorbello già segretario provinciale del Mpa, partito che della salvaguardia dell’ambiente ha fatto il suo cavallo di battaglia, è per il momento piuttosto cauto. Intendiamo infatti continuare a batterci con tenacia e convinzione affinché il nostro territorio, che purtroppo ha già subito troppe violenze, sia strumento per uno sviluppo sostenibile, compatibile con le nostre tradizioni». Il progetto, a grandi linee, prevede la realizzazione di un edificio alberghiero e altre unità ricettive decentrate, nel complesso, 900 posti letto. Da Palazzo Vermexio rilevano che “la quantità e la disposizione delle aree destinate a servizio pubblico e cedute al Comune sono conformi alle prescrizioni urbanistiche vigenti ed adottate”. In verità, gli enti preposti, non hanno accolto subito la proposta inoltrata dalla ditta nel 2004, data in cui è stato presentato il piano di lottizzazione in ottemperanza alle prescrizioni urbanistiche approvate in variante al Prg. La Commissione edilizia speciale ha esaminato il progetto nel luglio 2006 rendendo parere contrario in quanto, il succitato Piano, non garantiva la “fruibilità pubblica del mare”. Opinione mutata dopo la cessione gratuita e volontaria, da parte del proprietario, dell’area posta aldilà della Sp 58, a garanzia del libero uso della costa. Ancora più strenua è apparsa la “resistenza” della Soprintendenza che ha fornito, a denti stretti, un placet condizionatissimo da una articolata serie di accorgimenti da mettere in opera, in fase di realizzazione e anche prima. L’ente di tutela annota che il complesso alberghiero appare “troppo invasivo, complessivamente estraneo e non rapportato alla tipologia utilizzata per il vicino complesso decentrato”.
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Questi in grandi linee i progetti per il nostro territorio,
in collaborazione con il Presidente della Provincia Marziano, che si dice di sinistra. ad una utilizzazione d'elite, dove soo le fasce abbienti abbiano diritto di cittadinanza. Un territorio che diventerebbe incapace di produrre proprie lavorazioni e dipenderebbe solo da un turismo "ricco" che ricorda molto lo "stile americano" dove convivono fianco a fianco estrema miseria e lusso sfrenato, come in California. |
Una utilizzazione del patrimonio pubblico che i "Nostri" dicono ineluttabile, di concessioni trentennali, cioè eterne, ai privati.
non particolarmente di sinistra, ma forse con maggiori capacità, riescono a trovarte il modo di rendere pubblico l'utilizzo dei beni comuni.
Si chiama Parco Geominerario, storico, archeologico e ambientale della Sardegna ed è il contenitore che, con il sigillo dell´Unesco e una dote di 520 milioni di euro da spendere nell´arco di una decina di anni deve far rivivere le miniere dismesse della Sardegna prima con le bonifiche e i lavori di risanamento delle aree altamente degradate poi con uno sviluppo turistico e culturale. Il Parco Geominerario, ente commissariato recentemente dal ministro dell´Ambiente riunisce 125 comuni e si estende per circa 3000 chilometri quadrati. Compito del parco geominerario, nato dopo l´occupazione di 365 giorni della miniera di Monteponi da parte dei lavoratori socialmente utili, è quello di far rinascere le vecchie miniere in un contesto culturale e ambientale. Parco nazionale di interesse regionale dove le decisioni devono essere prese dai ministeri, in particolare da quello dell´Ambiente, d´intesa con la Regione sarda e in particolare con l´assessorato regionale all´Ambiente. Tra le altre iniziative dell´ente parco anche la sovrintendenza sulle bonifiche ambientali, risanando le aree degradate lasciate in eredità dalle vecchie società minerarie, spendendo i 520 milioni di euro previsti dal piano nazionale per le bonifiche ambientali delle aree altamente degradate. Al Parco Geominerario è legata anche la stabilizzazione di 500 ex lsu (lavoratori socialmente utili) che da due anni e mezzo sono impiegati in alcuni cantieri comunali in attesa di una stabilizzazione nelle bonifiche ambientali. Con l´avvio delle opere di risanamento delle aree degradate e "avvelenate da un secolo di sfruttamento minerario selvaggio", è la motivazione adotta dai sindacalisti nel corso delle numerose proteste, dovrebbero essere assunte altre 500 persone. Interventi che dovrebbero contribuire a risolvere la crisi occupazionale che da anni colpisce la Sardegna. Non è comunque tutto. Legata al futuro del Parco Geominerario c´è anche la ricerca scientifica e lo studio. In almeno uno dei siti minerari dismessi continueranno, infatti, i lavori per testare nuovi mezzi da utilizzare nel sottosuolo e inoltre si svolgeranno gli stage che gli studenti dell´università, allestita nella sede dell´ex direzione mineraria di Monteponi dovranno svolgere. |
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