Ultimamente in quanto a razzismo e a rigurgiti fascisti non c'è che l'imbarazzo della scelta.
Sicuramente le manifestazioni più spettacolari del "nuovo ordine" che sta strisciando per l'Italia sono sotto gli occhi di tutti immediatamente evidenti per chi avesse anche solo la voglia di guardare; di certo non servono capacità soprannaturali per capire che il clima è dei peggiori e che i peggiori ne approfitteranno.
Nonostante scismi, divisioni e, fortunatamente, proteste la vicenda della prossima riapertura di "cuore nero" riassume molto bene quello che sta succedendo in Italia in questo periodo.
I vari cuori neri sparsi per l'Italia costituiscono il livello immediatamente osservabile di una serie di fenomeni che per larga parte rimangono sommersi o, come nel caso delle assurde ordinanze (leghiste o non), vengono abilmente nascosti sotto gli occhi di tutti.
Il neofascismo esplicito, visibilmente organizzato è una malapianta che necessita di cure continue e di un adeguato humus istituzionale fatto di revisionismo, connivenza ed emergenze mobilitate quando fanno comodo.
In questo senso parlare di un singolo cuore nero non ha senso perché i centri di produzione del fenomeno sono molteplici.
Per restare sul concreto basti ricordare l' appoggio para-ististuzionale fornito dalle amministrazioni di Rho e Milano in occasione di concerti neonazisti, oppure la disponibilità di industriali, finanzieri o politici neri a creare lobbies oppure a fornire spazi o capitali per rinverdire i fasti del neofascismo lombardo.
Eppure anche qui, a questo livello, si rischia di non cogliere appieno la gravità del fenomeno i cui centri di produzione sono molto più diffusi e non tutti di matrice esplicitamente fascista, restano annidati nelle amministrazioni e in quella infame pratica del controllo metropolitiano che sposa perfettamente gli interessi di chi specula, di chi accoltella e di chi governa.
Allora sgomberi e vilipendio della memoria storica diventano funzionali alla pacificazione urbana necessaria perché si possa utilizzare la città e i suoi abitanti come "materia prima" per palazzinari.
Il colore dell'amministrazione c'entra relativamente poco poiché pratiche simili trovano le loro radici nell asfissiante Milano e nella defunta Bologna, nel razzismo nazi-padano cosi come sotto la maschera capitolina dell' "equidistanza" veltroniana poi superata in coerenza ideologica dal suo successore.
Proprio gli atteggiamenti di "equidistanza" mantenuti in spregio ai valori della repubblica fondata sulla resistenza costituiscono un altra tessera del mosaico: a roma dove è stata permessa la creazione dei primi semi del network di "casa pound", un altro dei piccoli motori dell' estrema destra italiana, che ha recentemente dato vita all'occupazione, di breve durata, di un cascinale nella campagna bresciana; o nella vergogna di vedere un comune di una città medaglia d'oro per la resistenza costituirsi parte civile in un processo contro degli antifascisti.
Forse questo ultimo atto spiega piu di mille parole dove nasca l' onda lunga del neofascismo italiano, non solo dalle curve nere o dai covi nazisti ma dall' interno delle stesse istituzioni per cui democrazia e memoria storica sono diventate soltanto un ingombro.
dal Corriere della Sera Presidio antifascista contro l'apertura della sede dell'associazione Cuore Nero. Gli incidenti al passaggio di un consigliere della Lega in camicia nera e fazzoletto verde. MILANO - Momenti di tensione e scontri tra manifestanti dei centri sociali e polizia davanti al Cimitero Maggiore. Circa 500 persone, dalle 15 di oggi pomeriggio, stanno prendendo parte ad un presidio antifascista contro l'apertura della sede dell'associazione di estrema destra Cuore Nero, alla periferia nord di Milano. Alla manifestazione partecipano giovani dei centri sociali, esponenti dell'Anpi, del Caf (comitati antifascisti) e Rifondazione Comunista. La nuova sede del centro neofascista sta per essere aperta a poca distanza dal luogo dove doveva sorgere un centro della stessa associazione Cuore Nero, distrutto però in un incendio doloso pochi mesi fa. La scintilla che ha acceso gli animi dei manifestanti è scattata quando un anziano consigliere di zona della Lega Nord, Costante Ranzini, vestito con una camicia nera e un foulard verde, si è avvicinato alla zona della manifestazione. La polizia gli ha prima chiesto di allontanarsi, quindi i manifestanti hanno cercato di avvicinarsi all'uomo sfondando il cordone di polizia a protezione della piazza. Ne è nata una prima leggera carica in cui è anche scoppiato un petardo. L'esponente del Carroccio si è quindi allontanato dichiarando: "E' una piazza libera". Poco dopo è partita una seconda carica tra i manifestanti e la polizia in cui sono partite anche alcune manganellate e delle bottiglie di vetro. La seconda carica della polizia la racconta un esponente del centro sociale Torchiera: "E' partito tutto da una manganellata che mi ha tirato un celerino. Un compagno è stato colpito in faccia con una manganellata e lo abbiamo portato nella sede del centro tutto coperto di sangue. Anche altre persone sono state colpite". La situazione di tensione dopo un breve proclama dal palco da parte degli organizzatori della manifestazione è ritornata alla normalità. Il servizio d'ordine del centro sociale ha chiesto alla polizia di tenere lontani altri esponenti leghisti, che le scorse settimane hanno chiesto lo sgombero del Torchiera. A poco meno di trecento metri di distanza, in via Pareto, i giovani del centro neofascista, circa una cinquantina, quasi tutti con i capelli rasati o cortissimi e in giubbotto nero, stazionano davanti alla nuova sede di Cuore nero. Il servizio d'ordine impedisce il passaggio di fotografi e operatori tv. Gli organizzatori della manifestazione puntano il dito contro "il silenzio e l'indifferenza" dell'amministrazione comunale, colpevole, affermano, di non contrastare l'apertura della sede del gruppo di estrema destra: "E' inaccettabile che un gruppo neonazista possa tranquillamente aprire una spazio pubblico a Milano - afferma spiega il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Luciano Muhlbauer - noi ci batteremo perché vadano via da questo quartiere e affinché non abbiano cittadinanza nella città di Milano". Il presidio è stato organizzato, spiega l'esponente di Rifondazione, contro "un centro di reclutamento e di iniziativa che si trova a pochi metri dal centro sociale Torchiera e a pochi centinaia di metri dal campo rom del Triboniano e di via Barzaghi. Tutto ciò - prosegue Muhlbauer - avviene nel silenzio e nell'indifferenza più totale degli amministratori milanesi, a partire dal vicesindaco e assessore alla Sicurezza De Corato". |
dall'Unità Il raggruppamento dei militanti dei centri sociali, più o meno cinquecento, era iniziato attorno alle 15 di sabato. Poi alle 18, sono arrivati gli scontri. A Milano, in via Pareto, riapre Cuore Nero, circolo di estrema destra che era stato chiuso qualche mese da dopo un incendio. Per la legge quel locale è semplicemente un negozio, non un circolo di neofascisti, quelli che sabato sono lì, soddisfatti di avere una nuova casa, con le loro teste rasate e con addosso magliette nere con scritto «calci e pugni». Se qualcuno avesse dubbi, basta guardare il loro sito internet. Moratti e la sua giunta, comunque, gli hanno trovato casa. Quei cinquecento che sabato non se la sono sentita di restare zitti a guardare hanno trovato lì agenti in tenuta antisommossa. E alle prime avvisaglie di tensione è partita la carica. Poi, una seconda, in cui sono partite anche alcune manganellate e delle bottiglie di vetro. La calma, fortunatamente, è tornata quasi subito, ma le preoccupazioni restano eccome. Tra chi ha manifestato contro la riapertura di Cuore Nero, c’è anche il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Luciano Muhlbauer che osserva come «l' apertura di questo circolo è un atto estremamente grave anche in virtù del fatto che si trova a poche centinaia di metri da un campo rom, e dal centro sociale di Cascina Torchiera». Muhlbauer si stupisce anche «del silenzio dell' amministrazione comunale e in particolare del vicesindaco De Corato: di solito fa comunicati stampa e proclami sulla sicurezza anche quando un giovane fa soltanto una scritta sul muro, invece tace se un gruppo notoriamente violento di ispirazione neonazista apre un centro pubblico». Dal canto loro, i neofascisti fanno gli offesi: «A chi serve ribadire che siamo un circolo neofascista? – scrivono in una nota – Per carità, non è che ce ne vergogniamo, ma ci sembra di cogliere della malafede in chi ha voluto liquidarci con un'etichetta per darci in pasto all'opinione pubblica». |
Il Centro Sociale Torchiera di Milano si mobilita contro "riapertura" di Cuore Nero
La cascina autogestita "Torchiera" di Milano indice per le 15 di sabato prossimo un presidio in piazza Cimitero Maggiore a Milano e lancia un appello alla mobilitazione antifascista per protestare contro l'apertura prevista per le 17 dello stesso giorno del circolo neofascista "Cuore Nero" nella sede di via Pareto (tra viale Certosa e il cavalcavia Cascina Gobba). La questura ha autorizzato il presidio e ha iniziato a predisporre l'organizzazione dell'ordine pubblico per sabato, ma al momento non sembra che ci sia particolare preoccupazione per eventuali disordini. Al presidio hanno aderito, tra gli altri, il Prc milanese, il Leoncavallo e diverse realtà antagoniste. |
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