22-23-24 Aprile 2009 - SIRACUSA - Contro G8 Ambiente
Un pacifico corteo Canti, balli e abbracci per un mondo pulito.
Inutili controlli a Catania a Messina e in altre città.
Un applauso dei siracusani di via Italia, nel popolare quartiere a nord della città
dove i ragazzi del movimento NoG8 hanno trovato ospitalità.
E' quell'applauso alla partenza del corteo che dice tutto sulla giornata di gioia, colori, musica, balli, rabbia, slogan,
contromanifestazione e controinformazione che ha arricchito il G8 di Siracusa.

Andrea Lodato Siracusa 23 aprile 2009.
E non si può e non si deve nemmeno dire che non sia successo il resto di niente, a meno che quel che poteva accadere
non fosse nel banale immaginario collettivo soltanto qualche bel casino, uno scontro manifestanti-forze dell'ordine.
 

E' successo che oltre un migliaio di persone hanno dato vita ad una passeggiata che è stata la risposta a chi temeva che l'onda ribelle
si abbattesse violenta su Siracusa e su quel drappello di potenti blindati nel Castello Maniace e nella zona rossa.
 

Confusione cromatica, perché qui di zona rossa oggi c'era solo quella che ha fatto da quartier generale ai NoG8 e quella lunga striscia di asfalto,
quasi cinque chilometri, che il corteo ha percorso ordinatamente e allegramente, pur scandendo ad ogni passo il rosario della via crucis del Pianeta
messo in crisi dallo sviluppo eco-insostenibile, dai capricci e dagli interessi delle multinazionali, dall'indolenza, quanto meno, dei governi
che privilegiano le scorciatoie ipertecnologiche per affrontare i grandi temi ambientali, anziché battere le piste più difficili che darebbero
qualche garanzia in più sulla preservazione un po' più a lunga scadenza della nostra Terra.
 

Sembravano pochi i manifestanti ad inizio di pomeriggio. La sera prima si erano radunati, messe su le tende ed erano un centinaio.
Pier Paolo Montalto, uno degli organizzatori, aveva preso contatto con i ragazzi siracusani di piazza Sgarlata, aveva dialogato con loro,
aveva smontato il teorema sulla minacciata lunga marcia della distruzione e conquistato l'interesse e la solidarietà dei siracusani.
 

Poi, prima di partire erano arrivati in tanti, a gruppetti, sino diventare trecento, seicento, poi mille: ed il corteo si avviava. Senza l'ex ministro Ferrero,
ma con il segretario regionale di Rifondazione, Luca Cangemi, ma anche con quelli del Pdci, di movimenti ambientalisti, associazioni, centri sociali.
 

Molte bandiere rosse, molte bandiere arcobaleno, ma su tutte una sola politica, quella dell'ambiente.
 

Si cantava, si ballava, si rideva, la gente schierata ai lati del corteo, la polizia c'era, ma sembrava defilarsi per discrezione, comprendendo che sarebbe filato tutto liscio. Occhi sgranati dei siracusani, che applaudivano, fotografavano, solidarizzavano. «Vecchia piccola borghesia, per piccina che tu sia…». Lolli, Claudio Lolli, suonato a tutto volume. Ma c'era Bella Ciao, c'era Contessa, la canzone manifesto di Paolo Pietrangeli ricantata dai Modena City Ramblers,
e Fabrizio De Andrè con la Canzone del maggio.
 

Fischi ai negozi chiusi, applausi ai bar che avevano resistito alla paura ed erano rimasti aperti.
Davano da bere ai ribelli assetati e incassavano baci e abbracci d'affetto.
Ammonivano i manifestanti: raccontate sui giornali la verità, non solo quello che passa il governo.
Raccontate che per salvare il mondo non ci vogliono rigassificatori e nucleare.
Raccontate che ne avremmo voluto discutere con la signora ministra PrestigiaTomo,
ma lei preferisce parlare solo con altri potenti che la pensano come lei. Bel dibattito.
 

E, soprattutto, raccontate che non siamo noi quelli che volevano distruggere Siracusa, sono loro quelli che l'hanno distrutta.
Tensione zero, quattro chilometri e cinquecento metri che uniscono il corteo e la città. C'era tutta la Sicilia, se vogliamo fare una mappa, c'era Valverde,
c'era Niscemi, c'era No Ponte. C'erano i ragazzi di Napoli, qualcuno di Roma. Anche Francesco Caruso, l'ex deputato tornato a fare il no global.

Ora il corteo scivolava verso il posto di blocco finale, l'unico, per la verità.
Qualcuno raccontava che la polizia aveva trovato un sacco di pietre nascoste dietro un'aiuola, ma non era vero, era solo un sacco di balle.
 

Lì, dove il reparto celere aveva tirato su la cancellata sostenuta dai mezzi blindati, lì il corteo doveva dimostrare di saper vincere anche la partita dei nervi.
Lo faceva, davanti al cordone della polizia: infatti, si concordava di sistemare il cordone dei manifestanti: ragazzini, signore, ragazze, uomini non giovanissimi. Non era un cordone blindato dalla forza muscolare, ma da quella della ragione e delle ragioni. Le loro.
 

Qualche fischio, qualche foto ricordo, sullo sfondo un celerino, un casco blu, un cancello di ferro.

Ma era la cornice quella che contava e il movimento NoG8 siciliano dimostrava che si può dire no ridendo, cantando,
schiumando rabbia e conquistando pacificamente la fiducia della gente. A costo zero, tanto per esser chiari, limpidi ed ecosostenibili.
 

Tremila al corteo contro il g8 ambiente a Siracusa .
Solidarieta' e applausi dai Siracusani.

 
In piazza , negli striscioni e  negli interventi finali si e' lanciato il prossimo appuntamento che vedra' un g8 dell'universita' a Palermo l'8 maggio ,
data nella quale gli studenti dell'Onda Palermitana hanno gia'  lanciato una mobilitazione per contestare "l'insostenibile g8 dell'universita'."
Il dato fondamentale del corteo cioe' la sua capacita' di attrarre simpatie e solidarieta' nella citta',  c'e' da sottolineare la presenza di un folto gruppo
di ultras del Siracusa  che hanno salutato il passaggio del corteo con cori contro la repressione

23.04.2009
Circa tremila persone hanno partecipato alla manifestazione di  protesta contro il G8 sull'ambiente che oggi è al suo secondo  giorno di lavori.
Una partecipazione regionale con varie delegazioni di compagni e compagne dal meridione. Un corteo che partito da P.zza Sgarlata 
nella periferia di Siracusa ha saputo parlare alla citta' , dalla quale e' arrivata solidarieta' e partecipazione. Il corteo infatti partito inizialmente
con un migliaio di persone si e' via via ingrossato percorrendo le strade di Siracusa nell'avvicinamento al centro blindato  della citta'.
Una solidarieta' che ha vinto la paura che il governo e  le forze dell'ordine hanno tentato di costruire attorno alla manifestazione di  protesta contro il g8.
Negli ultimi giorni prima del corteo oltre alla fastidiosa blindatura del centro storico e di Ortigia , venivano perquisiti cittadini che passeggiavano ad Ortigia
e si sono visti  mediaticamente  trasformati da semplici cittadini che passeggiavano come sempre nella  propria citta' in pericolosi elementi
venuti a Siracusa a contestare i g8.

Il comune di Siracusa guidato dal sindaco di centro destra ha fatto anch'esso la sua parte nel costruire un clima da apocalisse: un ordinanza infatti
ha chiuso nell'orario di svolgimento del corteo tutti gli esercizi commerciali e ha sospeso il lavoro dei dipendenti in tutti gli uffici pubblici.
Questa mossa che aveva l'obiettivo di far guardare con sospetto e con timore il corteo contro il g8 , si e' trasformata in uno straordinario momento
di  partecipazione e di curiosita popolare.

Migliaia di persone lungo il tragitto sono scesi dalle loro case per  osservare il corteo e molti sono stati  gli slogan e i cori contro il governo e la crisi ,
per la difesa dell'ambiente, contro il ponte sullo stretto , che hanno incontrato gli applausi dei Siracusani.  Sempre sottolineando quello che e' un po'
il dato fondamentale del corteo cioe' la sua capacita' di attrarre simpatie e solidarieta' nella citta' ,  c'e' da sottolineare la presenza di un folto gruppo
di ultras del Siracusa  che hanno salutato il passaggio del corteo con cori contro la repressione soprattutto al passaggio dello spezzone molto partecipato
degli antagonisti palermitani. Un bilancio dunque positivo di un corteo la cui riuscita non era affatto scontata se si pensa alla debolezza
del tessuto militante siracusano, al clima di tensione costruito ad arte nei giorni scorsi, per scoraggiare la partecipazione al corteo, 
ed alla straordinaria risposta che e' venuta dalla gente di Siracusa.
 


A migliaia abbiamo attraversato la città
dai quartieri popolari sino ai ponti di Ortigia