CASSIBILE ottobre 2008 –
Visto da fuori ha la forma di una gabbia. Fatta di sbarre verdi alte cinque metri,una a dieci centimetri dall'altra.
Da dentro ha la forma di un labirinto. Fatto di corridoi, letti a castello attaccati uno all'altro e lenzuola.
È il centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) “Giovanni Paolo II” di Cassibile, una frazione di 6.000 abitanti del comune di Siracusa. Funziona dal luglio del 2005. Lo gestisce l'associazione Alma Mater, in convenzione con la Prefettura di Siracusa. Nel 2007 sono passate da qui oltre 3.000 persone e dall'inizio dell'anno sono già 1.565. Sono uomini (80%), donne (15%) e minori accompagnati (5%). In maggior parte somali (31%), nigeriani (18%), eritrei (9%) e maliani (8%). Quasi tutti sbarcati nel siracusano.
Al momento della nostra visita, ieri, la struttura ospitava 247 persone, ma questa estate ha raggiunto le 421 presenze. Gli immigrati dormono in camerate di varia grandezza. Al pian terreno si trova uno stanzone con 30 letti a castello, un labirinto di ferro e lenzuola, con due stretti corridoi che portano ai servizi: 20 docce e 15 bagni in tutto che devono servire a centinaia di persone. I nuclei familiari sono separati. Le donne dormono nella sezione femminile con i bambini, e gli uomini nelle camerate maschili. Al momento dell'ingresso nessuno ha ricevuto l'opuscolo informativo multilingue redatto dalla Commissione nazionale per il diritto di asilo, come invece prevede il Decreto legislativo 25 del 28 gennaio 2008.
Sulla carta sono qui come ospiti, ma in pratica no. Al momento della nostra visita, almeno 150 dei 247 presenti non erano autorizzati a lasciare la struttura, presidiata da otto militari in mimetica, armati di mitra, e dotati di un mezzo blindato. Motivo? Devono ancora formalizzare la propria richiesta d'asilo. C'è chi attende di farlo da cinque settimane. Ma non dipende da loro. Le risorse dell'Ufficio immigrazione sono poche, al centro lavorano stabilmente solo tre funzionari, che non riescono a smaltire più di 10-20 pratiche al giorno, e spesso sospendono tutto perché impegnati negli altri Cara aperti con l'emergenza sbarchi nella provincia di Siracusa.
In gergo li chiamano “centri satelliti”. Servono a “smaltire” i richiedenti asilo in eccesso del già sovraffollato Cara di Cassibile, che da solo non riesce a far fronte a tutti gli sbarchi sulle coste del siracusano, già 32 quest’anno. La Protezione civile gestisce l'ospitalità di 52 richiedenti asilo sistemati in un pallone tensostatico a Rosolini e di altri 150 messi nell'ex scuola di Villa Ortisi, a Siracusa. Le suore del Cenacolo Dominicano ospitano 66 persone, soprattutto donne, a Solarino. E poi c’è l'ex orfanotrofio Umberto I, a Siracusa, dove si trovano 100 richiedenti asilo. A gestirlo è la stessa Alma Mater, che a Siracusa ha anche altri 40 posti in via Polibio e Corso Gelone. A pieno regime, nei quattro centri, Alma Mater ha una disponibilità di 390 posti. Che nell'estate possono salire fino a 540 (il 4 settembre il Giovanni Paolo II ospitava 409 persone). Per ogni ospite la Prefettura paga 49 euro al giorno. Il che significa una media di 20.000 euro al giorno. Non male per un progetto che impiega 80 dipendenti. Non male per un'associazione che è parte del Consorzio Connecting People, che in Italia gestisce i centri di accoglienza di Cagliari, Trapani, Salina Grande, Brindisi, e Gradisca. Non male per un'associazione che per gestire il centro di Cassibile non ha mai partecipato ad una gara d'appalto.
Tutto inizia nell'aprile del 2005. Quando l'associazione Alma Mater prese in affitto alcuni locali di una vecchia fabbrica di proprietà di Gutkowski Pulejo Loffredo Silvestro, più noto come Il Marchese, l'erede delle immense proprietà terriere concesse nel XVIII secolo dai Borboni ai Loffredo, che nel 1850 costruirono Cassibile. Il progetto prevedeva l'accoglienza dei braccianti stagionali immigrati, che da aprile a luglio sono impiegati nella raccolta delle patate, spesso proprio sui campi del marchese. Nel luglio del 2005, il Ministero dell'Interno chiese a Alma Mater di ospitare un gruppo di immigrati sbarcato nella vicina Pozzallo. Dopodichè venne firmata una convenzione – senza gara – per la gestione di un centro di prima accoglienza. Nell'aprile del 2008 il centro è stato trasformato in Cara. La convenzione, non è mai stata resa pubblica, nemmeno dopo le richieste della parlamentare Rita Bernardini, dei Radicali, che ha visitato il centro il 6 luglio e il 20 settembre 2008.
Intanto il 29 settembre 2008 la sezione penale del Tribunale di Siracusa in sede di riesame ha annullato il sequestro della somma di 142.000 euro, che il giudice per le indagini preliminari aveva disposto ai danni di Alma Mater, lo scorso 6 settembre 2008, accusando di truffa aggravata i responsabili dell’associazione, per delle fatture gonfiate di servizi di lavanderia e acquisto di mobili. In attesa di vedere come si concluderanno le indagini, a dicembre 2008, per la prima volta dopo tre anni di Alma Mater, ci sarà la prima gara pubblica per la gestione del Cara di Cassibile
(Gabriele Del Grande, pubblicato da Redattore Sociale il 2 ottobre 2008)
5 settimane per presentare una domanda d'asilo
CASSIBILE – Letekidan ha 26 anni. Quattro mesi fa ha abbandonato l'esercito eritreo ed è fuggita. “In Eritrea avevo tutto ma mi mancava la libertà”. Il primo paese sicuro che ha trovato sulla sua rotta, dopo il deserto e il mare, è stato l'Italia. È sbarcata in Sicilia il 26 agosto 2008. Da allora è trattenuta nel centro di accoglienza Giovanni Paolo II di Cassibile. Dall'Italia si aspettava qualcosa di diverso. “Credevo di trovare la libertà e invece sono di nuovo prigioniera”. Prigioniera di un sistema inefficace e irrazionale. Gli sbarchi sono raddoppiati in un anno e sono aumentate le richieste d'asilo. Ma il numero dei funzionari dell'ufficio immigrazione impiegati al centro di Cassibile sono sempre gli stessi: tre. E la macchina si è intasata. La legge autorizza i richiedenti asilo ad uscire liberamente dai centri di accoglienza dalle 8:00 alle 22:00. Ma la lentezza della burocrazia fa sì che Letekidan non sia ancora una richiedente asilo. Per il semplice fatto che la sua pratica non è ancora stata registrata. I lunghi tempi di attesa a Cassibile non sono una novità. E l’ufficio immigrazione non è l’unico soggetto sovraccarico di lavoro. La stessa Commissione per il riconoscimento dello status di rifugiato, che ha sede presso la prefettura di Siracusa, opera anche al Cara di Caltanissetta, che a pieno regime ospita 550 richiedenti asilo. Già in passato ci furono proteste. Il 23 gennaio del 2008, un centinaio di eritrei bloccarono i cancelli del centro per un’ora, ritardando così il cambio turno degli operatori dell’Alma Mater. Chiedevano tempi più rapidi per la Commissione. Cinque di loro furono arrestati e processati per direttissima con l’accusa di sequestro di persona. Ma quando si tratta di espulsioni i tempi sono rapidissimi. I 90 egiziani sbarcati a Siracusa la settimana scorsa ad esempio, sono stati rimpatriati nel giro di due giorni. E la precedenza data ai rimpatri ha bloccato per una settimana la raccolta delle domande d’asilo. Perchè il personale impiegato è lo stesso. |
Gli scafisti? Non sempre contrabbandieri, ma anche potenziali rifugiati CASSIBILE – Guidano le barche degli immigrati nel Canale di Sicilia. E sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Non sempre però al timone dei gommoni e dei vecchi pescherecci intercettati al largo delle coste italiane siedono contrabbandieri. A volte sono essi stessi migranti. Che per risparmiare sul costo del biglietto si offrono volontari al timone. Altre volte sono viaggi organizzati da gruppi che si dividono la spesa del gommone e del motore. Altre volte ci si dà il cambio per tutta la durata della traversata. È successo anche a Koulibali, ospite del centro di accoglienza di Cassibile. Viene dalla Costa d'Avorio. È sbarcato lo scorso 12 settembre. Dei sei giorni trascorsi in mare porta ancora le ustioni del sole su tutto il corpo. In Libia hanno pagato 700 dollari. Erano in 29, su un unico gommone zodiac. Sono partiti da Tripoli. Con una bussola e qualche consiglio sulla rotta da seguire. Dopo tre giorni la benzina è finita. A bordo non avevano acqua. Li hanno soccorsi dei pescatori italiani, poi è arrivata la Guardia costiera. A bordo dello stesso gommone c'era anche Mohammed, maliano. Anche lui conferma la versione. “Ci alternavamo al timone, nessuno sapeva esattamente dove andare”. Sono molti i casi di potenziali rifugiati politici che vengono arrestati con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il 12 agosto 2008 finirono in manette quattro somali Ibrahim Mahmus Abdilassis, 18 anni, Attu Mahmud Mahmud, 26 anni, Mahmud Gaasy Abukar, 25 anni e Hamed Hersi Alì, 35 anni, a bordo di un'imbarcazione oltretutto senza motore, intercettata lungo il litorale tra le località Ognina e Fontane Bianche. E il 13 settembre furono arrestati Abdel Raman Abdullah, di 24 anni, sudanese e Abdullai Edin Abdelshakur, 19 anni, somalo, per uno sbarco di 73 persone a Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano. Una situazione che per certi versi ricorda quella delle isole Canarie, in Spagna, dove a luglio 90 cittadini africani accusati di essere scafisti hanno protestato con uno sciopero della fame. |
Cassibile: interrogazione parlamentare CASSIBILE – Seconda interrogazione parlamentare nel giro di due mesi sul Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Cassibile (Sr). A presentarla è di nuovo Rita Bernardini, deputata eletta nelle liste del Partito Democratico. Dopo la visita del 5 luglio 2008, Bernardini è tornata al “Giovanni Paolo II” lo scorso 20 settembre e ha presentato una seconda interrogazione scritta ai ministri dell’Interno, della Giustizia e degli Esteri. Nel testo dell’interrogazione, Bernardini definisce il centro “fatiscente e inadeguato al soggiorno di tante persone”. Per quanto ha potuto verificare la parlamentare, ci sono “pavimenti dissestati, mura sporche e da intonacare, servizi igienici non conformi ad elementari norme di sicurezza”. Le camerate ospitano “un numero a dir poco smisurato di letti a castello dove lo spazio fra un letto e un altro non supera i 30 centimetri”. Le sbarre alle finestre e all’esterno danno al centro “l’aspetto di un carcere”. E anche le procedure non sono adeguate. “Nessuno dei richiedenti asilo ha mai ricevuto l'opuscolo redatto dalla Commissione nazionale per il diritto di asilo” e l’iter delle domande d’asilo “può richiedere anche alcuni mesi”. Secondo le testimonianze raccolte da Bernardini inoltre “sembra sia prassi corrente quella di non consegnare ai richiedenti asilo alcuna copia tradotta dei dinieghi della Commissione cosicché molti non sono in condizione di presentare i ricorsi” entro i termini stabiliti dalla legge. Alla parlamentare non è stato infine mostrato il testo della Convenzione dell’ente gestore Alma Mater con la Prefettura di Siracusa. Proprio per questo Bernardini chiede al Governo se il centro di Cassibile sia a tutti gli effetti un Cara, se la struttura sia adeguata allo standard di accoglienza e se rientri nelle facoltà dell’Ente gestore rifiutarsi di mostrare la Convenzione a un parlamentare. |
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