NO AL MEGA-INCENERITORE DI AUGUSTA
LEGGETE LA PETIZIONE CAPIRETE TUTTO. E' IMPORTANTISSIMO FARLA GIRARE PER INFORMARE CHI ANCORA NON SA NIENTE DELLA VICENDA. E' FONDAMENTALE INOLTRE STAMPARE ALMENO UNA COPIA E RACCOGLIERE PIU' FIRME POSSIBILE. STIAMO ORGANIZZANDO BANCHETTI PER LA RACCOLTA DELLE FIRME intanto vi chiediamo di raccoglierle a lavoro .. in famiglia.. a scuola e in tutti i posti che frequentate.. perchè è fondamentale INFORMARE tutta la cittadinanza e sensibilizzare tutti della gravità del problema. metteremo in rete le date dei banchetti di raccolta firme e delle altre iniziative contro il mega inceneritore.vi preghiamo di farmi avere le firme( una volta raccolte) contattandoci all'e-mail: |
Al Presidente della Regione Siciliana
Alla Commissaria Europea per l’Ambiente Sig.ra MargotWallström
Ai Sigg. Sindaci dei ComunidiAugusta, Priolo, Melilli, Siracusa,
Floridia, Solarino
Al Presidente della Provincia di Siracusa
Al Ministro per l’Ambiente
Al Ministro della Salute
Al Presidente della Commissione NazionaleAntimafia
Al Presidente della Commissione RegionaleAntimafia
All’Assessore Regionale ai Beni Culturali
I sottoscritti cittadini esprimono la loro più decisa contrarietà alla decisione della Regione Siciliana di affidare per i prossimi venti anni il settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani a quattro aziende private che dovranno realizzare 4 mega-inceneritori dove distruggere circa un milione e cinquecentomila tonnellate l’anno di rifiuti indifferenziati.
Gli incenenitori sono stati localizzati ad Augusta (SR), Bellolampo (PA), Paternò (CT) e Casteltermini (AG) senza tenere conto della loro eccessiva distanza dalle aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina, in violazione delle norme di tutela del territorio (come nel caso di Paternò dove è stato ubicato in un’area Sito di Interesse Comunitario), in contrasto con ogni criterio di logicità e di risparmio energetico ed economico. Per esempio, i rifiuti di Messina andranno a Paternò mentre quelli di Catania ad Augusta.
Inoltre, contraddicendo le norme comunitarie e nazionali, anziché adottare politiche per ridurre la produzione dei rifiuti, la Regione Siciliana ha deciso di abbandonare ogni sforzo per conseguire significativi risultati nella raccolta differenziata e nel recupero e riciclo dei materiali. Infatti, le quattro impreseaffidatarie del servizio, avranno il generico obbligo di separare soltanto la frazione umida ed i metalli (circa il 37% + il 3%) mentre tutto il resto, compreso le plastiche clorurate ed altre pericolose sostanze, verrà incenerito. Nonostante attualmente la raccolta differenziata in Sicilia sia inferiore al 2%, nessuna concreta misura viene posta in atto per raggiungere in tempi brevi e certi la quota del 35% già obbligatoria per legge dal maggio 2003.
Nella nostra regione, dove dovrebbero essere fondamentali le questioni della legalità e della lotta contro le ecomafie, si è invece affidato il delicatissimo settore dei rifiuti nelle mani delle imprese private Enel e Falk, le quali si serviranno di altre aziende private che - da troppo tempo e con molte ombre - gestiscono la raccolta e le discariche in Sicilia.
Nell’area diAugusta – dichiarata nel 1990 ad “alto rischio di crisi ambientale” e rimasta tale per la mancata attuazione del Piano di Risanamento Ambientale – si è stabilito di convogliare circa 500.000 tonnellate l’anno di rifiuti prodotti dalle province di Catania, Siracusa, Ragusa e Enna e di bruciarne circa 280.000 presso la centrale elettrica Enel Tifeo che sarà trasformata in inceneritore.
Mentre diventa sempre più indispensabile avviare tutti quegli interventi necessari per ridurre le emissioni del polo petrolchimico, depotenziare i rischi, bonificare i siti inquinati, risanare la falda idrica insalinata ed inquinata da idrocarburi, riportare la qualità dell’ambiente ad una condizione di “normalità”, tutelare la salute dei nascituri, dei cittadini e dei lavoratori, è sconcertante che si vogliano aggiungere altri impatti in una zona dove il limite di sopportazione è stato ampiamente superato.
Ancor più sbalorditivo se si considera che nell’area esiste già un inceneritore per rifiuti speciali e che è in avanzata fase progettuale la realizzazione di una piattaforma – con relativo inceneritore - per lo smaltimento di circa 70.000 tonnellate l’anno di rifiuti industriali pericolosi. Nel raggio di appena qualche chilometro si troveranno tre inceneritori! E’ poi sommamente irresponsabile aver localizzato l’inceneritore nella stessa area Enel Tifeo dove le indagini condotte nell’ambito degli studi di caratterizzazione per i piani di bonifica hanno accertato la presenza di suoli inquinati da diossina.
L’inceneritore non servirebbe neppure ad eliminarele discariche presenti nel territorio . In fatti, bisognerà realizzarne di nuove per depositarvi circa 200.000 t/h di frazione umida ed ancora altre per 100.000 t/h di rifiuti speciali come le ceneri e i residui della combustione. Questo mentre l’intera Provincia di Siracusa produce attualmente 170.000 t/hdi rifiuti solidi urbani.
Con l’area in questione è confinante la zona archeologica di Megara Iblea, città fondata nell’VIII secolo a.C. dai colonizzatori greci, e sulla quale si stanno investendo risorse economiche e culturali per la tutela e la valorizzazione di un gioiello che ora rischia di essere perduto per sempre.
E’ noto che gli inceneritori a letto fluido, come quelli che si vogliono realizzare in Sicilia, costituiscono una grave e pericolosa fonte di inquinamento. Ancor più se i rifiuti sono indifferenziati. Le emissioni tipiche di un impianto che incenerisce circa 800 tonnellate al giorno, sono caratterizzate da imponenti quantità di ossido di carbonio, polveri, anidride solforosa, ossidi di azoto, acido cloridrico, acido fluoridrico, sostanze organiche volatili, metalli pesanti, mercurio, idrocarburi policiclici aromatici, diossine, ed altre centinaia di sostanze tutte pericolose.
Alla luce di questa drammatica situazione è inaccettabile la scelta della Regione e non esiste alcun motivo per giustificarla. E’ deprecabile che, contrariamente a quanto previsto e stabilito dal Piano Regionale per i rifiuti, nessuna informazione sia stata data ai cittadini sugli impianti di incenerimento e sulle discariche che si vogliono realizzare per la frazione umida, ceneri e resti di combustione.
I sottoscritti cittadini sono consapevoli che la problematica dei rifiuti deve essere affrontata seriamente e responsabilmente, senza escludere la termovalorizzazione della frazione residua dopo le operazioni di vera ed efficace raccolta differenziata, nel quadro di una concreta attuazione della lotta agli sprechi ed alla proliferazione di discariche ed inceneritori, nella corretta valutazione degli impatti sopportabili dai territori. Essi sono però fortemente e irriducibilmente contrari a progetti che mirano soltanto al profitto delle imprese di smaltimento e accrescono rischi, costi e danni per i cittadini.
I sottoscritti cittadini chiedono quindi al Presidente della Regione di annullare tutti i provvedimenti che hanno portato alla sciagurata decisione di inserire un ulteriore impianto ad alto impatto ambientale nell’area ad elevato rischio di crisi ambientale di Augusta / Priolo / Melilli ed al Presidente della Provincia e ai Sindaci dei comuni dell’area industriale di opporsi fermamente a progetti che avrebbero gravi conseguenze per l’ambiente e la salute delle popolazioni. All’assessore ai Beni Culturali della Regione Sicilia si sollecitano misure per impedire che gli sforzi fatti in questi anni risultino inutili e che Megara Iblea venga distrutta e soffocata.
Alla Commissaria Europea per l’Ambiente si chiede di accertare la conformità degli atti della Regione Siciliana con le norme europee in materia di rifiuti e la si invita a visitare i luoghi. Ai Presidenti delle Commissioni Antimafia nazionale e regionale si avanza la richiesta di valutare se detti provvedimenti possano lasciare spazio ad un eventuale consolidamento delle ecomafie. Ai Ministri per l’Ambiente e della Salute di esaminare se tutto ciò è coerente con l’esigenza di tutelare la salute delle popolazioni e di attuare risanamenti e bonifiche attesi ormai da troppo tempo.
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