La richiesta è rivolta anche altri oltre 80% degli utenti che non sono allacciati alla rete fognaria e di depurazione delle acque reflue.
L’aumento della gabella è richiesto dalla SIDRA ( direttamente partecipata e controllata dal Comune) in virtù dell’art. 155 inserito dal precedente Governo nazionale nell’ambito del dispositivo normativo ”Codice Ambientale”, reso esecutivo il 3 aprile del 2006.
Si “pretende”, come recitato nel comma 1 che “ le quote di tariffa riferite ai servizi di pubblica fognatura e di depurazione sono dovute dagli utenti anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi”; in più, per tutti ( allacciati o meno), ai fini del valore tariffario, al comma 4, si aggiunge “ ….. il volume dell’acqua scaricata è determinato in misura pari al cento per cento del volume dell’acqua fornita”. SI RICHIEDE IL PAGAMENTO DI UN SERVIZIO INESISTENTE!
Questo “principio”, ineguale e vessatorio” ( che scarica sui residenti l’onere per la costruzione di civiche infrastrutture), determina per la stragrande maggioranza dei cittadini catanesi e di diversi paesi della provincia ( residenze private, attività commerciali, industriali, etc, per un totale di circa 90.000 utenze, corrispondenti a 320.000 persone), utenti idrici della SIDRA che non sono allacciati alla rete fognaria e di depurazione. un enorme aumento delle tariffe sull’acqua, con un incremento annuo, per un consumo medio per residenza privata, di circa 150 euro.
A Catania, i non allacciati, sono ben l’ 81% del complessivo ( 98° posizione sui 103 capoluoghi, come esposto dal Rapporto sull’Ecosistema Urbano 2006 prodotto da Legambiente in riferimento ai dati comunicati dai Comuni italiani.
In questa maniera, annualmente, in conto cittadini “non allacciati”, vengono incassati dalla Sidra molti milioni di euro. Chi gestisce? C’è un pubblico controllo? Per quali progetti ed operatività? Inoltre risulta “singolare” la differente “interpretazione” della Legge operata dagli altri grandi gestori idrici operanti nella nostra provincia. Infatti, Acoset ( a parte gli aumenti tariffari applicati dall’agosto c.a. con effetto retroattivo a partire dal 2004, che penalizzano fortemente gli utenti) e Acque Carcaci non hanno reso operativi i criteri del Dlgs 152/2006.
Richiediamo che la SIDRA e l’Amministrazione comunale di Catania revochino immediatamente gli indiscriminati aumenti.
Richiediamo che il Governo nazionale, annulli l’art. 155,
in virtù delle strutturali modifiche già operate sul Decreto Ambientale.
Riguardo l’ATO acqua e la gestione della società di gestione del servizio idrico catanese, preso atto che il Cga ( Consiglio di giustizia amministrativa) nel mese di agosto ha sonoramente bocciato le modalità costitutive della Sie ( Società Idrica etnea) deliberate dalla maggioranza del Consiglio Provinciale nell’agosto 2004, richiediamo l’immediata costituzione di una Società interamente pubblica ( in house). L’acqua, bene comune, nella provincia di Catania, deve essere gestita da enti di diritto pubblico.
Attac Ct, Circolo prc Città Futura, Cittàinsieme, Comitato Partecipazione e Democrazia, Federazione FP CGIL Ct, Giovani Comunisti Ct, GAPA, Redazione Casablanca, Redazione Isola Possibile. Catania, 16/12/2006 |
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