in manette Mancini, numero 2 del Sismi Richiesta di arresto anche per 4 cittadini Usa, uno è Jeff Castelli ex capo Cia in Italia Le accuse vanno dal concorso in sequestro di persona aggravato all'abuso di potere ROMA - In manette il direttore delle operazioni del Sismi, Marco Mancini, (praticamente il numero due del nostro controspionaggio diretto da Nicolò Pollari) e il generale Gustavo Pignero. Gli arresti sono avvenuti questa mattina su richiesta della procura milanese nell'ambito dell'inchiesta sul rapimento - da parte di agenti Cia con l'appoggio del Sismi - dell'imam Abu Omar il 17 febbraio 2003. Marco Mancini è stato arrestato nella sua abitazione di Lugo di Romagna (Ravenna). Pignero - che all'epoca era il superiore di Mancini, allora responsabile dei centri Sismi del Nord Italia - si trova attualmente agli arresti domiciliari per problemi di salute. Le accuse vanno dal concorso in sequestro di persona aggravato all'abuso di potere. Sei ordinanze di custodia. In totale sono sei le ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di quattro cittadini Usa, tre dei quali appartenenti alla Cia e un quarto già in servizio con incarichi di responsabilità ad Aviano, e nei confronti dei due funzionari del Sismi. Gli atti sono stati emessi dal gip di Milano Enrico Manzi. Il ruolo di Jeff Castelli. Tra le richieste di arresto riguardanti i cittadini americani c'è quella per Jeff Castelli, ai tempi del rapimento capo della Cia in Italia, attualmente tornato negli Usa dove ricopre un incarico dirigenziale presso la base militare di Langley. Sono in corso anche delle perquisizioni. Una nella sede della redazione milanese del quotidiano "Libero". Nella vicenda sono sotto accusa anche altri ventidue agenti americani - attualmente latitanti - per i quali la procura milanese avrebbe voluto l'estradizione, ma l'allora Guardasigilli Roberto Castelli si oppose. Il Sismi è sospettato di aver dato pieno appoggio all'operazione, collegata anche ai voli segreti della Cia per portare da un paese all'altro i suoi "prigionieri" nell'ambito di diversi blitz contro il terrorismo islamico. Polemiche politiche e il monito di Bertinotti. La notizia degli arresti ha scatenato immediate reazioni nel mondo politico. In particolare, La vicenda. Hassan Mostafa Osama Nasr, egiziano, era stato sequestrato in pieno giorno in via Conte a Milano il 17 febbraio di tre anni fa. Ex imam della moschea di via Quaranta e del centro di cultura islamica di viale Jenner, da oltre un anno era sotto indagine perchè sospettato di aver legami con organizzazioni islamiche estremiste. Gli veniva contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale. Il sequestro avvenne ad opera di 22 agenti della Cia, coadiuvati - si è scoperto in seguito - da agenti italiani del Sismi. L'imam, scaraventato su un furgone, venne portato nella base aerea di Aviano e qui torturato. |
il Sismi sotto accusa: arrestati due generali «Concorso in sequestro di persona» La notizia l'ha data per primo il senatore a vita Francesco Cossiga: nelle prime ore di mercoledì è stato arrestato Marco Mancini, direttore della prima divisione del Sismi (il controspionaggio militare) nell'ambito dell'inchiesta sul rapimento dell'Imam Abu Omar per il quale sono già sotto accusa 22 agenti della Cia. Per questi arresti, dichiara polemico Cossiga, «si attende oggi un messaggio di Osama Bin Laden di vive congratulazioni e di ringraziamento per il prezioso aiuto alla Jidah islamica». Il mandato di cattura per Mancini viene confermato dalla magistratura milanese qualche ora dopo. Insieme al numero due del Sismi è stato arrestato anche un altro generale ai vertici dei servizi militari italiani. Si tratta di Gustavo Pignero, generale dei Carabinieri in forza da anni al Sismi dove ha ricoperto prima l'incarico di capo divisione e successivamento di capo reparto. Al tempo dei fatti Pignero (ai domiciliari per motivi di salute) era il superiore di Mancini. Per entrambi l'accusa è pesante: «concorso in sequestro di persona». Le ordinanze di arresto della magistratura milanese non sono rivolte solo ai due uomini del Sismi ma anche a cittadini statunitensi. In totale le ordinanze di custodia cautelare sono infatti 6: quattro verso cittadini Usa (tre dei quali appartenenti alla Cia e un quarto già in servizio con incarichi di responsabilità ad Aviano) tutti latitanti e le altre due per gli uomini del Sismi. Intanto, secondo quanto dichiarato dagli stessi giornalisti, sarebbero state fatte anche delle perquisizioni nella sede del giornale della Lega Libero e nelle abitazioni private di Renato Farina e di Claudio Antonelli, coautori di due articoli sul caso Abu Omar e l'attività del Sismi. Il nome di Marco Mancini era stato citato da Repubblica nel maggio scorso come una delle persone coinvolte nella vicenda del sequestro dell' imam Abu Omar e da allora era in malattia. L´affaire Abu Omar è una vicenda complessa di cui si è occupata anche la commissione d´indagine del parlamento europeo sui voli Cia. L'ex imam di origine egiziana Hassan Mustafa Osama Nasr, più noto come Abu Omar, era stato rapito in pieno giorno a Milano il 17 febbraio del 2003 dai servizi segreti statunitensi e poi trasportato in Egitto dove sarebbe stato torturato e dove si troverebbe tutt'ora. Nei mesi scorsi, l'ex ministro della Giustizia del governo di centrodestra, Roberto Castelli, si era rifiutato di firmare la richiesta di estradizione dei 22 agenti Usa che avrebbero condotto l´operazione. Il governo Berlusconi ha sempre smentito (l'ultima volta nel maggio scorso) il coinvolgimento dei servizi italiani nella vicenda del sequestro. Tuttavia nella relazione su voli Cia ed "extraordinary rendition" del Parlamento Europeo (il relatore è il deputato dei Ds Claudio Fava) erano emerse molte perplessità circa il fatto che l´Italia non fosse a conoscenza, in qualche modo, dell´operazione che la Cia aveva compiuto a Milano. E secondo quando rivelato da alcuni quotidiani italiani, durante le indagini della magistratura milanese, era emerso anche il coinvolgimento di agenti del Sismi. In particolare un maresciallo dei Carabinieri aveva confessato di aver partecipato all´operazione anche se a titolo personale. Lunedì scorso il neo-ministro dell'Interno Giuliano Amato aveva detto che il governo intende fare «il massimo di chiarezza» sul caso di Abu Omar, e aveva ipotizzato che nell'inchiesta della magistratura potessero essere coinvolti non soltanto agenti americani.
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