Quali allora le parole del nuovo centrosinistra? Per Rutelli bisogna cominciare dall’utopia, perché «abbiamo bisogno di un punto di riferimento da guardare. L'utopia è come la stella polare: non la toccheremo mai ma è un riferimento essenziale. Ci vuole una spinta utopica, appassionate e generosa per andare avanti». Subito dopo vengono «futuro», «Europa», «buongoverno» e «sicurezza»: «Dobbiamo pronunciare la parola sicurezza senza paura e sempre senza paura dobbiamo dire no al crimine. La destra -ha proseguito Rutelli- costruisce la sensazione del pericolo e poi ci lucra sopra, come colei che combatte la criminalità. Noi dobbiamo assumere il tema della sicurezza dal crimine come grande impegno democratico».
Niente di particolarmente originale, ma le critiche, soprattutto alla pars destruens del discorso, non si fanno attendere. «La socialdemocrazia – osserva il coordinatore della segreteria Ds Vannino Chiti - non è un campo statico ideologico degli anni Venti e Trenta. È un soggetto politico che si deve innovare e aprire. Che deve costruire i terreni sui quali tutti i riformisti possano incontrarsi. Se si pensa di fare la dimensione politica dell'Europa e dell'Italia prescindendo da questo, si sbaglia». Il rutelliano Paolo Gentiloni, di fronte alla nuova polemica, prova a metterci una pezza, escludendo intenti polemici: «Rutelli ha detto no alla socialdemocrazia come nostro approdo unitario - argomenta- e l' approdo unitario si chiama Ulivo».
Ma da sinistra è soprattutto la critica all’egualitarismo ad apparire inaccettabile: «Lo dico con Norberto Bobbio: senza uguaglianza non esiste la sinistra», replica Bertinotti. «Se si vuole abolire l'egualitarismo, allora bisogna abolire l'art.3 della costituzione, e mi sembra un po’ forte detto da un democratico», osserva Diliberto. «Quell'affermazione secca contro l'uguaglianza la trovo inquietante – sottolinea Fabio Mussi - Quando si tratta di uguaglianza nessuno parla di una società appiattita, di uomini-macchina. Si parla di universalità dei diritti, di uguaglianza dei cittadini».
Nella Margherita, perplessità di Pierluigi Castagnetti: «Vi
sono delle parole che dicono di principi che sono fondamentali: non c'e
dubbio che la parola uguaglianza, io ne sono convinto, è una parola
importante che è scritta nella nostra Carta costituzionale e che
descrive principi irrinunciabili per la politica».
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