OCCUPYSUD NON PIU’ SUBALTERNI MA SUD-ALTERNI

PROPOSTA PER UN ASSEMBLEA TRA REALTA’ DI MOVIMENTO
A CATANIA, IL 20 APRILE 2013
Alcun* compagn* di varie realtà dei nostri territori, dopo una lunga riflessione tra di loro e mesi di incontro
e discussione, propongono di mettersi in rete a partire dalla discussione di questo documento,
che, precisiamo, è solamente una bozza, passibile in itinere di emendamenti e stravolgimenti.
L’appello, per adesso, è promosso da singoli militanti e non da strutture organizzate

Siamo precari e precarie di prima e seconda generazione, nelle grandi metropoli. Siamo ragazzi e ragazze che si oppongono alle devastazioni ambientali. Siamo militanti delle lotte territoriali, siamo No Muos, siamo quelli che hanno detto No al Ponte e l‘hanno fermato. Siamo attivisti dei sindacati di base. Siamo militanti antirazzisti. Siamo compagni e compagne di Stefania Noce. Siamo studenti che condividono saperi fuori e contro la logica dell’istituzione verticistica ed aziendale che è oramai propria delle scuole e dell’università. Siamo occupanti di centri sociali, di case, di scuole, di treni, di università, di strade e marciapiedi, di sogni e bisogni, di fabbriche e di teatri. Siamo abitanti delle periferie (in)produttive di questo paese, dal Veneto a Gela, degli hinterland di cui ci si ricorda solo quando si cerca dove piazzare una nuova discarica, un nuovo inceneritore, un nuovo complesso industriale inquinante che la grande città non vuole nel proprio salotto buono. Siamo le comunità deI rebeldi, che camminano domandando. Siamo stati a Genova. Abbiamo sfilato a Cinisi, nel ricordo di Peppino Impastato. Abbiamo spazzato via i fascisti dalle strade con la gioia dei nostri corpi a Catania nel 2006. Siamo Orgogliosi Antifascist* ed in quanto tali partecipiamo ai Pride. Abbiamo fronteggiato gli otto grandi del G8 ambiente a Siracusa, nel 2009. Abbiamo votato quattro sì al referendum per l’acqua pubblica e contro il nucleare. Siamo illegali: carichi di procedimenti penali per le lotte sociali che portiamo avanti. Quando scendiamo da un marciapiede siamo il popolo delle manifestazioni non autorizzate, quando prendiamo la parola siamo quelli delle radunate sediziose, quando protestiamo siamo le moltitudini delle interruzioni di pubblico servizio, delle occupazioni di edifici abbandonati e sfitti, delle resistenze a pubblico ufficiale quando si cerca di impedire a mani alzate uno sgombero, dei danneggiamenti a strutture militari che seminano morte. Siamo evasori dell’ordine costituito, in barba ad ogni ipocrita cultura legalitaria. Siamo una nuova generazione di lotta che vuole imporsi e spazzare via tutti i meschini settarismi, personalismi, identitarismi, machismi e gruppettismi delle precedenti. Siamo meridionali, ma non ci sentiamo più subalterni a niente ad nessuno. Siamo voci di un sud rebelde e no global che produce lotta e conflitto, e che avanza. Da anni lavoriamo nei territori e viviamo sulle nostre spalle il grande bluff del capitalismo. Abbiamo smascherato la violenta menzogna celata dietro l’idea folle che vedeva nello sviluppo dell’industria e del mercato globale l’unica via di salvezza per tutti. La nostra terra per decenni è stata preda della politica corrotta dei partiti, dello sfruttamento e dell’inquinamento in nome dello sviluppo capitalista e ora in piena crisi economica rimangono solo macerie e disoccupazione. Giorno dopo giorno vediamo il fiscal compact seminare desolazione e disoccupazione nelle nostre città e tra la nostra gente, dopo che per decenni il pubblico è stato l’unica fonte di reddito, poiché ogni forma di sviluppo, basato sulla valorizzazione del territorio e sul protagonismo dei cittadini è stata impedita dal pesante gioco della criminalità mafiosa longa manu della politica padronale corrotta. Mentre le scuole e le università diventavano deserte per il taglio delle risorse, mentre si assottigliavano i servizi sociali nei quartieri e nei comuni di provincia e la povertà dilagava, noi resistevamo e radicavamo nuclei di opposizione sociale. Così siamo nati e siamo cresciuti. Siamo autorganizzati, ci siamo incrociati nelle esplorazioni, nelle topografie delle lotte possibili e ci siamo riconosciuti perché avevamo le stesse parole in bocca e la stessa idea di beni comuni. Non crediamo di avere la risposta a tutte le domande ma sappiamo e abbiamo imparata che dal lavoro di ogni giorno, confrontandosi con i bisogni reali nascono le lotte e le migliori idee politiche. Noi condividiamo i “Non lo so”, i silenzi e le lentezze degli zapatisti. In ogni spazio abbandonato, in ogni terreno, dove molti vedono desolazione, noi vediamo opportunità di costruire percorsi di socializzazione, produzione culturale e auto-reddito alternativi. In ogni donna e uomo di questa terra, al di là del colore della pelle, vediamo una risorsa per costruire pietra dopo pietra un nuovo modello di società, ibrida e cosmopolita. Alla cultura ufficiale finta e manipolata, rispondiamo producendo e diffondendo una cultura altra, nelle scuole e nelle università, nei teatri e nelle piazze, una cultura antisessista, antirazzista, anticapitalista, antimilitarista. Per noi l’ambiente e la cultura sono la grande risorsa, l’unica vera opportunità che permetta un futuro socialista, equo, solidale e intragenerazionale, per questo la nostra terra è il più grande patrimonio che pensiamo di avere e non vogliamo cederne neanche un millimetro alle potenze straniere. Per noi il mediterraneo è un ponte di pace e incontro e non vogliamo basi o radar di morte. Per noi il lavoro è un diritto, da rivendicare ed il reddito sociale di cittadinanza è un’urgenza sociale immediata. Crediamo che il debito di stato sia una truffa e come tale non vogliamo pagarlo. Non abbiamo padrini politici, non crediamo nella politica dei partiti e nella concertazione, ma solo nei diritti conquistati, garantiti e difesi dalle nostre lotte. Così da città diverse, che sembrano lontanissime da raggiungere in macchina ma che distano solo pochi centimetri sulla mappa è nata l’idea della rete. La rete è uno strumento per ottimizzare gli sforzi, per diffondere meglio le nostre idee, perché sappiamo che unendo le nostre voci riusciamo a urlare più forte. Gli intenti sono semplici: coordinare i tempi delle lotte per essere più efficaci con minore fatica, creare un circuito comune di circolazione di iniziative e di parole d’ordine, per essere più incisivi a livello territoriale e mediatico, dare una dimensione più grande alla lotta dei beni comuni, ridurre le distanze geografiche per diffondere e sollecitare autorganizzazione e socializzazione. Ci costituiamo in rete per spostare l’asse politico delle dinamiche del movimento in questo paese verso il mediterraneo e per trasformare le lotte dei territori in lotte generalizzate insolventi contro la crisi. Ci costituiamo in rete con l’impegno di sostenerci l’un altro e di vivere e condividere insieme i conflitti che abitiamo e di vederci periodicamente. Ci costituiamo in rete per creare canali di comunicazione e mediattivismo comuni ed indire campagne di lotta che siano ancora più grandi di quelle che abbiamo costruito fino ad ora. Siamo donne e uomini del sud,vogliamo costruire una dimensione politica condivisa che parta dalla difesa della nostra terra e dalla conquista dei nostri bisogni, per realizzare insieme una nuova idea di futuro. Noi siamo meridionali ma non siamo più i Subalterni, passivi, emarginati di fronte alla storia.

Noi tracciamo una storia altra, fatta di lotte e di ipotesi di mondi possibili al di fuori del neoliberismo, della guerra,
dello sfruttamento, del razzismo, del sessismo. Mondi diversi ed antagonisti. Irrimediabilmente Altri.
Noi siamo SudAlterni.


L’ASSEMBLEA AVRA’ LUOGO DALLE ORE 16:00
A CATANIA AL CSA OFFICINA REBELDE, IN VIA COPPOLA N.6
Qui l’evento facebook
Per informazioni, adesioni, ospitalità: