RIPRENDIAMOCI IL FUTURO
Dalla truffa del Ponte sullo Stretto alla Rinascita del territorio:

I simboli del tessuto produttivo del nostro territorio, vanto di generazioni di lavoratori e di messinesi, le capacita' professionali acquisite nel tempo
e le attività sulle quali si e' fondata anche l'identità del nostro territorio rischiano di essere cancellati definitivamente per soddisfare interessi speculativi
e predatori.Tutto ciò avviene mentre la fine del 2012 ci consegna la riproposizione del dibattito pubblico sul Ponte sullo Stretto.
La scelta del Governo di rimandare di due anni la decisione su cosa fare del progetto ponte - che ha già sperperato centinaia di milioni di euro
senza apportare alcun beneficio ai territori e ai loro abitanti - riapre, nei fatti, la partita.

Mentre Berlusconi rispolvera la Grande Opera come argomento da campagna elettorale, Eurolink comunica l’intenzione di voler recedere dal contratto confessando, probabilmente, il vero obiettivo : la riscossione delle penali. Intanto Impregilo le penali le inserisce nei bilanci, facendo
così lievitare il valore delle proprie azioni. Insomma, una vicenda che sembrava, con il definanziamento dell’opera, volgere rapidamente al crepuscolo ritorna
al centro della scena. Non che la cosa ci prenda troppo alla sprovvista. Siamo abituati a queste periodiche ripartenze. Tanto che abbiamo imparato a non considerarle come un'anomalia bensì come la norma, come un modello secondo il quale i territori vengono espropriati della loro ricchezza più attraverso
l’iter che attraverso la vera e propria realizzazione delle opere.

E’ per questo che abbiamo collocato la nostra critica al Ponte sullo Stretto nell’ambito della più generale opposizione alla politica delle grandi opere, attraverso la quale ingenti risorse sono state trasferite dalle casse pubbliche a poche grandi imprese aggiudicatrici dei grossi appalti, secondo un sistema che, attraverso strumenti come il Project Financing e il General Contractor, ha impedito ai territori di decidere del proprio futuro e ai cittadini di prendere parola.

Contro questi progetti e contro questo modello si è sviluppato negli ultimi dieci anni un forte movimento di lotta, da alcuni tacciato di rappresentare
la voce dei No, ma che in realtà si è trasformato in un grande cantiere di idee per una nuova politica e per una idea nuova di convivenza nei territori.
Il movimento No Tav ne è senz’altro l’espressione più nota e più suggestiva, ma in tutta Italia - contro infrastrutture di trasporto inutili e devastanti, termovalorizzatori, rigassificatori, impianti militari e installazioni dal forte impatto ambientale - sono sorti comitati e aggregazioni che, insieme alle mobilitazioni in difesa dei beni comuni, hanno dato vita a un generale pronunciamento dal basso, espressione di nuove forme di democrazia partecipata.

A tali mobilitazioni si sono affiancate le dure vertenze aperte sul territorio a difesa del posto di lavoro, per difendere diritti sociali acquisiti in anni di lotta, contro una crisi che si vuole fare pagare solo ai lavoratori e non ai veri responsabili, per tenere in vita la speranza di un futuro migliore. In questo solco si inserisce anche la liberazione del Teatro in Fiera, ribattezzato Teatro Pinelli Occupato, e dell'ex Irrera a Mare: azione che - oltre ad aprire varchi di speranza per un destino disperato come quello dell'intera cittadella fieristica - giorno dopo giorno prova a tessere e alimentare la rete dei lavoratori in lotta nella nostra città.

E' partendo da qui, in sinergia con queste realtà, che vogliamo scandire i nostri contenuti.

Il Movimento No Ponte torna dunque di nuovo in piazza,
per chiudere definitivamente la partita del Ponte sullo Stretto e per unire e continuare le lotte
per la Rinascita del Territorio.

Saremo in piazza il 16 MARZO a MESSINA
per ribadire la richiesta alla Regione Siciliana di ritirare immediatamente le proprie quote azionarie ed il proprio
rappresentante in Consiglio d’amministrazione della Stretto di Messina Spa (società concessionaria per la progettazione e costruzione del Ponte sullo Stretto),
e chiedere:

1. la soppressione della Stretto di Messina Spa;
2. il recesso dal contratto con Eurolink (General Contractor per la progettazione e costruzione del Ponte);
3. il non riconoscimento di alcuna penale e alcun debito.

il 23 MARZO in VALSUSA per impedire che una nuova linea TAV devasti inutilmente una valle.
Mentre un intero sistema di trasporto pubblico è al collasso le grandi lobby guardano alle linee di alta velocità come al più grande business del secolo:
impedire lo scempio e smascherare le complicità del forte intreccio politica/mafia è possibile e più che mai urgente.

il 30 MARZO a NISCEMI per revocare ed impedire la costruzione del Muos, il sistema d’antenne satellitari ad alto inquinamento elettromagnetico
pensato per governare le guerre planetarie del terzo millennio (quelle degli aerei senza pilota, della guerra automatizzata),
per smantellare le 46 micidiali antenne già installate, per la smilitarizzazione dei nostri territori.