Mario Merlino prima delle bombe

Tra il 9 e il 10 novembre 1969 Mario Merlino parte per il nord, dice cha va a Modena e poi a Venezia per partecipare ai lavori di coordinamento del gruppo di sinistra Lotta Continua. Ma e' falso, la sua presenza a Venezia e' esclusa. Il 18 novembre alla viglia dello sciopero generale per la casa (Merlino e' tornato a Rom,a da due giorni) gli anarchici del nuovo 22 Marzo tengono due riunioni. La prima, allargata, per discutere i modi di partecipazione al corteo autonomo organizzato dal movimento studentesco, la seconda, ristretta. alla quale inervengono solo Merlino ed altri due.

TESTIMONIANZA N.6

"Merlino ci rivelo' che, da fonti sicure, aveva appreso di una provocazione che i fascisti stavano organiggando contro il corteo. Bisognava prepararsi a respingerla, disse. Propose di preparare delle molotof da tenere a disposizione, durante il corteo, in caso di necessita'. Ci lasciammo dandoci appuntamento la mattina successiva alle oto davanti al negozio di Via del Boschetto, dove dovevano trovarsi anche gli altri."

Il mattino del 19 all'appuntamento in Via del Boschetto ci sono tutti, mrno Mario Merlino che anche questa volta, guarda caso, non si e' svegliato in tempo. Arriva, al suo posto, la polizia, che perquisisce il negozio e ferma tutti i presenti. In Questura, durante l'interrogatorio, agli anarchici viene contestata l'intenzione di aver voluto compiere attentati con bottiglie molotof.

Il 22 novembre Merlino si presenta nella sede del circolo in Via del Governo Vecchio, appena inaugurata, con un nuovo personaggio. Si chiama Pio D'auria, ha 24 anni, fa il venditore ambulante di libri per la casa editrice Rizzoli, e' fascista. Fisicamente ha una certa somiglianza con Pietro Valpreda. Merlino lo presenta come "un ex camerata in crisi che guarda con simpatia all'anarchia". Il nuovo comincia a frequentare le riunioni del 22 Marzo, ma si tiene in disparte, non partecipa alle discussioni.

Si avvicina il giorno del grande raduno nazionale dei metalmeccanici: centomila operai sfilano per le vie di Roma. E' un momento di estrema tensione politica per l'Italia: i sindacati gestiscono le lotte contrattuali, ma gli slogans delle avanguardie rivoluzionarie sono stati fatti propri da migliaia di operai.

TESTIMONIANZA N. 7

"Il giorno dello sciopero nazionale dei metalmeccanici, il 28 novembre 1969, era assieme agli altri al corteo sindacale quando Merlino propose di andare a pranzo ai Castelli Romani. Partimmo con la mia macchina: Merlino, Pio D'Auria, Emilio Borghese e io. Merlino propose di andare a Frascati. Li giunti, telefono' a un suo amico. Dopo la telefonata ci disse di asdpetarlo perche' doveva andare a parlagli. Stette via una mezz'ora. Quando torno' andammo a mangiare in una trattoria e quindi ripartimmo per Roma. Durante il viaggio di ritorno Merlino ci propose: "e' l'occasione giusta per scatenare un gran casino; fermiamoci a un distributore di benzina, facciamo il pieno, prepariamo quattro molotof e confondiamoci trra la folla del comizio (dei metalmeccanici in Piazza del Popolo. n.d.r.) Appena capita l'occasione giusta, le tiriamo addosso a qualche camionetta della polizia" Pio D'Auria mi sembro particolarmente entusiasta dell'idea. Io e Borghese rifiutammo giacche' l'idea ci parve assolutamente improduttiva dal punto di vista politico. Fummo comunque ostacolati dal traffico e quando arrivammo la manifestazione era finita."

Da quel giorno Merlino non si fa piu' vedere al circolo: strano, e' sempre stato un frequentatore molto assiduo. Il 2 dicembre telefona a Emilio Bagnoli dicendogli di essere malato: pero' rifiuta, ringraziando, ogni visita dei compagni. Questi, preoccupati della sua salute, sei giorni dopo vanno ugualmente a casa sua. Lo trovano in piedi, sanissimo. Sono appena guarito, dice Merlino, e si fa finalmente vivo, il pomeriggio di mercoledi' 10 dicembre, nella sede di Via del Governo Vecchio che e' ancora in fase di allestimento. I compagni gli rinfacciano, scherzando, di essersi dato malato per non lavorare con loro.. Merlino lascia 3000 lire come contributo al circolo e se ne va dicendo che ancora per qualche giorno non si fara' vedere perche' si sta' "lavorando" alcuni cattolici che dovrebbero dare dei soldi. Chiede anche notizie di Valpreda e gli rispondono che il Pierto e' in partenza per Milano dove e' stato convocato dal giudice per un certo processo, una vecchia storia. Siamo alla vigilia della strage del 12 dicembre.

Precedente/Successivo
Indice generale del libro