MODICA - SICILIA
MOZIONE CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ ACQUA.
Proposta di mozione al Consiglio Comunale di Modica presentata dai Consiglieri:
Migliore (PDL), Mandolfo MPA), Occhipinti (MPA), Roccasalva (PD), Spadaro (PD),
Zaccaria (PD), Poidomani (PD), Cerruto (UNP), D'Antona (SD).

Il Consiglio Comunale

Considerato che

-       L’art. 2 della Costituzione italiana recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”

-       L’acqua è un bene essenziale la cui disponibilità e accesso costituiscono oggettivamente diritto umano universale, inviolabile e naturale. È un diritto, cioè, che appartiene per natura all’uomo e precede, perciò, l’esistenza stessa dello Stato che, dunque, non lo crea ma, appunto, lo deve riconoscere e soprattutto garantire concretamente.

-       La Repubblica italiana è quindi obbligata a garantire a tutti questo diritto fondamentale che trova il suo riconoscimento politico e giuridico nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo approvata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 e nella promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo 1968) che, a livello mondiale, definisce e riconosce l’ACQUA come “bene comune” per eccellenza ed il suo uso come diritto fondamentale dell’uomo.

-       La risoluzione del Parlamento europeo del 11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno-priorità 2003-2006 al paragrafo 5 afferma che “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità” la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno.

-       La risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 dichiara “ l’acqua come un bene comune dell’umanità e come tale l’accesso all’Acqua costituisce un diritto umano fondamentale per la persona umana e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015” ed insiste affinchè “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua livello locale e in modo democratico”

-       L’art. 114 della Costituzione italiana recita: “La Repubblica è costituita da Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.”

-       L’art. 117 della Costituzione prevede che la podestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.

-       Richiamando il dettato dell’art. 43 della Costituzione (monopolio naturale) relativo a “servizio pubblico essenziale” e riferendosi alla nozione comunitaria di “servizio di interesse generale, privo di rilevanza economica”, la giurisprudenza afferma che la gestione di tale servizio è attività inidonea ad essere condotta da soggetti privati per scopo di lucro.

Il Consiglio Comunale

Esprimendo il proprio forte e profondo dissenso all’art. 15 del Decreto 135/09, già approvato il 4 novembre 2009 dal Senato della Repubblica italiana, confermato con voto di fiducia il 18 novembre 2009 dalla Camera dei Deputati e convertito in Legge il 19 novembre 2009, che sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell’acqua potabile in Italia;

Preoccupato delle conseguenze sociali di tale Legge che si concretizzano nell’impossibilità di accedere tutti democraticamente ed indistintamente al diritto umano, naturale, fondamentale ed inviolabile che è l’accesso al bene comune ACQUA

si impegna ed impegna il Sindaco

ad intercedere presso i propri parlamentari nazionali per il ritiro delle nuove norme che privatizzano l’acqua e di escludere il servizio idrico dai servizi pubblici locali di rilevanza economica riconoscendo l’autonomia di scelta dei modelli di affidamento da parte degli ATO ed Enti Locali;

ad attivarsi nel chiedere al Presidente della Regione ed ai propri parlamentari regionali, di presentare ricorso di costituzionalità contro l’art. 15 del D.L. 135/09 convertito in Legge oggi stesso in data 19 novembre 2009 e a tutela dell’Autonomia degli Enti Locali sulla base del principio di sussidiarietà riconosciuto dalla Costituzione;

a sostenere con forme ed azioni concrete, le proposte del Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua  ed in particolare la rapida approvazione della Legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico;

ad aderire ufficialmente al circuito di rete del Coordinamento degli Enti Locali siciliani contro la privatizzazione dell’acqua

ad inserire, all’interno del proprio Statuto Comunale, il riconoscimento dell’acqua come bene comune e  diritto umano, naturale ed universale;

ad inserire, all’interno del proprio Statuto Comunale, il riconoscimento che il servizio idrico è un servizio privo di rilevanza economica da gestire in forma pubblica e con la partecipazione delle comunità locali;

ad attivarsi ad applicare ogni forma ed azione di contrasto, anche attraverso un parere scritto, al decreto L. 135/09 art. 15 oggi in Legge in data 19 novembre 2009.
 

Fonte: "Nino Cerruto" <>