L'Aquila: i terremotati occupano il Consiglio regionale
22 settembre 2010
Protesta dei comitati dei cittadini del cratere contro la nomina
di Antonio Cicchetti a vice commissario per la ricostruzione in Abruzzo:
''Antonio Cicchetti è già stato condannato dalla Corte dei Conti per culpa in vigilando nel 2008
dalla sezione giurisdizionale della regione della Corte dei Conti, recita la sentenza:
per la “avvilente vicenda della Perdonanza Celestiniana”, un giro di premi e compensi ad artisti, attinenti
alla manifestazione aquilana, mai pagati, che hanno creato un buco
di due milioni di euro nel bilancio del capoluogo abruzzese.''

Gentiluomo di sua Santità, Cicchetti, fra gli altri incarichi, ha ricoperto quello di direttore amministrativo dell’università Cattolica e del Policlinico Gemelli. Originario dell’aquilano, coinvolto nello scandalo Perdonanza per la sua gestione dell’evento religioso abruzzese dal 2002 al 2004.
L'iniziativa nel giorno dell’arrivo del funzionario nominato a firma del presidente del Consiglio Berlusconi
e fortemente voluto da Gianni Letta: Cicchetti affiancherà il presidente della regione Chiodi e il sindaco aquilano
Cialente nella gestione dei miliardi di euro in arrivo all’Aquila.

“Cicchetti vai via” e Cialente si dimette da vice comissario
da www.mediacrewcasematte.org
da www.3e32.com

L’Aquila 21/9/10 Consiglio Regionale-Verso le 15 un buon numero di manifestanti radunati presso la villa comunale si dirige verso il cancello chiuso con catena, dell’emiciclo regionale. Motivo della protesta la nomina dell’ennessimo commissario Antonio Cicchetti. E’ solo l’inizio di una lunga giornata che vedrà i manifestanti sfondare il cancello e irrompere nel consiglio comunale dove sarebbe dovuto iniziare il consiglio straordinario sulla ricostruzione. I consiglieri invece scappano via, sopratutto quelli di maggioranza.Non torneranno più. Il sindaco Massimo Cialente intervenendo nella tarda serata annuncia le sue dimissioni da vice commissario. Oggi alle 15 nuovo appuntamento per tornare ad ascoltare il consiglio regionale straordinario sulla ricostruzione
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Con davanti lo striscione“basta commissari e cricche d’affari” i manifestanti sono arrivati davanti al cancello dell’emiciclo presidiato dalla polizia. In un primo momento alcuni hanno iniziato a battere con delle pietre sulle sbarre procendo un suono non rassicurante Poi hanno dato vita all’ennesimo sfondamento degli ultimi dieci mesi (saremmo sicuramente oltre la decina).

I manifestanti sono arrivati dentro l’aula al grido di “fuori gli sciacalli dalla città” con la foga di chi si è dovuto confrontare con la polizia per entrare. Nello stesso istante il vicepresidente del consiglio Giorgio DeMatteis ha interrotto la seduta. A quel punto prima si sono susseguiti vari cori come “noi Cicchetti non lo vogliamo”a sottolineare che al di là di ciò che il neo commissario afferma furbescamente da Roma “la contestazione era solo contro il concetto di commissariamento”, i manifestanti invece puntano l’indice anche sulla sua persona.

Dopo i cori, in aula è tornato il silenzio in attesa che il consiglio riprendesse. Invece dopo un pò si sono susseguiti solo degli interventi di alcuni consiglieri e membri della giunta. Tra questi sicuramente spicca la coraggiosissima indagata Daniela Stati che ha preso la parola al megafono e di un irritatissimo Giorgio De Matteis che – non riuscendo a prendere una posizione – si è solo dedicato alla facile operazione di denigrare il sindaco Massimo Cialente. Quest’utlimo è arrivato l’emiciclo occupato dai manifestanti verso le 20, parlando a lungo. In un intervento a dir poco soporifero che di fatto ha indotto a rinunciare ad un occupazione ad oltranza – una cosa importante Ciaelente l’ha detta “è una questione politica e di governance, così non si può andare avanti. Mi dimetterò da vice commissario”. Applausi.

Ormai sembra che dall’emergenza,  intorno la ricostruzione si sia solo formata un’ architettura del potere simile a quella del gioco dello Shangay, per nulla antisismica. Sempre più nomine, sempre più poltrone, sempre più confusione. In questo modo è più semplice per tutti coloro che siedono nei posti di potere di giocare al gioco delle tre carte rimbalzando le responsabilità. Chi ha la peggio è solo il cittadino disperso che non sa neanche con chi prendersela. Perché? Dall’inizio del dopo-sisma è stato abbastanza chiaro che l’importante non erano i bisogni e i diritti delle persone ma gli interessi economici e i ritorni di potere e consenso da parte dei politici di governo. Conviene per qualche motivo che le cose vadano a rilento. Ma gli aquilani sembra proprio che a essere umiliati non ci vogliono stare. Quest’oggi 22 Settembre mentre il consiglio regionale sospeso ieri dovrebbe riunirsi nuovamente, davanti la porta ci sono le camionette della celere. Questa è la loro democrazia.

Eppure se non messi alle strette come ieri, i politici locali continueranno sempre più facilemnte a fare il gioco delle 3 carte escludendo ogni forma di partecipazione popolare dalla ricostruzione. Metterli in difficoltà a questo punto è un dovere. E’ l’unica modo in cui rischiano di dire qualcosa di vero. LE dimissioni da vice commissario di Massimo Cialente sono state chieste da tempo dai comitati come 3e32 e ottenute anche così.

E che succederà ora che il Sindaco dell’Aquila non ha più poteri commissariali sulla ricostruzione come invece Chiodi e Cicchetti? Probabilmente assolutamente niente. La questione – come ha detto bene Cialente – è politica

COMUNICATO STAMPA : Al consiglio regionale la Ricostruzione è blindata
L’Aquila, 21 settembre 2010

Ancora una volta un’assise pubblica chiusa alla cittadinanza: al Consiglio Regionale straordinario convocato oggi alle 15 per discutere della ricostruzione post-terremoto dell’Abruzzo, sono state sbarrate le porte. E i cittadini ancora una volta si sono trovati un cordone di polizia, a dividerli dai loro rappresentanti eletti.

Quando finalmente siamo riusciti a entrare, la seduta di consiglio è stata prima sospesa e poi interrotta. Non era certo questo che volevamo: eravamo arrivati per entrare e ascoltare. Siamo stati costretti a forzare i blocchi della Polizia. Un simile ordine del giorno era tale da prevedere una grande partecipazione: come si può pensare di farlo a porte chiuse, o limitando a pochissime persone la libertà di partecipazione? Condanniamo pertanto il comportamento di quei consiglieri – e del Presidente Chiodi – che hanno abbandonato l’assise.

Ribadiamo tutta la nostra avversione alla logica del commissariamento: la ricostruzione non può essere gestita con le ordinanze e affidata a personaggi di dubbia competenza, che non godono di nessuna investitura democratica e che hanno già dimostrato in passato di non saper vigilare sulla correttezza della gestione dei fondi pubblici.

Il futuro del nostro territorio deve essere affidato alla certezza della legge e dell’arrivo dei fondi. Continueremo a sostenere l’importanza della partecipazione dei cittadini nel lungo processo di ricostruzione.

Chiediamo una chiara presa di posizione da parte di tutti i consiglieri regionali riguardo al Commissariamento e alla figura di Antonio Cicchetti. Chiediamo se intendono riappropriarsi della loro dignità di eletti perché solo a loro, per legge, spettano i compiti di vigilanza e indirizzo, poteri che non possono essere attribuiti dall’alto.

Rifiutiamo con sdegno l’accusa di  essere “un gruppo di violenti facinorosi”, formulata dal consigliere Pdl Riccardo Chiavaroli. “Una legittima espressione del pensiero e del dissenso”, come afferma Chiavaroli, era esattamente quello che intendevamo fare, quando abbiamo trovato la Polizia a sbarrarci la porta di un’assise pubblica. La stessa Polizia che troviamo ogni volta. Riteniamo che la vera violenza sia quella di sottrarre ai cittadini il loro futuro, di esautorare le istituzioni democratiche per attribuire i loro poteri a chi no ha nessun titolo per riceverli e  cercare di criminalizzare ogni forma di dissenso.

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Domani alle 15.00 saremo di nuovo qui.
I Cittadini in assemblea dentro la sala del consiglio regionale