Italia marzo 2010

Non è più la repubblica delle Banane, no: siamo molto oltre.
Siamo nel giorno in cui al posto di Annozero va in onda “La carica dei 101”

Cartoonia. Vista da chi non sia purtroppo costretto a viverci - vista da fuori - l’Italia deve sembrare Cartoonia, il regno dei cartoni animati popolato da pupe e gangster, supereroi e sbruffoni, giocattoli che credono di saper volare e conigli parlanti, caricature devote tipo il senatore Di Girolamo che se le liste le presenta la ‘ndrangheta è sempre puntualissima, i brutti non sono cattivi è solo che li disegnano così. Non è più la repubblica delle Banane, no: siamo molto oltre. Siamo nel giorno in cui al posto di Annozero va in onda “La carica dei 101”, non è uno scherzo, è piuttosto uno sfregio o forse un sofisticato quiz: di chi sarà la parodia Crudelia De Mon? A chi ci si riferisce mandando in onda la storia del marito bonaccione che non crede alle malefatte della capa della moglie? E i cuccioli di cane, le vittime designate, nel mondo reale chi sono?

Dunque, con ordine. I 101 dalmata vanno in onda al posto di Santoro perché l’intransigente direttore Rai Masi, già piuttosto oberato dalle richieste di Susanna Smit sua compagna e del di lei fratello Anthony oltreché impegnato in fittissime conversazioni telefoniche con la cricca degli Anemone-Balducci che gli riparano i guasti in casa, Masi insomma è implacabile nel dare interpretazione restrittiva alla par condicio: è iniziata la campagna elettorale, niente politica. Se ne deduce che persino Masi è al corrente del fatto che la campagna elettorale sia effettivamente iniziata il giorno 28, un mese prima del voto. La corsa è partita. Purtroppo, per ragioni che nessuno ormai più attribuisce ai panini di Milioni ma più realisticamente a faide fra alleati sui nomi in lista, il Pdl non è arrivato in tempo o ha fatto pasticci nel depositare le carte in Lazio e Lombardia, le due più importanti regioni d’Italia. Formigoni e Polverini sono azzoppati da irregolarità da loro stessi commesse. Niente paura: ecco che arriva superB. (solo dopo l’esclusione di Formigoni, però. Di Polverini gli importava già di meno): facciamo un decreto per ridurre i tempi della campagna elettorale, dice. Prego? Quale campagna?

La prossima? No, questa: quella cominciata l’altro giorno. Lo facciamo solo per il Lazio e la Lombardia però. Una decreto ad paninum. Così quelli che hanno perso il treno restano lì fermi e - mentre gli altri sono già partiti - il capotreno torna indietro a prenderli. Se ci pensate è sensazionale solo averlo concepito. Un gesto da Batman, non da Sultano. Da Uomo elastico: allunga il braccio e li riporta in pista. Nemmeno i bambini ci provano, a ricreazione: se il gioco è cominciato le regole non si cambiano più, pazienza. Se si cambiano vale per il prossimo gioco. Se uno piange la maestra lo prende da parte e gli spiega, se picchia il compagno lo mette in punizione. Bussare al Quirinale con una proposta così è da persona in età prescolare con difficoltà di carattere, in alternativa da persona adulta che si crede un supereroe dei fumetti. Quando chi guida un paese prova a farlo così in ogni altra parte del mondo si dice: metodi da colpo di stato.

Ma qui siamo a Cartoonia, tranquilli.
Al massimo avremo un gulp di Stato, poi di nuovo fumetti in tv.