SICILIA, Svendesi ISOLA DELLE CORRENTI:
il manifesto 4 aprile 2013

Una licenza per istallare uno stabilimento balnerare nella spiaggia più  bella della Sicilia
La Greco Costruzioni & servizi srl che si è aggiudicata il grande affare,
Il baraccone e ciò che vi verrà realizzato intorno (davanti, un'enorme pedana coi tavolini, dietro cabine e wc chimici) ostruiranno il passaggio
tra il litorale ionico e quello del Canale, e l'accesso diretto all'isolotto, costringendo i bagnanti a "sterzare" sulle dune, proprio quelle da tutelare.

Per assicurarsi un posto in prima fila su un panorama unico in una spiaggia-paradiso, all'Isola delle Correnti, la famiglia Greco di Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano, ha già pagato: 1.848 euro alla Regione Sicilia per il 2013. Il canone complessivo fissato nell'atto di concessione è di 4.812 euro, e vale per sei anni. I conti sembrerebbero non tornare, visto che sempre nella concessione c'è scritto che la ditta dovrà pagare altri 1848 euro «in rate annuali anticipate» per gli anni dal 2014 al 2018: è la cifra annuale o va divisa per 5?

Comunque sia, è davvero abbordabile il prezzo d'«affitto» di quell'area demaniale, su cui 4 giovani con l'orgoglio dei «salvatori della patria» stanno per avviare un'iniziativa imprenditoriale privata, su un'area pubblica inserita nel Piano regionale delle riserve naturali. Un piano «imbalsamato» da pastoie politico-burocratiche, mentre i quattro volenterosi hanno voglia di «lavorare» e lo fanno con tanto zelo da non essersi fermati neppure di notte: il chiosco è comparso all'improvviso, all'alba del 5 aprile. Due giorni prima il capogruppo 5 Stelle alla Regione Sicilia Giancarlo Cancelleri era intervenuto in aula per chiedere lumi su quanto denunciato dall'associazione Isola delle Correnti, in una petizione online finora firmata da oltre ottomila persone, in Italia e all'estero.

L'associazione era nata un mese prima proprio per bloccare un progetto che già sulla carta sembrava folle, ma «autorizzato». La Greco Costruzioni & servizi srl che si è aggiudicata il grande affare, tiene a precisare che ha ogni tipo di permesso. E attenzione, il prezzo non è di favore ma corrisponde al tariffario regionale, da record nell'isola degli sprechi, che le sue coste le «regala»: due euro a metro quadro più o meno, a seconda della tipologia della concessione. Per i suoi 940 chilometri lineari di costa balneabile, la Sicilia incassa circa 11 milioni all'anno. Quanto l'Emilia Romagna per i suoi 99. Dunque nessun favore, solo carte in regola. La Greco srl di Simone Greco e i suoi tre fratelli continua a ribadirlo, «ed è questo che per noi è uno scandalo», ha sempre ribattuto l'associazione, che proprio quelle autorizzazioni mette in discussione, in un esposto con documentazione fotografica anche aerea, che mostra come in questi primi giorni di lavori per la realizzazione del lido siano stati palesemente violati i vincoli in vigore in quella zona. Che non è solo un'istituenda riserva ma gode di un "incrocio" di tutele, proprio come si addice a quella striscia di sabbia, dove si incontrano non solo due mari ma anche venti, culture, faune e dove sopravvivono le ultime dune "africane": un sistema naturalistico peculiare e complesso che è valso al sito l'inclusione nei Sic (Siti di interesse comunitario) e Zps e nel progetto «Rete Natura 2000» «promosso dall'Unione europea proprio per garantire il mantenimento a lungo termine di habitat naturali minacciati o rari», è scritto nell'esposto.

Il sito tra l'altro «è classificato come zona di "straordinario interesse" nel Piano paesaggistico della Provincia di Siracusa, approvato nel 2012, che gli assegna il livello di tutela più alto», avverte ancora l'associazione. Che mostra intanto come durante una mareggiata (fenomeno non infrequente nell'Isola delle Correnti) il chiosco in costruzione venga superato dal mare, e i paletti che lo delimitano siano abbondantemente in acqua: dove sarebbero gli almeno 5 metri dalla battigia che ogni lido deve comunque lasciare liberi per la fruizione di tutti? Quando c'è il mare mosso non valgono? La struttura che i Greco stanno realizzando «a pelo d'acqua», tra l'altro, è tutt'altro che leggera: 77,50 metri quadrati per 3,90 metri d'altezza che stranamente la Soprintendenza di Siracusa ha accettato che venga disposta col lato più lungo sul fronte mare; «con quali criteri, visto che si dovrebbe agevolare la visuale?», è scritto ancora nell'esposto.

Il baraccone e ciò che vi verrà realizzato intorno (davanti, un'enorme pedana coi tavolini, dietro cabine e wc chimici) ostruiranno il passaggio tra il litorale ionico e quello del Canale, e l'accesso diretto all'isolotto, costringendo i bagnanti a "sterzare" sulle dune, proprio quelle da tutelare. Su quel progetto neppure Legambiente ci vede chiaro, nonostante le «carte in regola». E in un altro esposto-denuncia sulla vicenda appena indirizzato anche alla Procura della Repubblica di Siracusa chiede la revoca delle autorizzazioni, sollecitando al dirigente generale del dipartimento Ambiente della Regione un'«ispezione sulla gravissima situazione esistente nell'intera zona dell'istituenda riserva naturale Isola delle Correnti».

«Siamo dinnanzi a fatti molto gravi che comportano l'alterazione di uno degli ambienti naturali più delicati e vulnerabili della Sicilia - denuncia Angelo Dimarca, responsabile Conservazione Natura di Legambiente Sicilia - Si tratta poi di un posto unico a livello nazionale per suggestione e bellezza del paesaggio». Legambiente sottolinea la violazione della normativa sulle aree naturali protette e assicura supporto alle iniziative delle migliaia di cittadini che da giorni si sono mobilitati contro la costruzione del lido. Ed invita i cittadini a segnalare casi analoghi a quello dell'Isola delle Correnti, per fermare un «assalto inaccettabile ai luoghi più belli della Sicilia, con grandi guadagni per pochi privati e guasti ambientali in danno di beni appartenenti a tutta la collettività».

E il Comune di Portopalo che fa? Favorisce l'imprenditoria giovane e volenterosa dei quattro fratelli Greco che oltre a ripetere di avere tutto in regola lamentano di aver penato tanto per quel via libera. La richiesta di Simone Greco all'assessorato regionale all'Ambiente è del 20 gennaio 2011, il sì della Capitaneria del 7 aprile, quello della Dogana di Siracusa del 7 luglio e rispettando la cadenza trimestrale il Comune dà l'ok il 21 ottobre. Solo la Soprintendenza si fa attendere, fino al 3 aprile 2012. In quei mesi del 2011 Greco tra l'altro era in predicato di entrare nella giunta comunale di Portopalo come assessore ai Lavori Pubblici e Ambiente, poi però dovette rinunciare per la nuova legge sull'incompatibilità: la madre era - ed è - presidente del consiglio comunale. Il padre Paolino invece, ingegnere e titolare della ditta di costruzioni che sta realizzando il lido, assessore lo è stato più volte in passato (ai Lavori pubblici), come anche suo padre, Gaetano, considerato tra i "fondatori" di quel comune nato nel '75 da una "costola" di Pachino, il paese dei pomodorini da cui quel borgo marinaro volle distaccarsi: al capostipite dei Greco hanno anche dedicato una strada.

Il Comune, dunque, il 3 agosto 2012 dà il suo via libera definitivo, vista l'autorizzazione di tutti gli altri enti interessati. E dopo aver ritenuto valida la «valutazione d'incidenza ambientale» fondamentale per interventi in aree tutelate. Peccato che la Regione abbia dal 2007 delegato ai comuni la cosiddetta "Vinca", che nel caso del progetto dell'Isola della correnti è stata redatta da un geologo specializzato in geotecnica e topografia, «a prima vista non il più adatto a valutare l'impatto di quella struttura dal punto di vista strettamente naturalistico, come prescritto». In compenso lo stesso comune non ha ancora il Piano di utilizzo del demanio marittimo che servirebbe a pianificare l'uso della sua porzione di costa e che per legge avrebbe già dovuto approvare: la Regione dovrebbe
sanzionarlo, l'ente nel frattempo si affretta ad avallare l'uso privato di "paradisi", in deroga.


Turisti «green» contro i proprietari I portopalesi favorevoli al nuovo lido

Sabato scorso si è svolta la protesta OccupyIsland contro il "lidomostro" che sorgerà nel tratto di spiaggia antistante l'Isola delle Correnti. Circa 300 manifestanti si sono dati appuntamento per il flashmob nei pressi del casotto in legno, a pochi metri dal mare, attorno al quale centinaia di mani sconosciute si sono strette in una catena umana. Presenti due deputate regionali del Movimento 5 Stelle, Gianina Ciancio e Angela Foti: quest'ultima, membro della Commissione Ambiente, afferma: «Dobbiamo capire se tutto è regolare, tenendo conto che questa è una Zona protezione speciale (Zps) e Sito di interesse comunicatorio (Sic). Abbiamo un'idea di turismo e di sviluppo ecosostenibile e a impatto minimo, che non è quella di vendere coni sulla spiaggia o di costruire nuove infrastrutture».

Tra i manifestanti Salvo Grillo, catanese, è ottimista: «Se hanno revocato il Muos agli Americani, perché non dovrebbero revocare l'autorizzazione a quattro ragazzi per un lido?». E lancia una proposta: «Dobbiamo pensare a un tipo di turismo che valorizzi la tradizione agricola, un modello atipico di agriturismo marino». Molti catanesi, ma non solo. Jessica, giovane viaggiatrice francese: «Frequento questa spiaggia da 5 anni - spiega - grazie a una mia amica argentina che me l'ha fatta conoscere. È un posto magico. Ho visto tanti luoghi distrutti dal turismo di massa. Mi fanno paura le infrastrutture, anche se in legno: come sarà tra dieci anni?».

Sulla mancata presenza degli abitanti del luogo, i Portopalesi, i manifestanti commentano: «Non sanno quanto sono fortunati a vivere in un posto così. Il problema è l'assenza di educazione e sensibilità in materia ambientale, in linea con un'idea radicata in queste zone di sfruttamento intensivo del territorio, visibile anche in campo agricolo». Dopotutto, Portopalo di Capo Passero, il comune più a Sud d'Europa, è un piccolo centro la cui economia è fondata sulla pesca e l'agricoltura. Un paese, in cui gli anziani si incontrano al bar per giocare a carte o per guardare la televisione (rigorosamente sintonizzata su Rete4, magari durante un comizio di Berlusconi).

Sulla protesta, Pietro, giovane barista, dice: «Il lido è un'occasione economica per Portopalo». E sui rischi ambientali risponde: «Queste cose non mi preoccupano, se tra trenta anni non ci saranno più le dune io conto per allora di non abitare più a Portopalo. In questo paese non c'è sviluppo, non c'è futuro. Non resta che fare le valigie». E un altro ragazzo: «Non capisco perché protestano 300 persone di Catania qui a Portopalo. Volevano fare una gita?».

In una delle strade principali del paese, c'è lo studio tecnico Greco, della famiglia dei quattro ragazzi che hanno ottenuto la concessione per lo stabilimento balneare. Il maggiore è Simone, 32 anni, laureato in ingegneria al Politecnico di Torino: «Sono tornato a Portopalo perché amo la mia terra e sono onorato di investire qui. Sono contento che ci sia stata la manifestazione, così finalmente tutti hanno visto la realtà delle cose e hanno potuto appurare quante calunnie sono state dette. Si è parlato di cementificazione, e non c'è cemento. Non abbiamo toccato le dune e la struttura in legno è stata poggiata in una parte della spiaggia già naturalmente spianata». «L'ecosistema non è compromesso - aggiunge mostrando le foto sull'Iphone - Abbiamo lavorato alla luce del sole e non di notte come qualche malpensante afferma».

Sulla possibilità che il mare possa trascinare via la struttura, Greco risponde: «Un rischio che, calcoli alla mano, non corriamo perché la struttura è temporanea e verrà rimossa al termine della stagione. Poi, certo, lo tsunami del 2004 non lo aveva previsto nessuno». Sulla sua famiglia, i Greco, una delle più in vista della zona, Simone dice: «La concessione non la rilascia il Comune. Non ho avuto alcun trattamento di favore visto che ho avanzato la richiesta il 20 gennaio 2011 e solo il 14 febbrario 2013 ho avuto l'ok definitivo. Ci sono voluti due anni, nel frattempo è cambiato anche il governo regionale e io non conosco onorevoli - continua - Parliamo di quanto è complicato essere imprenditori? Io lavoro tutto il giorno, sono un ingegnere e non un avventuriero, conosco il mio mestiere e rispondo non solo alle leggi scritte ma anche a quelle morali non scritte perché io alla mia terra ci tengo, per questo ho deciso di tornarci. Quando leggo di persone con nomi stranieri che protestano contro il lido dicendo che ci sono cresciuti mi viene da ridere».

La neo assessora regionale al Turismo Michela Stancheris, sebbene non sia stata presente alla manifestazione, dichiara a il manifesto: «Sto studiando le carte per capire la situazione. Se ci saranno i margini per intervenire possiamo rimettere in discussione ogni concessione». Sull'ipotesi che la zona possa diventare Riserva: «Non escludo nulla al momento. La salvaguardia dell'ambiente è una priorità».



Petizioni e Facebook, il ruolo chiave della rete

A dare il via alla mobilitazione in difesa della spiaggia di Isola delle Correnti è una petizione promossa dall'Associazione Isola delle Correnti sul sito di «Activism». A sottoscriverla, in pochi giorni, circa 7 mila persone indignate dalla costruzione di uno stabilimento balneare di circa 1000 metri quadri su una delle spiagge più belle e incontaminate d'Italia, la più a sud d'Europa. Tra i firmatari anche il musicista siciliano Roy Paci che la rilancia sulla sua pagina Facebook invitando i suoi oltre 50 mila sostenitori a firmarla. Da lì alla mobilitazione fisica il passo è breve. Su Facebook nasce un evento che invita a realizzare una catena umana attorno all'area in cui sorgerà il lido. Una settimana di tam tam sulla rete e sabato 13 aprile centinaia di persone si riversano sulla spiaggia di Portopaolo per dare vita a un flashmob pacifico e allegro. A promuoverlo sono due catanesi, Massimo Malerba e Anna Consoli. Gli stessi che dopo la manifestazione di Isola delle Correnti hanno aperto, sempre su Facebook, un gruppo di monitoraggio permanente sulla situazione di Isola delle Correnti.