Chi e' Giancarlo Cartocci

Giancarlo Cartocci, 24 anni ex studente di ragiioneria. Nel 66 passa dal MSI a Ordine Novo e diventa intimo amco di Mario Merlino (il suo nome e' nell'agendina persa dall' "anarchico" del 22 Marzo. Dopo il viaggio in Grecia aderisce al Movimento Studentesco di Giurisprudenza creato da Serafino Di Luia e dai fascisti della Facolta' di Legge. Con lo "smascheramento degli studenti nazi-maoisti, nel novembre 1969, Cartocci partecipa alla ricostitzione di Avangardia Nazionale assieme a Stefano Delle Chiaie Bruno di Luia, Adriano Tilgher, Sandro Pisano, Tonino Fiore Saverio Ghiacci, Marco Marchetti Giuseppe Morbiato, Giudo Paglia, Roberto Palotto, Stelvio Valori Francesco Mancini, Claudio Rossomariti, Cesare Perri, Vito Pace, Nerio Leonori, Domenico Pilolli, Antonio Jezzi ed altri.

Contemporaneamente Cartocci frequenta la sede romana di Ordine Nuovo in Via degli Scipioni e diventa l'uomo di fiducia di Mario tedeschi direttore del "Borghese" e fondatore dei GAN i Gruppi di Azione Nazionale.

Cartocci provvede alla distribuzione tra i fascisti romani dei fondi del Soccorso Tricolore.

Come altri del suo gruppo risulta essere in contatto con uomini del Ministero degli interni.

La notte degli attentati del 12 dicembre Giancarlo Cartocci viene fermato a Roma dai Carabinieri e messo in una stanza dove vi sono altre persone fermate con lui. Ecco a testimonianza di una di esse: "Sono stato prelevato in casa dai Carrabinieri, all'alba e condotto al Nucleo nvestigativo di San Lorenzo in Lucina. Nella stanza trovai altre tre persone che attendevano di essere interrogate. Due erano compagni D. e A., e uno un fascista, un tale Cartocci che conoscevo come uno dei nazi-maoisti della Facolta' di Legge. Aveva cercato di infitrarsi nel Movimento Studentesco ma era stato allontanato perche', oltre tutto, era nel gruppo fascista che nel febbraio '69 diede l'assalto con bombe carta e molotov alla Facolta' di Magistero occupata, provocando indirettamente la morte di Domenico Congedo. Appena entrai mi chiese notizie di Mario Merlino e io gli risposi che non ne sapevo nulla. Mi misi a parlare con gli altri compagni e lui si sdraio' sulla panca. Dopo un po' entrarono quattro capelloni tedeschi con gli zaini, accompagnati da alcuni Carabinieri. Un capellone ci si avvicina e ci squadra poi va accanto al Cartocci che stava sdraiato con gli occhi chiusi, e comincia a guardarlo. Quindi fa un cenno a un Carabiniere, come di assenso. Il Carabiniere si avvicina al Cartocci lo scuote e lo fa alzare in piedi. Il tedesco lo guarda ancora, gli gira intorno, poi ripete il cenno di assenso. Poi escono tutti, capelloni e Carabinieri". Quei "capelloni" tedeschi probabilmente sono gli stessi che come scrissero alcuni quotidiani all'indomani degli attentati, avevano visto fuggire un giovane dal luogo della seconda esposione dell'Altare della Patria. Giancarlo Cartocci fu rilasciato qasi subito.

Nel marzo di quuest'anno n giornalista di un quotidiano di sinistra romano riceve da una persona la notizia che due giorni prima si era tenuta in citta' una riunione riservatissima tra i rappresentanti di diverse organizzazioni neofasciste. I delegati giunti da Torino, Pavia Messina, Bari Napoli ed altre citta' italiane, avevano discusso il piano per una serie di attentati da compiersi in diverse zone nei mesi di aprile e maggio, prima delle elezioni amministrattive e regionali. Il giornalista non da molto peso alla notizia sospettando una provocazione e si limita a segnare su un taccuino i nomi delle uniche due persone che il suo confidente era stato capace di segnalargli. Dopo una settimana cominciano gli attentati: a Torino Pavia Nervi in valtellina e a Roma in un laboratorio militare. I due nomi segnati sul taccuino del giornalista sono quelli di Giancarlo Cartocci Via dei Campani 14 Roma e di Pino Tosca Via Cumiana, Torino.

Nel mese di maggio del '70 Cartocci si e' incontrato piu' volte con Serafino Di Luia a Roma.

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