2001 G8 Genova: tutti condannati in appello "A Bolzaneto violenze, soprusi, torture"
Puniti in 44: i reati quasi tutti prescritti, ma gli imputati dovranno risarcire le vittime.
Lo Stato dovrà tirar fuori circa dieci milioni di euro
La sentenza d'Appello per i reati commessi da poliziotti e medici nella caserma della celere
In primo grado le condanne furono solo 15. Salvati dalla prescrizione, ma dovranno pagare
Violenze a Bolzaneto, 44 condanne Reati prescritti, le vittime saranno risarcite.

GENOVA - A Bolzaneto i prigionieri del G8 subirono violenze, soprusi e torture. Così ha deciso la Corte d'appello di Genova presieduta da Maria Rosaria D'Angelo condannando tutti i 44 imputati (il 45esimo, nel frattempo, è deceduto). Nella maggior parte dei casi i reati sono prescritti, ma gli imputati dovranno risarcire le vittime. In primo grado le condanne erano state solo 15. Questa volta, le condanne penali sono state sette: per quattro non erano ancora decorsi i termini di prescrizione, tre vi avevano rinunciato.

I giudici  si sono riuniti in camera di consiglio alle 9:40 di questa mattina. Per i 44 imputati autori delle violenze nella caserma di Bolzaneto avvenute nel luglio del 2001 a Genova durante il G8, la pubblica accusa aveva chiesto 36 prescrizioni e 8 condanne.

Gli imputati sono agenti della polizia penitenziaria, della polizia di stato, carabinieri e personale medico dell'amministrazione penitenziaria. Nel novembre scorso i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati avevano chiesto il non luogo a procedere per 36 di questi, ma solo per intervenuta prescrizione dei reati. Per quattro imputati avevano chiesto la conferma delle condanne di primo grado: per Massimo Pigozzi, assistente capo della polizia di stato, accusato di lesioni personali per l'episodio dello "strappo" alla mano subito dal manifestante Giuseppe Azzolina, poi suturata senza anestesia. Pigozzi, in primo grado, era stato condannato a tre anni e due mesi.

Chiesta la conferma delle condanne anche per Matilde Arecco, Paolo Ubaldi e Mario Turco che hanno rinunciato alla prescrizione: per loro le condanne in primo grado furono di un anno a testa. Invece i pm avevano chiesto un anno e sei mesi per la dottoressa Sonia Sciandra accusata di falso ideologico nella cartella clinica e nove mesi ciascuno per gli addetti alla matricola Marcello Mulas, Michele Sabia Colucci e Giovanni Amoroso. Questi reati non sono infatti prescritti. In primo grado furono 15 gli imputati condannati a complessivi 23 anni e 9 mesi di reclusione mentre furono 30 le assoluzioni. I pm avevano chiesto condanne nei confronti di 44 imputati per oltre 76 anni di carcere con pene variabili da sei mesi a cinque anni e 8 mesi e una sola assoluzione.

Un presidio pacifico con lo striscione "Comitato Verità e Giustizia" stamattina si è riunito davanti al Palazzo di Giustizia di Genova, tra gli altri, erano presenti anche Giuliano ed Heidi Giuliani, i genitori di Carlo, ucciso in piazza Alimonda nel luglio 2001, il consigliere comunale di Rifondazione Comunista Antonio Bruno, Andrea Agostini di Lega Ambiente ed Enrica Bartesaghi presidente del Comitato Verità e Giustizia per Genova (madre di una delle persone che furono picchiate). "Oltre a non dimenticare a ciò che successe - ha detto Bruno - questo è un modo per stare vicino a chi fu vittima di torture in quei giorni".

 Nella caserma di Bolzaneto, durante il G8 dell'estate 2001, i no-global furono picchiati, umiliati, sottoposti a "trattamenti inumani e degradanti". Ci fu tortura, e gli imputati sono colpevoli. Generali della polizia penitenziaria, guardie carcerarie, ufficiali dell'Arma e militari, agenti e funzionari di polizia, persino quattro medici: questa sera la Corte d'appello del tribunale di Genova li ha condannati tutti e 44. A nove anni dai fatti la maggior parte dei reati è prescritta, ma i responsabili pagheranno comunque risarcendo le vittime delle violenze. E con loro metteranno mano al portafogli anche i ministeri di appartenenza (Giustizia, Interno, Difesa), che dovrebbero sborsare una cifra superiore ai dieci milioni di euro.

Sono state inflitte sette condanne a complessivi dieci anni di reclusione nei confronti di quattro guardie carcerarie responsabili di falso  -  reato non prescritto  - , e di tre poliziotti che avevano rinunciato alla prescrizione. I sette imputati condannati sono: l'assistente capo della Polizia di stato Massimo Luigi Pigozzi (3 anni e 2 mesi), gli agenti di polizia penitenziaria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia (1 anno) e il medico Sonia Sciandra (2 anni e 2 mesi). Pene confermate a 1 anno per gli ispettori della Polizia di Stato Matilde Arecco, Mario Turco e Paolo Ubaldi.

"Sono stati accolti tutti i motivi del nostro appello e della procura generale", hanno commentato soddisfatti i pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati. "Questa sentenza è due volte importante, perché fatti come quelli accaduti a Bolzaneto non dovranno ripetersi. Mai più". Alla fine della lettura della sentenza un imputato presente in aula ha inveito contro i giudici - "Avete voluto condannare tutti e basta, senza fare distinzioni" - ed è stato allontanato.

La sentenza di primo grado è stata completamente ribaltata. Allora, nel luglio del 2008, erano state pronunciate 15 condanne e ben 30 assoluzioni. Il reato di "tortura", non previsto dal nostro codice penale, era stato indirettamente riconosciuto con la condanna a 5 anni di reclusione di Biagio Antonio Gugliotta, sottufficiale della polizia penitenziaria. Dei "simbolici" 76 anni di prigione chiesti dalla procura ne era stato riconosciuto meno di un terzo.

I giudici  si sono riuniti in camera di consiglio alle 9:40 di questa mattina. Per i 44 imputati autori delle violenze nella caserma di Bolzaneto avvenute nel luglio del 2001 a Genova durante il G8, la pubblica accusa aveva chiesto 36 prescrizioni e 8 condanne.
 

Immediata la presa di posizione del comitato "Verità e giustizia"
che da anni segue le vicende del G8 di Genova.
Il comitato ha chiesto la sospensione per tutti gli imputati: "Il messaggio dei giudici d'appello, con le 44 condanne
per i maltrattamenti e le torture su decine di cittadini detenuti nella caserma-carcere di Bolzaneto nel luglio 2001,
è chiarissimo e dev'essere colto immediatamente dalle istituzioni. Tutti i condannati nelle forze dell'ordine devono essere immediatamente sospesi dagli incarichi, in modo che non abbiano contatti diretti con i cittadini; gli Ordini professionali devono agire sui propri iscritti con la sospensione: non è più possibile restare nel terreno dell'ambiguità... Se buona parte
delle pene è caduta in prescrizione è solo perché in Italia non ha una legge sulla tortura (reato che per la sua gravità
non prevede prescrizione), nonostante l'Italia si sia impegnata oltre vent'anni fa ad approvarne una.
Il Parlamento ora non ha più scuse: la sentenza di oggi dimostra che abbiamo assoluto bisogno di quella legge".