Frontex, l’Agenzia Europea per la Gestione della Cooperazione
Operativa alle Frontiere, lancia la sua guerra ai migranti nordafricani
nel Canale di Sicilia. Quattro aerei, due navi e due elicotteri militari
messi a disposizione da sei paesi membri opereranno sin dai prossimi giorni
per presidiare le coste di Lampedusa. “A seguito di una richiesta formale
da parte del ministro degli Interni italiano, ricevuta lo scorso 15 febbraio,
Frontex e l’Italia hanno avviato l’operazione congiunta Hermes 2011 che
interesserà l’area centrale del Mediterraneo”, recita il comunicato
emesso dal quartier generale Frontex di Varsavia. “Originariamente Hermes
2011 era stata programmata per il mese di giugno, ma è stato deciso
di anticiparla a febbraio.
La missione dovrebbe concludersi il 31 marzo ma potrebbe
essere estesa oltre il termine previsto”.
Il costo preventivato per le operazioni è di
due milioni di euro e sarà interamente coperto dalla Commissione
europea.
Un team di pronto intervento dell’agenzia europea è già stato inviato a Lampedusa per operare a fianco delle autorità militari italiane nel “monitoraggio sul campo di quanto accade” e nel “rafforzamento della sorveglianza dei confini esterni dell’Unione europea”. Sempre secondo Frontex, “l’agenzia è attenta alla situazione migratoria di Lampedusa e il monitoraggio viene effettuato in stretto collegamento con il Frontex Operational Office del Pireo, Grecia”.
Sarà comunque l’Italia a guidare Hermes 2011
e a fornire tutte le unità navali e gli equipaggi che pattuglieranno
il Canale di Sicilia per “individuare e prevenire l’attraversamento illegale
delle frontiere per le isole Pelagie, la Sicilia e la penisola italiana”.
Gli aerei e gli elicotteri per “accrescere la sorveglianza delle frontiere
e le capacità di ricerca e salvataggio” saranno messi
a disposizione da Francia, Germania, Italia, Malta,
Spagna e Olanda. È inoltre prevista una “seconda linea” di controllo
grazie al trasferimento a Lampedusa di una trentina di super esperti di
Frontex nell’“identificazione delle nazionalità di provenienza dei
migranti” e delle eventuali “reti dei trafficanti di persone”. Il passo
successivo dello staff Ue sarà quello di dare assistenza all’Italia
“nell’organizzazione delle attività di rimpatrio verso i Paesi di
origine”. Gli esperti Frontex di Lampedusa forniranno - su richiesta dalle
autorità italiane - le “analisi dei rischi specifici” relativi ai
possibili scenari “sull’accresciuta pressione migratoria nella regione
alla luce dei recenti sviluppi politici in nord Africa e sulla possibilità
che si apra un ulteriore fronte migratorio nell’area centrale mediterranee”
(vedi Libia n.d.a.). Il team d’intelligence sarà composto da 007
provenienti
da Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Malta,
Olanda, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia e Svizzera, paese
quest’ultimo “extracomunitario”.
A Lampedusa sarà pure installato un ufficio
mobile di Europol che fornirà il proprio supporto tecnico alla Hermes
2011 Joint Operation. Dall’ottobre 2009, l’agenzia anti-crimine dell’Unione
europea è divenuta una dei principali partner di Frontex nel campo
della sicurezza e dello screening-migrazioni. Al rafforzamento del dispositivo
militare concorrono inoltre un centinaio di militari dell’esercito (trasferiti
nell’isola grazie al “decreto d’emergenza immigrati” del presidente del
Consiglio dei ministri), due corvette della classe “Minerva” (Chimera e
Fenice) con 226 membri d’equipaggio e la nuova nave di “supporto logistico
ed elettronico interforze” Elettra. Le unità sono dotate di sofisticati
sistemi d’arma: cannoni da 76/62 mm. compatti, lanciamissili “Albatros”
a otto celle, lanciasiluri A/S MK 32, lanciarazzi multipli “Barricade”
e mitragliere Alenia OtoBreda-Oerlikon KBA 25/80. In posizione più
avanzata, di fronte alle coste libiche, opereranno il cacciatorpediniere
lanciamissili Mimbelli che terrà
i collegamenti elettronici con i Comandi della Marina
militare e i cacciabombardieri Eurofighter ed F-16 in “massima allerta
operativa” nelle basi di Trapani-Birgi e Gioia del Colle e le unità
anfibie San Giorgio e San Marco, con a bordo i marines
del Reggimento San Marco e gli incursori del gruppo
“Comsubin”.
Imponente anche lo schieramento della Guardia costiera.
Secondo quanto annunciato dal comandante Alessandro Nicastro, sono state
dirottate a Lampedusa due motovedette classe 800, specializzate nella ricerca
e soccorso costiero, e due della
classe 300 “realizzate per le emergenze connesse al
fenomeno migratorio e dedicate al soccorso in alto mare”.
Il dispositivo è integrato dagli aerei Piaggio
P-166 ed ATR 42-MP operativi dalla base aeromobili di Catania Fontanarossa.
A largo delle isole Pelagie sono inoltre presenti
le motovedette classe 2000 e classe 200, impegnate nel pattugliamento costiero
e d’altura, e i pattugliatori della classe 900, con
un’autonomia di diversi giorni. Complessivamente il personale della Guardia
costiera impegnato nell’emergenza-sbarchi è di un centinaio di uomini
di equipaggio, una cinquantina a terra e una decina
per il supporto aereo. Secondo il quotidiano la Repubblica
, il ministero della difesa avrebbe autorizzato lo spostamento
in Sicilia di elicotteri dell’Aeronautica e della
Marina “da utilizzare in supporto al lavoro delle navi della Guardia costiera
e della Guardia di finanza”.
Intanto il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha
comunicato che si recherà a Catania lunedì 28 febbraio per
incontrare
il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e
alcuni sindaci siciliani per illustrare il piano di utilizzo del Residence
degli Aranci di Mineo (proprietà della società di costruzioni
Pizzarotti Parma) come “sede temporanea” dei richiedenti asilo politico.
Secondo quanto anticipato dal sindaco del piccolo comune etneo, Giuseppe
Castania, di ritorno da un incontro al Viminale, nella struttura saranno
trasferiti “un massimo di 2.000 rifugiati, sopratutto famiglie con donne
e bambini”.
I richiedenti asilo “rimarranno all’interno del villaggio
per sei mesi; trascorso questo tempo sarà lo stesso governo
e le organizzazioni umanitarie ad adoperarsi per trovare
un lavoro in Italia ed in Europa”. La conversione dell’ex villaggio
dei militari USA di Sigonellaa centro semi-detentivo
per rifugiati sarà formalizzata con un contratto a tempo indeterminato
tra il ministero degli Interni e la Pizzarotti S.p
.A.
![]() |