Fiat. Mirafiori. Airaudo (Fiom):
“A Mirafiori un accordo vergognoso che cancella
il Contratto nazionale e impone
un modello sindacale aziendalista e neocorporativo”

E' convocato in seduta straordinaria per il 29 dicembre 2010, il Comitato centrale della Fiom-Cgil
presso la sala Di Vittorio della Cgil nazionale in corso d'Italia 25 a Roma, alle ore 9.30.

Ordine del giorno:

Accordo separato su Mirafiori, i suoi effetti gravissimi sul lavoro e sulle libertà sindacali, le risposte della Fiom.

Fiat. Airaudo (Fiom): “A Mirafiori un accordo vergognoso che cancella
il Contratto nazionale e impone un modello sindacale aziendalista e neocorporativo”

Roma, 24 dicembre 2010 Giorgio Airaudo, segretario nazionale della Fiom-Cgil,
ha rilasciato la seguente dichiarazione.

“Quello firmato a Mirafiori da Fiat, Fim, Uilm, Fismic, Ugl e l’Associazione quadri è un accordo vergognoso. La Fiat impone in fabbrica e nel sistema delle relazioni industriali italiane un modello aziendalista e neocorporativo, semplificando il pluralismo sindacale riducendolo ad un unico sindacato per un’unica compagnia: la Crysler-Fiat”

“Si costituisce un contratto unico nazionale per le aziende del settore auto della Fiat alternativo ai contratti nazionali di lavoro, che peggiora le condizioni di lavoro, a partire dall’introduzione del modello Pomigliano anche a Mirafiori.”

“In questo scenario, non c’è spazio per sindacati dissenzienti e quelli senzienti sono imbrigliati in un sistema di sanzioni.”

“Si tratta, inoltre, di uno strappo costituzionale gravissimo perché si limita la libera scelta di associazione sindacale. Inoltre, la cancellazione delle Rsu e della possibilità delle lavoratrici e dei lavoratori di scegliere i propri rappresentanti avviene nel silenzio totale degli altri sindacati confederali.”

“Il referendum, che dovrebbe avere luogo a gennaio, per la Fiom è illegittimo perché riguarda materie indisponibili.”

“La Fiom rimarrà al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici comunque voteranno per riconquistare il Contratto nazionale, la libertà di adesione al sindacato e tenere il sistema delle relazioni industriali all’interno dell’Europa sociale. Tutta la Fiom risponderà all’attacco in corso al contratto, alle leggi e alla libertà, in una battaglia che non riguarda solo il sindacato dei metalmeccanici, ma tutta la Confederazione.”
 

Fiom-Cgil/Ufficio stampa


la Fiom incalza la Cgil
"Svolta fascista, serve lo sciopero generale"
Cremaschi, presidente del Comitato centrale del sindacato metalmeccanico,
invita la Camusso alla mobilitazione e a non sperare nell'aiuto di Confindustria:
"Non lo fecero neppure nel 1925".

ROMA 27 dicembre 2010- Dopo l'accordo separato su Mirafiori e quella che in un'intervista a Repubblica la leader della Cgil Susanna Camusso chiama la "svolta autoritaria" della Fiat, l'unica risposta possibile è lo sciopero generale. E' questa la posizione di Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato centrale della Fiom. 

Il 29 dicembre, ricorda Cremaschi, si terrà un comitato "straordinario" in cui verranno prese delle decisioni. "E' vero che l'accordo di Mirafiori è storico - dice Cremaschi - ha un solo precedente: il 2 ottobre 1925 quando Mussolini, la Confindustria e i sindacati fascisti e nazionalisti sottoscrissero l'abolizione delle commissioni interne. Oggi Marchionne Cisl e Uil aboliscono in Fiat e Mirafiori le Rsu e le elezioni democratiche. E' un atto di un autoritarismo senza precedenti nella storia della Repubblica: nemmeno negli anni '50 si tolse ai lavoratori Fiat il diritto a votare per le loro rappresentanze. Per Cisl e Uil è una vergogna assoluta". 

Alla Cgil e a Susanna Camusso Cremaschi dice: "Deve finirla di illudersi che la Confindustria isoli la Fiat: non è successo nel 1925 e non succederà oggi, quindi l'unica risposta alla svolta autoritaria è lo sciopero generale". Lo scorso 22 dicembre, incontrando una delegazione del movimento studentesco romano, la segretaria della Cgil, rispondendo alla richiesta di uno sciopero generale da convocare anche a sostegno della protesta contro i tagli all'istruzione, aveva però precisato che "i tempi non sono maturi". 

Bersani leader del Pd è preoccupato: Per il segretario democratico la questione "deve essere oggetto di una discussione in Parlamento". E il tema della rappresentanza sindacale è assai delicato: "Va riformata, non disarticolata". "L'iniziativa della Fiat è molto forte - ha detto Bersani intervistato dal Tg3 -. Se porterà, come io spero, a sollecitare una riforma, che ci vuole, dei meccanismi di partecipazione e di rappresentanza del mondo del lavoro, sarà un fatto che avrà un esito buono; se invece porterà, come è anche possibile, ad una disarticolazione dei rapporti sociali, allora sarà un fatto molto negativo". E ha aggiunto: "Gli investimenti sono assolutamente prioritari, l'utilizzazione degli impianti piena è assolutamente prioritaria; però qui c'è una terza cosa, che riguarda un effetto di sistema, cioè il sistema delle relazioni sindacali e della partecipazione dei lavoratori e credo che non sia possibile che una palla di neve diventi una valanga per tutto il nostro sistema senza che nessuno ne parli: le grandi organizzazioni sociali e, perché no, governo e parlamento, perché qui si parla di sistema".



Mirafiori, la Fiom incalza la Cgil "Risposta è lo sciopero generale"
Bersani fa il "pompiere": "Non creare tensioni sociali"
 Cremaschi invita la Camusso - che parla di "svolta autoritaria" - alla mobilitazione -
e a non sperare in Confindustria:
"Non lo fecero neppure nel 1925". 

ACCORDO FIAT/Fim Uilm Fismic Ugl:
  Camusso all'attacco di Marchionne "Antidemocratico e autoritario"

La leader Cgil: Cisl e Uil sono ormai sindacati aziendalisti:
"Un ritorno agli anni Cinquanta con l'intesa su Mirafiori e l'esclusione della Fiom dalla fabbrica".
 Roma 27 dicembre 2010 ROBERTO MANIA

- "Sergio Marchionne? Un antidemocratico, illiberale e autoritario", risponde Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, che per la prima volta parla dell'accordo separato alla Fiat-Chrysler raggiunto alla vigilia di Natale.

Un'intesa - dice - che la Cgil non avrebbe mai firmato perché "non si può concordare l'esclusione di un sindacato".
Camusso attacca Cisl e Uil: "Si sono trasformate in sindacati aziendalisti che propagano la posizione della Fiat".
Poi la Confindustria: "O fa sentire la sua autorevolezza nel sistema delle imprese oppure prevarranno le regole della giungla. Non può limitarsi a guardare perché è in atto un'offensiva pure nei suoi confronti". Ma ci sono anche errori della Fiom, sostiene il leader della Cgil: "Dovremo discuterne al nostro interno". Nessuno sciopero in vista (a parte quello della Fiom) ma una grande campagna sul tema della libertà sindacale. E il Pd? "Bene Bersani - risponde Camusso - ma troppo spesso a sinistra si sviluppa uno stucchevole dibattito sull'innovazione senza accorgersi che può rappresentare anche un profondo arretramento".

Cosa significa l'esclusione della Fiom da Mirafiori, fabbrica simbolo nella storia industriale italiana?
"Significa il ritorno agli anni Cinquanta. Allora c'erano i reparti confino, oggi c'è l'esclusione della rappresentanza sindacale. L'idea, tuttavia, è esattamente la stessa. E cioè quella di costruire un sindacato non aziendale bensì aziendalista il cui unico scopo è quello di propagare le posizioni dell'impresa".

Non le pare un po' offensivo nei confronti della Cisl e della Uil?
"Guardi, nel suo libro "Il tempo della semina", Bonanni racconta con orgoglio come, proprio negli anni Cinquanta, la Cisl rifiutò la richiesta della Fiat di inserire nelle liste cisline per l'elezione delle Commissioni interne alcuni nomi graditi all'azienda. È Bonanni che illustra bene come il sindacato aziendale sia la negazione di quello confederale. Ora dovrebbe spiegarci lui come considera un accordo che contiene al suo interno le regole per escludere un altro sindacato confederale".

Si sta prefigurando un sistema di relazioni industriali senza la Cgil?
"Secondo me la Fiat ha deliberatamente costruito una successione di eventi per negare la libertà sindacale".

Marchionne ha sempre detto che tesi di questo genere non stanno né in cielo né in terra.
"E allora, perché non applica l'accordo interconfederale del '93 sulla libertà sindacale? Vorrei poi ricordare a Confindustria che non può restare immobile se vuole evitare che salti, come ha riconosciuto, il sistema della rappresentanza sindacale. Se non si vuole rischiare che il conflitto sociale diventi ingovernabile bisogna al più presto trovare un accordo sulla rappresentanza e la democrazia sindacali che completi il protocollo del '93".

Spetta alla Confindustria aprire il negoziato?
"È irrilevante chi lo fa. Io credo che Cisl e Uil abbiano sottovalutato l'effetto dell'intesa per Mirafiori. Perché quando si permette a una grande impresa di escludere un sindacato, si sa con chi si comincia ma non si sa con chi si finisce".

Considera Marchionne un innovatore o, come si diceva un tempo, un reazionario?
"Penso che il tratto distintivo di quell'accordo sia il suo essere anti-democratico. Direi che Marchionne è un anti-democratico e illiberale. Il tema vero è questo. Aggiungo che non può esserci un modello partecipativo che si fondi sull'impedimento della libertà sindacale".

Ma la Fiom non poteva firmare "turandosi il naso", rimanendo però all'interno della fabbrica?
"È difficile applicare il principio del voto con il naso turato nelle trattative sindacali. La Fiom, possibilmente con la Cgil, dovrà aprire una discussione su questa sconfitta. Perché, l'ho già detto, un sindacato non può limitarsi all'opposizione altrimenti rinuncia alla tutela concreta dei lavoratori".

Sta criticando la Fiom. Le colpe, allora, sono anche a casa sua?
"Quando c'è una sconfitta non possono non essere stati commessi degli errori. Nessuna grande sconfitta è solo figlia della controparte. Ce l'ha insegnato Di Vittorio: se anche ci fosse una responsabilità in percentuale minima, su quella ci si deve interrogare".

Perché condivide il no all'accordo per Mirafiori?
"Perché quella proposta è poco rispettosa della fatica del lavoro. Non si può applicare ai lavoratori la cosiddetta "clausola di responsabilità", secondo la quale non è possibile opporsi all'intesa e scioperare anche se le condizioni di lavoro diventano insopportabili. Una clausola di quel tipo possono sceglierla sindacati e imprese ma non possono subirla i lavoratori".

Dunque, questo è il motivo del no?
"Questo è il motivo . Comunque la Cgil non firmerebbe mai un accordo che escludesse un altro sindacato".

Ammetterà almeno che Cisl e Uil hanno reso possibile l'investimento della Fiat e così il futuro produttivo di Mirafiori?
"Capisco questo ragionamento e lo considero un tema importante. Tuttavia mi piacerebbe sapere qual è il progetto "Fabbrica Italia" e come la Fiat pensi di colmare il ritardo che ha accumulato rispetto ai suoi concorrenti sul versante dei modelli. Ma anche per questo continuo a non comprendere quale necessità ci fosse di ricorrere a un modello autoritario che ci riporta agli anni Cinquanta". 
 


Testo dell'accordo separato
firmato da:
Fiat Group Automobiles S.p.A
e
i rappresentanti delle segreterie nazionali e della provincia di Torino dei sindacati
Fim, Uilm, Fismic, Ugl Metalmecanici, Associazione capi e quadri Fiat