Un bilancio positivo

A conti fatti il neofascismo italiano ha svolto bene il suo ruolo negli anni '68-'69 e chi lo ha finanziato puo' ritenersi soddisfatto della scelta e della spesa. Soltanto il tentativo, operato con infiltrazioni, di estremizzare e deviare "dall'interno" le lotte dei gruppi della sinistra extraparlamentare e del Movimento Studentesco e' sostanzialmente fallito.

Merlino - che pure e' uno dei pochi esempi riusciti - fa testo in proposito. In compenso si sono rivelate piu' efficaci le provocazioni "dall'esterno", sia esercitando il vandalismo inutile e sistematico ai margini delle manifestazioni - sopratutto quelle che sfociavano in scontri con la polizia - sia praticando i tradizionali metodi squadristici, allo scopo di spostare all'indietro gli obbiettivi della lotta della sinistra e provocare delle reazioni che giustificassero uno degli argomenti-principe dei cultori della "Strategia della Tensione", quello degli "opposti estremismi".

In soli due mesi, nel ottobre e novembre 1969, hanno compiuto in varie citta' italiane 52 tra aggressioni e "spedizioni punitive" (16 contro licei, 5 contro sezioni del PCI, 4 contro sedi universitarie, 7 contro manifestazioni e cortei, 20 contro militanti di sinistra isolati).

Negli ultimi due anni, inoltre, si sono adoperati coscienziosamente, con ampia disponibilita' di mezzee di attrezzature. Anno palestre in quasi tutte le citta' italiane (sette solo a Roma) dove praticano in prevalenza "Karatè" e "Akidò", la lotta giapponese con il bastone.

Frequentano assiduamente i corsi di lancio organizzati nelle varie sedi dalla Associazione Nazionale Paracadutisti; allestiscono campeggi paramilitari un po' ovunque, addestrandosi alla controguerriglia sotto la guida di ex ufficiali repubblichini, quando non si tratti di quelli dell'esercito italianoche prestano servizio alla scuola d'arditismo di Cesano.

Compiono periodiche esercitazioni di tiro, in poligoni militari, come quelli di Palermo o di Tor di Quinto a Roma, oppure "clandestini", come quelli di Cornuda, di Cervarezza, dell'Alta Sabina, di Tolfa, dei Colli Euganei, della Sila, ecc.

Costituirebbero insomma, nell'ipotesi estrema di un Colpo di Stato alla greca nel nostro paese, una, sia pur modesta, forza fiancheggiatrice.Ma l'attivita' nella quale eccellono sono gli attentati. Nei due mesi-campione l'ottobre e il novembre 1969 hanno lanciato 27 bottiglie molotof (11 contro le sezioni del PCI, 4 del PSIUP, 2 del PSI, 3 Case del Popolo, 2 sedi marxiste-leniniste, due del M.S. 1 della FIOM-GGIL, 1 chiesa Valdese e una sinagoga); 13 ordigni a tritolo (contro 2 sezioni del PCI, 5 lapidi parrtigiane, 3 caserme 2 chiese, 1 cabina dell'ENEL) 10 bombe carta (6 contro sezioni del PCI, 2 circoli operai,, 1 sede della RAI, 1 ospedale militare); 2 bombe a mano di tipo SRCM in dotazione all'esercito (contro due Case del Popolo).

Fondamentale, in questo quadro, e' la parte giocata dagli attentati con falza firma di sinistra: sul totale dei 145 del 1969 - escludendo quelli compiuti da militanti di sinistra e anarchici - essi sono in tutto una cinquantina. La serie piu' vicina inizia nell'ottobredel '68 con i due attentati di Avanguardia Nazionale agli automezzi della polizia parcheggiati davanti alla Scuola Allievi Sottufficiali di Via Guido Reni a Roma e si conclude - almeno ufficialmente - con quello di Reggio Calabria.

La notte tra il 7 e l'8 dicembre 1969 esplode un ordigno ad alto potenziale che devasta l'atrio della questura di Reggio Calabria e ferisce gravemente l'appuntatto di guardia. Contro i responsabili, identificati e arrestati a Roma due settimane piu' tardi, viene elevata l'imputazione di detenzione di esplosivi, lesioni aggravate e concorso in strage.

Sono due studenti universitari: Aldo Pardo e Giuseppe Schirinzi.

Nel loro curriculum giudiziario appare una serie incredibile di denuncie -apologia di fascismo, danneggiamenti, rissa aggravata, lesioni personali, etc... - ma neppure una condanna. Il loro curriculum politico, alla luce dei tragici eventi di quei giorni, e' estremamente significativo.: ex dirigenti nazionli della missina Giovane Italia, negli ultimi due anni hanno militato nei ranghi dell'Avanguardia Nazionale di Stefano Delle Chiaie del Fronte Nazionale di Junio Valerio Borghese e dell'Ordine Nuovo.

Giuseppe Schirinzi ee' componente dell'esecutivo del "Centro studi di Ordine Nuovo", una trovata di Pino Rauti per fornire una copertura "culturale" all'organizzazione di cui e' presidente; Aldo Pardo e uno dei responsabili della sezione giovanile calabrese del Fronte Nazionale. Ma c'e' di piu': nella primavera del '68 i

Quello alla questura di Reggio Calabria, ultimo in ordine di tempo di una lunga serie di attentati dinamitardi che hanno seminasto il panico nel capoluogo calabrese alla fine del '69, ha un significato esemplare.

Attribuito dalla stama padronale (con i soliti quotidiani della catena Monti, il "Tempo" di Roma e "La Notte" di Pesenti in prima fila) agli anarchici e ai maoisti, avviene alla vigilia di un evento d'eccezione, il comizio che Junio Valerio Borghese, ospite di un albero di Reggio dal 6 dicembre, dovvra' tenere il giorno successivo in citta'.

In una citta' presumibilmente sconvolta ed indignata per il "gesto criminale dei dinamitardi di sinistra contro i templi del potere costituito"

Alle ore 17 del 12 dicembre 1969 le autoambulanze si dirigono a sirene spiegate alla Banca Nazionale del Lavoro per raccogliere i feriti della prima bomba romana, frecciano tra le mura ricoperte da migliaia di giganteschi manifesti tricolori. Sopra vi si legge: "Domenica 14 dicembre - Manifestazione nazionale dell' MSI al Palazzo dei Congressi dell' EUR. Parlera' Giorgio Almirante - Italiani accorrete ! Reagite al caos e al disordine dilagante! La piazza di destra vi attende ! "

La manifestazione il giorno successivo alla strage, verra' vietata in extremis mal Ministero degli Interni. Ancora una volta i fascisti italiani naufragano nel loro delirante velleitarismo. Dopo 50 anni non hanno ancora capito che senel '22 lo Stato Monarchico e conservatore non avesse deciso di identificarsi nel regime, Mussolini avrebbe fatto la Marcia su Roma, anziche' in vagone letto, in un cellulare; e che, se l'illusione riformista del movimento operaio non avvesse riconsegnato l'Italia della Resistenza alla restaurazione capitalistica, il MSI e i suoi sottopancia non avrebbero reperito ne i mezzi ne le complicita' politiche per sopravvivere.

Con la Strage di Piazza Fontana i fascisti ritentano un impossibile ingreso nella storia e finiscono, come al solito, nella cronaca (nera) delle grandi scelte del capitale e dell'imperialismo stranieri; impotenti e subalterni, in un'impresa criminale che li vedra' esclusi dalla spartizione del bottino.

A roma alle ore 15 circa del 12 dicembre 1969, un noto professionista iscritto ad un partito di sinistra riceve un avvertimento telefonico: "ti consiglio di sparire dalla circolazione. tra poco in Italia, per voi, l'aria sara' irrespirabile".

La voce e' quella di P.M., figlio ventiduenne di un ex pezzo grosso del SIFAR, attualmente in pensione, ma con incarichi "riservati" in ambienti ad altissimo livello.

Un'ora e mezzo piu' tardi esplodeva l'ordigno della Banca Mazionale dell'Agricoltura, uccidendo sul colpo 12 persone e dilaniandone un centinaio.

Il giorno successivo, sabato 13 dicembre, il Presidente del Consiglio Onorevole Mariano Rumor dichiarava ai giornalisti andati ad accoglierlo all'aereoporto di Fiumicino al suo ritorno da Milano che: "la ricostituzione del centro-sinistra organico e' urgente e indifferibile".

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