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Comunicato della Direzione de l'Unità 02 settembre 2009
Le argomentazioni contenute nei due atti di citazione (nelle foto: le copertine dei due numeri del giornale "incriminati")
sono formalmente dirette a dimostrare che l’Unità ha colpito la reputazione di Berlusconi, ma nella sostanza delineano
un illecito non previsto dal nostro ordinamento, quello di lesa maestà.
Il legale del presidente del Consiglio contesta le nostre opinioni politiche, le nostre valutazioni (peraltro condivise
da opinionisti di altri giornali nazionali e internazionali e comunque attinenti alla libera manifestazione del pensiero
tutelata dall’articolo 21 della Costituzione) sui rapporti tra la maggioranza e il Vaticano.
O i giudizi sui comportamenti privati del premier e sulla loro compatibilità col suo ruolo pubblico.
Viene addirittura qualificato lesivo della onorabilità del premier il fatto di aver riportato giudizi espressi pubblicamente
da Veronica Lario attorno alle sue condizioni e alle sue frequentazioni con minorenni. Persino l’opinione di una scrittrice
come Silvia Ballestra viene inserita nell’elenco delle affermazioni non pubblicabili.
Un passo dell’atto prodotto dal legale del premier riassume bene il senso complessivo dell’iniziativa.
“Si è scritto, spacciandolo per vero, che ‘tutto’ sarebbe stato ‘nascosto ‘ manipolando l’informazione attraverso le televisioni. E che il dottor Berlusconi non solo avrebbe tale controllo ma addirittura ne avrebbe abusato e continuerebbe ad abusarne
in danno del servizio pubblico Rai e per i suoi interessi personali (che sarebbero una sorta di guerra contro Sky).
Il che, come quant’altro divulgato dall’Unità, è mera invenzione”.
In definitiva, è “diffamatorio” anche dire che Berlusconi controlla l’informazione in Italia.
Viene contestata la “illiceità” di due interi numeri del giornale in tutte le loro parti che si riferiscono al presidente del Consiglio e, attraverso il combinato disposto di articoli e commenti, diventa “diffamatoria” una linea politica e una visione del mondo.
Non è possibile, nei due atti di citazione, trovare nulla che riguardi il merito delle affermazioni contestate.
Né, quindi, ci viene data la possibilità di dimostrare che esse sono fondate su dichiarazioni pubbliche (addirittura fatte
da parlamentari della Repubblica un tempo legatissimi al premier, come Paolo Guzzanti) o su dichiarazioni
già acquisite dall’autorità giudiziaria (come quelle della D’Addario) e diffuse da tutta la stampa mondiale.
E questo chiarisce le ragioni della scelta della sede civile e la richiesta di un risarcimento esorbitante.
E’ evidente che Silvio Berlusconi, come già il fascismo, vuole chiudere il giornale fondato da Antonio Gramsci.
Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per impedirlo.
Lanciamo, ai nostri lettori e a tutti i democratici, un appello
perché si mobilitino a difesa della libertà di stampa.
Berlusconi cita Unità per danni fonte yahoo.it Mercoledì 2 Set - 17.55 di proprietà di Renato Soru, per un totale di 2 milioni di euro per i reportage legati alla vicenda delle frequentazioni femminili del premier. Il premier ha inoltre chiesto per la direttrice Concita De Gregorio e altre quattro firme femminili del giornale la condanna a una pena pecuniaria di 200 mila euro ciascuna. Lo comunica con una nota la direzione della testata stessa, che ha ricevuto i due atti di citazione per danni A essere contestati sono gli editoriali, articoli di cronaca e opinioni pubblicati sui numeri del 13 luglio e del 6 agosto 2009. Tra i temi giudicati diffamatori, si legge nella nota, le critiche rivolte al premier per la mancata partecipazione "Contestata pure la citazione di battute di Luciana Littizzetto a proposito dell'utilizzo, da parte del premier, Nel pomeriggio il quotidiano ha voluto commentare con una nuova nota la decisione del premier e della sua "esorbitante" richiesta di risarcimento: "Le argomentazioni contenute nei due atti di citazione sono formalmente dirette a dimostrare "Non è possibile, nei due atti di citazione, trovare nulla che riguardi il merito delle affermazioni contestate", conclude la nota. "E' evidente che Silvio Berlusconi, come già il fascismo, vuole chiudere il giornale fondato da Antonio Gramsci". |
Il testo degli atti di citazione contro l'Unità. Firmati: Berlusconi
Riportiamo in allegato il testo integrale dei due atti di citazione depositati dall'avvocato
Fabio Lepri a nome del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, contro il quotidiano l'Unità.