Dopo giorni di indiscrezioni sempre smentite, ecco
per la prima volta messo nero su bianco il piano di Silvio Berlusconi per
superare indenne il disastro del Pdl,
dato in picchiata nei sondaggi, e provare a vincere
alle prossime elezioni, tra un anno o nel 2012 «nel caso di voto
anticipato», si legge nel documento,
nell’eventualità più che mai attuale
che il governo Monti venga fatto cadere.
Un piano in tre mosse.
Primo, azzerare l’attuale Pdl,
considerato in blocco «non riformabile» insieme a tutti i suoi
dirigenti (con un singolare eccezione: Denis Verdini).
Secondo, costruire un network
di liste di genere (donne, giovani, imprenditori) tutte precedute dal logo
“Forza”.
E, infine, l’idea più clamorosa:
candidare un premier a sorpresa, pescato come nel
calcio mercato dalla squadra avversaria:
non Luca Cordero di Montezemolo né Corrado
Passera né tantomeno il povero Angelino Alfano.
Ma il giovane sindaco di Firenze Matteo Renzi, oggi
candidato in pectore alle primarie del Pd.
Pdl tutti a casa. E senza tv.
Il presupposto dell’operazione Rosa Tricolore è
la catastrofe dell’attuale centrodestra e del partito azzurro. «Il
Pdl», si legge, «appare non riformabile
e i suoi dirigenti hanno un tale attaccamento alla
proprio posto di privilegio da considerare come fondamentale la sopravvivenza
solo di se stessi.
Miracolati irriconoscenti appiccicati sulle spalle
di Berlusconi». Il rischio è che la sconfitta del Pdl trascini
con sé anche «la fine politica» del Cavaliere.
E non solo: «La sconfitta toglierebbe a Berlusconi
la sola protezione contro chi lo vuole morto finanziariamente, giudizialmente
e fisicamente».
Insomma, i capi del Pdl, pur di non soccombere, condannerebbero
al patibolo il loro creatore Silvio. Con alcune eccezioni. Più di
tutti, Denis Verdini,
«che ha dimostrato capacità di lavoro
e di risultato organizzativo ed operativo», ma anche il coordinatore
lombardo Mario Mantovani. Soluzione radicale:
«la sola svolta possibile sarebbe le loro dimissioni
dai ruoli di partito, la loro scomparsa dai giornali e dal video e la loro
non ricandidatura», eccezion fatta
per chi ha un solo mandato. Insomma, si salva Maria
Rosaria Rossi.
E a casa, e pure senza telecamere, i «professionisti
della politica»: La Russa, Gasparri, Frattini, Quagliariello, Cicchitto,
Matteoli, Brunetta, Sacconi…
E naturalmente il segretario Alfano, «che aveva
la possibilità di dimostrare la sua leadership e invece non ha fatto
nulla dimostrando di far parte a pieno titolo
della vecchia classe dirigente che i cittadini chiedono
che venga sostituita con facce nuove giovani e non».
Dalla Brambilla a Marco Rizzo
Un progetto di rottamazione? Molto di più:
il Piano di Rinascita Berlusconiana si richiama esplicitamente a Beppe
Grillo.
Un movimento leggero, solo nazionale, senza apparati
regionali, costi bassissimi, senza finanziamento pubblico e, svolta epocale
per Sua Emittenza,
con la Rete al posto della tv. Un network che mette
insieme lo spirito vincente di Forza Italia ’94 e la lezione di 5 Stelle.
Organizzazioni di genere: «Forza Donne. Forza
Imprenditori. Forza Giovani». E poi studenti, pensionati, pubblici
dipendenti.
Tutti raggruppati in un movimento nazionale, le cui
ipotesi di nome sono Forza Silvio oppure Forza Italiani.
Una lista del genere, si calcola, potrebbe valere con
quel che resta del Pdl il 28-30 per cento dei voti. Cui andrebbero aggiunti
i consensi raccolti dal bouquet
di liste fiancheggiatrici già pronto. Si va
dalla Destra di Storace alla lista Sgarbi (“Rivoluzione”) ai pensionati
alle new entries.
La lista Santanchè, gli animalisti della Brambilla,
una fantomatica nuova Alleanza democratica con gli ex dc, una Lista Sud
e una Lista Nord
(«se salta l’accordo con la Lega») e la
nuova di zecca Siamo Italia affidata all’ex supercommissario Guido Bertolaso.
Tutte insieme le liste pro-Silvio potrebbero
toccare tra il 37 e il 42 per cento. Competitive con
Grillo, che scenderebbe al 12 per cento. E soprattutto con il Pd e con
il centrosinistra oggi dato per vincente.
Contando anche su qualche quinta colonna nel campo
avversario: per esempio il comunista Marco Rizzo. Per togliere voti alla
coalizione di Bersani
«potrebbe essere di interesse sostenere la presenza
del gruppo di Marco Rizzo affinché si presenti alle elezioni politiche».
Quando si dice la doppiezza:
Berlusconi anti-comunista nelle piazze, sponsor di
Rizzo nelle stanze dei patti elettorali.
Matteo nuovo Silvio
Ma la sorpresa più grande il Piano B. la riserva
quando si arriva a parlare di chi potrebbe essere il prossimo candidato
premier. «Fermo restando che nessuno
potrebbe svolgere questo compito meglio di Berlusconi,
questo vale solo se lui sente il grande fuoco dentro di sempre».
Se invece il fuoco del Cavaliere
fosse intiepidito, sarebbe meglio pensare a un nome
nuovo. Alfano? «Non crea trascinamento e emozioni». Montezemolo?
«Troppo elitario e tentennante».
Passera? «Privo di carisma e di capacità
decisionali forti. La permanenza nel governo Monti non lo aiuta».
E allora la sola cosa da fare, «folle, geniale»,
è schierare il campione del campo avverso:
«Il solo giovane uomo che ci fa vincere: Matteo
Renzi». Il sindaco di Firenze? Ma non è del Pd? Certo. Ma
chi ha scritto il documento ricorda con lucidità
che il rottamatore è inviso ai dirigenti del
partito e alla Cgil, mentre è apprezzato dagli elettori del centrodestra.
«Se Berlusconi glielo chiedesse pubblicamente
non accetterebbe. Sarebbe un errore fare una richiesta
pubblica da parte del leader», che pure conosce e stima Renzi, annota
il testo, ricordando gli incontri
di Arcore tra il sindaco e il Cavaliere. «Bisogna
che Renzi si candidi da solo con la sua lista Renzi e che apra a tutti
coloro che condivideranno il suo
programma (ovviamente preventivamente concordato).
A quel punto la nuova coalizione di centrodestra si confronterà
con lui e deciderà di sostenerlo
per unità di vedute e di programmi».
Lista Renzi e Forza Silvio insieme. E le primarie annunciate del Pd, dove
Renzi dovrebbe sfidare Bersani?
Non si faranno mai, scommettono gli autori del documento,
che si ritengono ben informati.
Nuovi inni e vecchi condoni
Il programma. I punti forti sono da berlusconismo
d’antan. Via le tasse dalla prima casa, via le intercettazioni e carcere
preventivo, via i limiti troppo stretti
per l’uso dei contanti. E poi abolizione di Equitalia,
un «grande condono» e presidenzialismo. Ma la rivoluzione sarà
nella forma: un programma già composto
di disegni di legge da approvare senza emendamenti
entro cento giorni per le leggi ordinarie e dodici mesi per le leggi costituzionali.
E poi, sembra una notazione frettolosa, c’è
da eleggere il Presidente della Repubblica. Il candidato non è specificato,
ma si può immaginare chi sia.
Un piano così minuzioso non poteva dimenticare
la colonna sonora, i gadget e le parole d’ordine. L’inno «sarà
quello di Forza Italia adeguato al nuovo nome».
E c’è già l’indirizzo web: rosatricolore.it
che si aggiunge ai già esistenti forzasilvio.it
e forzaitalia.it
Il circolo Dell’Utri
Fantapolitica? Se lo chiedono alla fine anche gli
estensori del Piano. E ci sarebbe da pensarlo se non fosse per altri indizi
che portano direttamente nel cuore
di Arcore e di Palazzo Grazioli. A registrare il domino
web di Rosa Tricolore il 23 aprile scorso è stato Diego Volpe Pasini,
da ormai quasi due anni fra i più
intimi consiglieri dell’ex premier. Imprenditore dalle
alterne fortune, cinquantuno anni, romano di nascita ma friulano di adozione,
tra i fondatori di Forza
Italia nel 1994, animatore della lista Sgarbi, dopo
anni burrascosi è rientrato nell’inner circle di Berlusconi forte
degli antichi rapporti con il senatore Marcello
Dell’Utri, mai interrotti nel corso degli anni, e
di una più recente amicizia con il coordinatore Verdini. E’ lui
il probabile estensore del Piano, partorito
all’interno della fondazione che è stata incaricata
da Berlusconi di rinnovare il Pdl. Da mesi lavorava in silenzio, questo
è il primo risultato. Che dimostra come
per tornare a vincere bisogna ripartire dagli amici
di sempre, quelli che fondarono Forza Italia. Dell’Utri e il suo sodale
della P3 Verdini, per esempio.
Il futuro ha un cuore antico: anche per Berlusconi.
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