Ventisette pagine, incluse le note spiegano i reati del presidente del Consiglio:
prostituzione minorile e concussione la competenza non è del tribunaledei ministri.
Il testo integrale del decreto:
scrive il Gip, il reato più grave, quello di concussione,
commesso per nascondere «fatti suscettibili di arrecare nocumento
alla sua immagine di uomo pubblico»: cioè «i reiterati episodi
di prostituzione verificatisi nella sua dimora privata di Arcore». 
Per questo, Silvio Berlusconi ha telefonato in questura la notte del 27 maggio 2010, «ottenendo per sé un indebito vantaggio». Di qui la concussione: il Cavaliere infatti ha telefonato al capo di gabinetto della questura di Milano, Pietro Ostuni,
riferendogli che Ruby «gli era stata segnalata come nipote di Mubarak e sollecitandolo ad accelerare le procedure del suo
rilascio, aggiungendo che il consigliere regionale Nicole Minetti si sarebbe fatto carico del suo affido e quindi inducendo
il dotttor Ostuni a dare disposizioni alla dottoressa Iafrate (funzionaria della questura) affinché la citata minore
venisse affidata a Nicole Minetti, sottraendola al controllo e alla vigilanza delle autorità preposta alla tutela dei minori,
in contrasto con le disposizioni al riguardo impartite dal Pm». 
Poi Ostuni faceva ben 12 telefonate alla Iafrate, una dopo l'altra, per accertarsi che tutto andasse come voluto da Berlusconi,
per comunicare infine alla presidenza del Consiglio che tutto era filato liscio. Karima usciva infine dalla questura con Minetti
e subito dopo veniva affidata alla prostituta brasiliana Michele De Conceicao.
Quanto al secondo capo d'imputazione, prostituzione minorile, il Gip afferma che Berlusconi ha «compiuto atti sessuali
con Ruby» più volte tra il 14 febbraio e il 2 maggio 2010, ottenendoli «in cambio di denaro e gioielli». 
Il decreto spiega quindi come i reati siano di competenza del tribunale di Milano (e non di quello dei Ministri) perché
non compiuti «nell'espletamento dei compiti attribuiti dalla legge al ministro», così come previsto dalla legge e dalla giurisprudenza. In altre parole, Berlusconi non ha agito come capo di governo e nell'interesse del Paese, telefonando
in questura, ma solo per evitare che dal fermo di Karima potessero essere resi noti i fatti di prostituzione che avvenivano
a casa sua, il che evidentemente non ha nulla a che fare con le sue funzioni di Presidente del consiglio.