Berlusconi 15 gennaio 2013:
Draghi al Colle e attacchi a giudici
Anm: "Insulti violenti e inaccettabili"
Il Cavaliere di nuovo contro il professore 'protesi della sinistra': "Leaderino, diverso da come pensavamo".
Sulla scelta di tornare in campo: "Processo Mediaset concausa della decisione di togliere fiducia a premier".
Ancora accuse ai magistrati: "Da processare". Procura di Milano non replica.
Incontro nel backstage di La7 con Ingroia: "Dovrei salutarti così", con i polsi pronti per le manette.
Ppe: "Candidato è Monti". Il presidente Bce Draghi: "Impegnato fino al 2019"

ROMA - Un leaderino 'immorale', che si è rivelato molto diverso da quello che si pensava e che ha illuso gli italiani. Silvio Berlusconi, dopo gli attacchi rivolti a Mario Monti ieri sera a Lo Spoglio, su Sky Tg24, torna ad accusare il premier uscente di avere un atteggiamento ambiguo e polemizza: "Monti è sotto shock per i sondaggi che lo indicano con uno dei leaderini del centro. Mi sono ricordato Flaiano, 'qualche volta l'insuccesso dà alla testa'. Monti è molto diverso da come pensavamo e ci siamo cascati", dice ribattendo di nuovo a quello che ieri a sua volta aveva duramente detto il professore a Porta a Porta. E poi attacca ancora una volta i pm di Milano ("Mostruose macchine da diffamazione"), scatenando la protesta dell'Anm: "Respingiamo come inaccettabili e gravi i violenti attacchi personali oggi rivolti dall'on. Berlusconi contro i magistrati di Milano, che costituiscono un'offesa intollerabile". Lo dice il presidente dell'Associazione nazinale magistrati Rodolfo Sabelli. "Di fronte a simili insulti- aggiunge- non possiamo che ribadire il valore di una giurisdizione autonoma e indipendente, ricordare il carattere impersonale dell'ufficio del pubblico ministero e richiamare soprattutto chi riveste responsabilità pubbliche al rispetto nei confronti di tutte le istituzioni. Infine, esprimiamo rammarico per il riemergere di espressioni e toni aggressivi, che si speravano definitivamente abbandonati".

Lo spread e le tasse. L'accusa di non saper gestire lo spread è per il Cavaliere "una mascalzonata assieme alle altre, perché non non c'entra nulla con i governi, è indipendente ed è qualcosa frutto dei movimenti finanziari e della speculazione". E così sulla politica fiscale l'ex premier rivendica un redditometro diverso e migliore di quello del capo del governo.  "Il redditometro era totalmente diverso: ad esempio ora c'è l'inversione dell'onere della prova e ci sono tutte quelle voci che spaventano i cittadini, ed è disincentivante dei consumi, se aggiungiamo l'impossibilità di pagare in contanti fino a 999 euro e con la sinistra entreremo in uno stato di polizia tributaria perchè vuole alzare il limite a 300; hanno congelato completamente gli acquisti di certi beni. Tutto questo produce contrazione dei consumi e riduzione delle vendite e si ha un esubero dei lavoratori".

Il professore "immorale". Ma la polemica personale non si ferma e riguarda anche il ruolo di senatore a vita di Monti. "Non c'è stata una trattativa con Napolitano sulla nomina. Trovo assolutamente immorale che Monti che è contro di noi e contro la sinistra si fregi ancora di questo titolo che dovrebbe essere super partes. Monti si presenta sotto mentite spoglie di indipendenza - ha aggiunto - ma è una protesi della sinistra".

Draghi al Colle, credibilità europea e il candidato Ppe. Sulla sua scarsa credibilità nella Ue Berlusconi ribatte: "In Europa io ero temuto, non irriso. Io ho imposto Mario Draghi a capo della Bce, l'ho imposto contro Tremonti che era contrario, e contro Sarkozy. Anche Barroso, in accordo con Tony Blair, l'ho messo lì io". E a proposito del governatore della Bce dice: "Lo voterei per la presidenza della Repubblica", mentre chiarisce: ''Non ho mai avuto l'ambizione di farlo io''. Ma il presidente della Bce respinge l'ipotesi: "Sono impegnato alla Bce fino all'ottobre 2019", è la replica a SkyTG24 del numero uno dell'Eurotower. Intanto il capogruppo del Partito popolare europeo, il francese Joseph Daul, a margine di una conferenza stampa tenuta a Strasburgo ha chiarito: "Il candidato del Ppe è il signor Monti. Ma, come sempre in Italia, la situazione è molto complicata, perché abbiamo anche l'Udc ed il partito di Berlusconi. Che sono tutti membri del Ppe". A chi chiedeva se non fosse "imbarazzante" per il Ppe avere candidati in lotta aperta uno contro l'altro come Monti e Berlusconi, Daul ha replicato sottolineando che "è così ovunque" perché "del Ppe fanno parte 52 partiti in 27 Paesi". Rispondendo a chi domandava se, annunciando il monitoraggio della campagna elettorale, Daul ipotizzasse una possibile espulsione del Pdl, il francese ha risposto: "Parliamo di un partito e di un uomo. Faremo la sintesi dopo le elezioni. Un partito è un partito, non un uomo".

Sentenza Mediaset e scesa in campo. La sentenza di condanna sul processo Mediaset "è stata una concausa" della decisione di tornare in campo e togliere la fiducia al governo Monti". Silvio Berlusconi attribuisce anche a questo la spinta per rientrare in gioco. "È stata una concausa: c'era già la conoscenza dei sondaggi che il Pdl senza di me era al 10% e c'era la consapevolezza di cosa sono stati capaci di combinare questi giudici. Allora mi sono detto, non è possibile che io non sia di nuovo in campo per lottare contro questa patologia".

Giudici scandalosi. E gli attacchi contro i giudici continuano: "Dovrebbero andare sotto processo i giudici di Milano che sono mostruose macchine di diffamazione. È uno scandalo vero", prosegue Berlusconi che se la prende in particolare con "Boccassini, che dovrebbe andare sotto processo per un sacco di buoni motivi". Uno tra gli altri, "aver impiegato ingenti risorse dello stato su un'accusa inesistente" in merito al caso Ruby.

Procura non replica. Il capo della procura di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha scelto di non replicare a Berlusconi. Il capo dei pm di Milano fa riferimento a quanto aveva detto in sede di presentazione di bilancio sociale della procura e cioè che l'ufficio da lui retto si attiene alla linea di non replicare a esponenti politici anche quando gli attacchi prevalicano la linea del diritto di critica.

I processi di Milano. "Io sono preoccupato dall'esito dei processi soprattutto quando si svolgono a Milano". "Per fortuna esistono anche dei giudici integerrimi, mentre sono politicizzati quelli che condannano sulla base di fatti inesistenti". Il processo Ruby? "La reazione dei miei elettori di fronte a un'ennesima prova di parzialità da parte dei giudici di Milano sarebbe una reazione di ancora maggior sostegno"

Le mille liste del centrodestra. "Il trenino di liste è dovuto a questa legge elettorale che premia quel trenino che va più forte, ma io chiedo di dare la maggioranza dei voti al Pdl, il più grande dei vagoni del trenino". E a questo proposito il Cavaliere ha poi parlato di "brogli della sinistra che ci hanno fatto perdere le elezioni del 2006: hanno truccato tutte le schede bianche e poi hanno vinto".

Il caso Ingroia. "In nessun Paese è consentito che uno si faccia pubblicità come pm e poi si candidi alle elezioni. Abbiamo anche questa damnatio. È troppo comodo, quello che accade ora è uno scandalo" dice poi Berlusconi commentando la candidatura a premier di Antonio Ingroia con Rivoluzione civile. Poi il Cavaliere ha anche lanciato una domanda all'ex pm: "Come mai caro Ingroia ho avuto un interrogatorio con lei e con altri suoi colleghi riservatamente in una caserma a Roma, tutti gentili e dopo due giorni dopo l'interrogatorio è comparso tutto sul Fatto compresa la pausa caffè?". Ma l'ex magistrato risponde: "Dubito che i magistrati si siano intratternuti a passare notizie ai giornali - ha sottolineato Ingroia -. C'erano dei frammenti, qualche battuta estratta". I due si sono incontrati dietro le quinte degli studi di La7, dove Ingroia ha preso parte a Coffee Break. "Forse dovrei salutarti così", ha detto Berlusconi incrociando i polsi pronto per le manette. La scena davanti al direttore Enrico Mentana che riprende stretta di mano e saluti con il cellulare. "Tu stai diventando troppo di sinistra", chiosa Berlusconi, ma Ingroia non raccoglie, saluta sorridente ed entra in studio. "Vi siete salutati con affetto!", chiosa la conduttrice, Tiziana Panella. "Ci siamo salutati cordialmente, da avversari politici", puntualizza l'ex pm.

Ponte di Messina. "Il ponte sullo stretto si deve fare perché i cittadini siciliani possano sentirsi italiani al 100%", dichiara il Cavaliere.

Cosentino. "Io non sono un giustizialista sono un campione di garantismo. Nell'ultimo comitato presidenza si è deciso che in caso di condanna definitiva non saranno ricandidati. Per gli altri deciderà il comitato di giuristi a cui abbiamo dato le carte entro la settimana", dice Berlusconi parlando di Nicola Cosentino.


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