Siracusa, il Consigliere Alessandro Acquaviva Presenta al Consiglio Provinciale una mozione: l’acqua sia “bene comune dell’umanità”.
- Siracusa 23 Novembre 2009 -
Il Consiglio Provinciale approvi e faccia propri i seguenti principi:
"l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato."

PREMESSO che:

L'acqua è un bene essenziale ed insostituibile per la vita. Pertanto, la disponibilità e l’accesso all’acqua potabile ed all’acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi, costituiscono un diritto inviolabile dell’uomo, un diritto universale, indivisibile che si può annoverare fra quelli di riferimento previsti dall’ art. 2 della Costituzione; a partire dalla promulgazione della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell’acqua come “bene comune” per eccellenza si è affermata a livello mondiale.

Peraltro, il “bene acqua”, pur essendo rinnovabile, per effetto dell’azione antropica  può esaurirsi: è quindi responsabilità individuale e collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e conservarlo affinché sia accessibile a tutti nel presente e disponibile per le future generazioni.

La risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 dichiara “l'acqua come un bene comune dell'umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l'accesso all'acqua alle popolazione più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un'impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua livello locale e in modo democratico”.

Inoltre, la risoluzione del Parlamento europeo dell'11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno - priorità 2003-2006 – già affermava, al paragrafo 5, "essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno".

Gli stessi organi della UE hanno più volte sottolineato che alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza; si veda ad esempio la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374: “…le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)”; è peraltro noto che non esiste alcuna norma europea che sancisce l’obbligo per le imprese pubbliche di trasformarsi in società private (come ribadito da: Corte di giustizia CE, 2005; Commissione CE 2003 e 2006; Parlamento CE, 2006).
 

CONSIDERATO che in Provincia di Siracusa nel 2007 10.000 cittadini dei 400.000 a livello nazionale, hanno apposto la propria firma a sostegno della Legge di Iniziativa Popolare concernente “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”;

RITENUTA negativa l’esperienza della privatizzazione del servizio idrico in provincia di Siracusa che ha prodotto l’abbassamento della qualità dei servizi a fronte dell’incremento delle tariffe,

VISTO l’articolo 23-bis del D.L. 25/06/2008 n.112 convertito nella legge 6 agosto 2008, n.133 e successive modifiche ed integrazioni e l’art. 15 del D.L. n. 135/2009.

Il Consiglio Provinciale di Siracusa
approva e fa propri i seguenti principi:

-  l’acqua è un bene comune, un diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato;

- la disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili
e inviolabili della persona umana e si estrinsecano nell’ impegno a garantire ai cittadini un minimo vitale giornaliero;

- la proprietà e la gestione del servizio idrico devono essere pubbliche e improntante a criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici;

- il consumo umano delle risorse idriche deve avere la priorità rispetto ad altri usi;

- il servizio Idrico Integrato è un servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica, e come tale non soggetto alla disciplina della concorrenza ma rientrante nella competenza esclusiva della Regione (art. 117 Cost.) che deve essere gestito con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale.

Invita  la Giunta Regionale

- a proporre l’introduzione dei principi su esposti nello Statuto della Regione Sicilia;

- a presentare, in attuazione di tali principi, una legge regionale che regolamenti il servizio idrico integrato come servizio
privo di rilevanza economica al fine di ripubblicizzare il servizio idrico laddove è stato affidato a imprenditori o società private.

- a impugnare l’art. 15 del D.L. n. 135/2009 dinanzi alla Corte Costituzionale con un ricorso
a difesa dell’autonomia regionale entro i 60 gg dalla data di conversione in legge del decreto.

Delibera di trasmettere il presente atto alla Giunta Regionale e al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.