A Bologna con gli immigrati per i diritti di tutti
LA
CRISI ECONOMICA CONTRO I DIRITTI
La legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, la crisi: questi sono
i nemici dei migranti. Come tutti, anche i migranti perdono il lavoro,
sono in cassa integrazione, rischiano ogni giorno di ritrovarsi senza casa
perché non riescono a pagare l’affitto. I migranti, però, rischiano
ogni giorno, con la perdita del lavoro, di perdere anche il permesso di
soggiorno: che vuol dire ritornare in Patria con moglie e figli, anche
se nati, e frequentanti le scuole, in Italia. Chi vuole regolarizzarsi
rischia di passare attraverso truffe legalizzate come le sanatorie e i
decreti flussi.
Una moderna “apartheid” che coinvolge persone che da anni in gran
parte vivono, lavorano e pagano le tasse in Italia. E’ il risultato di
una crisi economica (prodotta dai padroni) che viene, invece, scaricata
sulle fasce più deboli dei lavoratori ma che, a cascata, si riversa sui
diritti di tutti. Ne è un recente esempio l’attacco alla libertà dei
lavoratori metal-meccanici di Pomigliano d’Arco. Ma una battaglia ed
una linea di “resi-stenza” è partita da questi lavoratori per concretizzarsi
nella manifesta-zione nazionale, promossa dalla Fiom-Cgil, a Roma lo scorso
16 ottobre. Una “resistenza” per il diritto (ed i diritti) al lavoro,
che vuol dire diritto alla vita, su cui si sono innestati gli immigrati
con la grande manifesta-zione di sabato scorso a Brescia.
A Bologna, coi lavoratori immigrati per dire: «NO alla legge Bossi-Fini,
al contratto di soggiorno per lavoro, al pacchetto sicurezza e al permesso
a punti. Vogliamo che sia cancellato il reato di clandestinità; che ai
mi-granti colpiti dalla crisi venga rinnovato il permesso di soggiorno,
anche in assenza di un contratto di lavoro; una regolarizzazione slegata
dal lavoro e dal reddito dei migranti irregolari».
Manifestazione migranti a Brescia, 24 novembre 2001
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AGIRE CONTRO IL RAZZISMO, PER I DIRITTI DI TUTTI
Appello per una manifestazione regionale
Bologna, 13 nov. Concentramento ore 14:30, piazza XX settembre
La legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, la crisi: questi sono i nemici dei migranti. Come tutti, anche i migranti perdono il lavoro, sono in cassa integrazione, rischiano ogni giorno di ritrovarsi senza casa perché non riescono a pagare l’affitto. I migranti, però, rischiano ogni giorno di perdere il permesso di soggiorno. Chi vuole regolarizzarsi rischia di passare attraverso truffe legalizzate come le sanatorie e i decreti flussi.
Il permesso a punti che entrerà in vigore non farà che peggiorare ulteriormente questa situazione. L’allungamento dei tempi di detenzione nei CIE trasforma ancora di più questi luoghi in carceri speciali, dove tenere i migranti secondo le esigenze politiche ed economiche del momento, privandoli della libertà e di ogni diritto. Intanto continuano i respingimenti illegali e la complicità del governo italiano con la Libia, dove sono totalmente negati i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo.
Sappiamo
che tutto questo non ha lo scopo di allontanare i migranti, ma di produrre
clandestinità e persone sempre più ricattabili e sfruttabili sul lavoro
e in ogni ambito della vita sociale. Una moderna apartheid, nel nome dell’Europa,
coinvolge persone che da anni in gran parte vivono, lavorano e pagano le
tasse in Italia.
La Bossi-Fini e il pacchetto sicurezza funzionano anche in Emilia Romagna,
che si vanta di essere terra d’accoglienza. Lo dimostrano le migliaia
di truffe legate alla sanatoria, l’enorme numero di migranti colpiti
dalla crisi che rischiano di diventare clandestini, la presenza di due
CIE e il tentativo in diversi comuni di discriminare nell’accesso agli
asili i figli dei migranti irregolari. Migliaia di migranti devono quotidianamente
fare i conti con le lungaggini delle questure, aspettando mesi per semplici
aggiornamenti dei loro documenti. Nel frattempo sono in trappola: non possono
né muoversi né cercare lavoro, mentre anche l’accesso ai servizi essenziali
è in pericolo. Non esiste vera accoglienza e non c’è antirazzismo se
la vita dei migranti è criminalizzata ed è costantemente sotto ricatto.
Occorre capire che l’attacco ai diritti dei migranti e la criminalizzazione degli irregolari colpisce tutti: indica dei nemici, mentre la cittadinanza di tutti è colpita e svuotata. Questo lo vediamo nell’attacco ai diritti dei lavoratori, nella precarietà diffusa e nelle limitazioni imposte a tutti dal pacchetto sicurezza. Non c’è altro tempo da perdere: bisogna opporsi al razzismo istituzionale e al meccanismo che lo alimenta. Lo sciopero del 1 marzo ha dimostrato che la lotta per i diritti dei migranti è una lotta generale, capace di parlare a tutti, perché il ricatto che subiscono i migranti è uno strumento per attaccare i diritti di tutti. Il protagonismo dei migranti dimostra che nonostante i ricatti è possibile far sentire la propria voce. La presenza di tanti e tante in piazza con loro mostra che è possibile rifiutare questa logica e non essere complici.
Vogliamo rilanciare la lotta dei migranti e con i migranti contro questo stato di cose. Di fronte alla crisi e ai problemi che quotidianamente vivono i migranti facciamo appello a tutte le associazioni, i singoli, le realtà sindacali e politiche per unirsi in questo percorso verso una grande manifestazione regionale dei migranti e con i migranti in novembre. Verso questa mobilitazione riteniamo importante e sosteniamo la manifestazione indetta dalla Fiom per il 16 ottobre a Roma, affinché la presenza in piazza di migliaia di lavoratori e lavoratrici italiani e migranti diventi momento di convergenza di tutti quei percorsi di lotta contro la precarietà e la precarizzazione delle vite che di fronte ai molteplici effetti della crisi ritengono ancor più necessario affermare con forza un altro modello di società, che includa anziché emarginare, che accolga anziché respingere.
Diciamo
NO alla legge Bossi-Fini, al contratto di soggiorno per lavoro, al pacchetto
sicurezza e al permesso a punti. Vogliamo che sia cancellato il reato di
clandestinità; che ai migranti colpiti dalla crisi venga rinnovato il
permesso di soggiorno, anche in assenza di un contratto di lavoro; una
regolarizzazione slegata dal lavoro e dal reddito dei migranti irregolari.
Hanno
aderito alla manifestazione:
Comitato Primo Marzo 2010 Bologna
Coordinamento Migranti Bologna e provincia
Centro Sociale TPO Bologna
Associazione Ya Basta! Bologna
Associazione Sokos -Bologna
Coordinamento Migranti Castel Maggiore (BO)
Associazione della Sinistra – Bologna
Gruppo Prometeo (Studenti di Medicina dell’Università di Bologna).
Comitato NoPacchettosicurezza Reggio Emilia -Reggio Emilia
Cominciamo Insieme, associazione marocchina di Casalecchio di Reno
– (Bo)
Associazione Hilal sportiva e culturale marocchina di Baricella (BO)
Associazione albanese Skandenberg
Associazione senegalese Chek Anta Diop
Associazione delle famiglie senegalesi
PresseAfrique
Associazione Sopra i Ponti (BO)
Comunità Pakistana Bologna
Scuola dI Italiano con migranti XM24 – Bologna
Lab.Aq16 Reggio Emilia
Associazione Città Migrante
Associazione Rumori Sinistri – Rimini
Riminesi globali contro il razzismo Rimini
Associazione interculturale DAWA – Modena
Associazione Africa Libera – Carpi
Associazione Tanzaniani in Italia – Castelfranco Emilia
Diaspora africana centre – Modena
Associazione Donne migranti per la Pace – Modena
Movimento Federalista Europeo – Bologna
Movimento Federalista Europeo – Emilia Romagna
Casa Cantoniera Autogestita – Parma
Associazione Perchèno? – Parma
Partito Comunista dei Lavoratori – Bologna
Associazione culturale InMovimento
Consulta distrettuale dei migranti del distretto pianura est
Associazione assistenti sociali senza frontiere (ASSF)
Partito della Rifondazione Comunista di Bologna
Bologna Magazine
IDV ( Italia dei Valori) – Bologna e provincia
Unione delle Associazioni del Marocco in Emilia Romagna
Fabbrica di Nichi – Bologna
IO-CI-METTO-LA-FACCIA-E-TU-CENTOMILA-FACCE-DA-ANTIRAZZISTA
Sinistra Ecologia Libertà Modena
Sinistra Ecologia Libertà Casalecchio
Popolo viola Bologna
Associazione Dounya
Nodo Sociale Antifascista – Bologna
Fiom CGIL Modena
Fiom – Bologna
Albania News
Associazione LIVELLO 57
CrossingTV
Associazione CrossLAB
Spazio Sociale XM24
Spazio Sociale Studentesco
Associazione Mondo
COSPE (Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti)
Comitato Primo Marzo 2010 Nazionale
Comitato primo marzo 2010 Modena
Comitato primo marzo 2010 Nonantola
Comitato primo marzo 2010 Carpi a Bassa Modenesi
Comitato Primo marzo 2010 Firenze
Comitato primo marzo 2010 Pordenone
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FOTOCRONACA DELLA MANIFESTAZIONE
Bologna
solidale con i migranti: No alla Bossi-Fini
Bologna 13 novembre. Dal raduno, dalle
ore 14,30, in piazza XX Settembre, il corteo di alcune migliaia di persone,
in grandissima maggioranza migranti, attraversa la città con slogan contro
la legge Bossi-Fini, la richiesta di rinnovare i permessi di soggiorno
per i lavoratori immigrati colpiti dalla crisi e l’invito all’unità
dei lavoratori perché “i diritti negati ai migranti, soggetti deboli,
riguardano tutti”. Pochi i manifestanti rispetto ad una manifestazione
regionale, nonostante le numerosissime sigle aderenti (di immigrati e per
i diritti umani e centri sociali), compresa la Fiom regionale e nazionale.
Il corteo, aperto dagli striscioni del Coordi-namento migranti e Comitato
Primo marzo di Bologna, “Agire contro il razzismo per i diritti di tutte
e tutti”, attraversa a periplo il centro città con slogan, tamburi e
striscioni ed un microfono aperto, preciso e serra-to, di testimonianze
e denunce del popolo migrante discriminato che diventa diretto protagonista
attraverso le lotte. Due collegamenti in diretta coi lavoratori immigrati
in sciopero contro la “sanatoria-truffa”, sopra la torre di Milano
e la gru di Brescia, sanciscono questo legame, più volte urlato, con queste
due manifestazioni di protesta che sono diventate simbolo e legame per
il diritto all’uguaglianza degli immigrati in tutta Italia. Il corteo
finisce e si scioglie, alle ore 18 in piazza XX settem-bre con un ultimo
richiamo all’unità di tutti i lavoratori ed un appello allo sciopero
generale nazionale.
«No
al perverso legame, imposto per legge, tra contratto di lavoro e per-messo
di soggiorno… La lotta dei migranti è la lotta di tutti… No alla Bos-si-Fini,
al pacchetto sicurezza, al permesso di soggiorno a punti… No alla sanatoria-truffa
del settembre 2009 che ha annullato, con una circolare successiva (Manganelli)
le richieste di migliaia di immigrati che avevano già pagato la quota
di 500 euro… La crisi toglie il lavoro a tutti ma sono i migranti i più
discriminati, perché col lavoro perdono anche il permesso di soggiorno
e la possibilità di rimanere in Italia con famiglia e figli…
Quando
si ledono i diritti dei lavoratori più deboli, dei migranti, si vanno
a ledere i diritti di tutti rendendo il ricatto e la precarietà qualcosa
di normale per tutti… Siamo stufi di essere considerati solo forza-lavoro,
siamo cittadini anche noi… Questa è una grande manifestazione per i
nostri diritti, i nostri diritti che non vanno calpestati: siamo considerati
criminali da questo governo… Oggi siamo qua perché la crisi ci parla
il linguaggio della paura, paura che produce ed incita alla schiavitù…
Mettiamo
assieme i nostri percorsi e le nostre lotte, da Brescia a Bolo-gna, uniti
contro la discriminazione… Uniti per dire NO al nucleare, alla riforma
Gelmini, alla sanatoria-truffa, oggi siamo qui per i diritti di tutti,
questo significa lottare contro la crisi… Con questa crisi gli immigrati
sono stati fregati due volte, perché hanno perso il lavoro ed anche perché,
con la Bossi-Fini ed il “pacchetto-sicurezza”, perdono anche il permesso
di soggiorno… Siamo qui per dire NO al razzismo istituzionale, denun-ciamo
la sanatoria-truffa, complice lo Stato e di tanti datori di lavoro… Tutti
noi siamo assieme ai compagni sulla gru a Brescia… Chiediamo che vengano
regolarizzati tutti coloro che hanno fatto regolare domanda con la sanatoria
del 2009 che la successiva circolare Manganelli ha reso una vera e propria
truffa…
Siamo qui per rivendicare l’unità della classe operaia… Che in
un paese che si dice democratico i lavoratori immigrati non abbiano nessun
dirit-to… Da questa città del sapere, unita dalla classe operaia, di
fronte alla crisi non c’è altro che unire le nostre forze dal basso…
La crisi è un attac-co alla vita sociale di tutti che parte da noi immigrati
e si ripercuote su tutti gli altri lavoratori, per questo dobbiamo unirci
tutti assieme…»
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