Il conflitto bellico in Afghanistan sta subendo una escalation mai registrata precedentemente con un aumnto delle vittime tra i militari (già 34 solo fra gli italiani), ma soprattutto fra i civili.
La guerra pervade inoltre altri campi, da quello economico - dove il crescente aumento delle spese militari impone una deviazione delle risorse dalle spese sociali alle armi - a quello della cultura - laddove si iniziano a rispolverare i vecchi armamentari ideologici militaristi e si istituiscono corsi di militarismo all'interno delle scuole”. Le missioni militari all’estero continuano a produrre debito pubblico (3 milioni di euro al giorno vengono prelevati dalle nostre tasche), morte e distruzione per i paesi aggrediti.
I pericoli della militarizzazione li viviamo quotidianamente nei nostri territori, dai morti di leucemia a Lentini, all’arrivo dei micidiali Global Hawk a Sigonella ed al gravissimo incidente al lavoratore aeroportuale Maita, a causa della diminuzione dei livelli di sicurezza sul lavoro nella base USA.
Per questo lanciamo un appello per una mobilitazione che inizi dal mondo dell’università e della scuola ma coinvolga tutti coloro che sono contro la guerra che sempre più diviene globale e permanente.
Per questo riteniamo che il nostro impegno, per quanto ancora insufficiente, sia più che necessario in un’isola che ha visto grandi mobilitazioni popolari contro la militarizzazione.

http://www.disarmiamoli.org